BLASTOIDI (lat. scient. Blastoidea, dal gr. Βλαστός "gemma" ed εἶδος "aspetto")
Nome d'una classe di Echinodermi fossili, che, con i Crinoidi e i Cistoidi, formano il gruppo dei Pelmatozoi, cioè di quegli echinodermi, che per tutta la vita, o solo nei primi stadî di sviluppo, vivono attaccati a un sostegno per mezzo di un peduncolo articolato, o per la faccia aborale (dorsale). I Blastoidi sono esclusivi delle formazioni paleozoiche. Hanno simmetria pentaradiata perfetta e sono provvisti di braccia. Il loro calice presenta tre cicli di 5 placche ciascuno e i pezzi che lo compongono sono disposti con la più grande regolarità: si trovano dapprima tre pezzi basali, di cui uno, a forma di losanga, è più piccolo; gli altri due provengono dalla saldatura di due placche simili a quella impari, di guisa che il 1° ciclo comprende effettivamente 5 placche. A questo ciclo ne segue un altro composto di 5 pezzi radiali, profondamente bifidi, che sono i più sviluppati del calice. Questi ricevono nei loro intervalli 5 placche interradiali o deltoidi, più piccole, che formano il 3° ciclo. Tra queste sono interposte le aree ambulacrali o radî, che si prolungano negl'intagli più o meno profondi dei pezzi radiali.
La bocca è subtegminale, cioè sormontata da un opercolo, e occupa il centro della faccia superiore, da cui partono le aree ambulacrali, che possono essere a forma di petali, triangolari, lineari o affusolate e presentano numerosi pori.
Ciascun poro delle aree ambulacrali dà accesso a un canale; tutti i canali vanno a sboccare in un vasto seno, situato sotto i pezzi dell'area ambulacrale e scavato nel pezzo radiale e nel pezzo interradiale. Sotto ciascuna metà di quest'area e per tutta la sua lunghezza esiste un fascio di tubi longitudinali, detti idrospire, che costituiscono un apparecchio acquifero o idroforo. Questi tubi mancano nell'interambulacro, in cui si trova l'apertura anale. Alla sommità del calice, i due seni, ove sboccano tutti i canali delle due metà adiacenti di due aree vicine, vengono a convergere verso una larga apertura, lo spiracolo, che è situato all'estremità del pezzo interradiale. Queste aperture, in numero di 5 0 10, sono chiuse da pezzi calcarei e circondano la bocca; e forse sono orifizî genitali. L'apertura anale, eccentrica, fora da parte a parte la placca interradiale posteriore ed è talvolta ricoperta da una o parecchie placchette. Il calice è ricoperto di pinnule, che di rado sono conservate: tali pinnule sono dapprima costituite da due ordini di placchette, in seguito da uno solo.
I Blastoidi sono stati divisi in regolari e irregolari. I primi sono forme peduncolate, ove la simmetria pentaradiata è perfettamente realizzata: è il caso dei Pentremites del Dinantiano nordamericano, che costituiscono il genere più importante per numero di specie. I Blastoidi regolari comprendono 5 famiglie: Codasteridae del Devonico e del Carbonico, col genere Codaster M'Coy; Pentremitidae del Devonico e Carbonico, con l'importante genere Pentremites Say del Carbonico inferiore del Nordamerica; Troostoblastidae, che vanno dal Silurico superiore al Carbonico; Nucleoblastidae, dal Devonico al Permico, col genere Nucleocrinus Conr., del Devonico dell'America Settentrionale, e Granatoblastidae, del Carbonico d'Inghilterra e del Queensland. I Blastoidi irregolari sono sprovvisti di peduncolo e hanno la base dissimmetrica: uno dei loro ambulacri e la placca radiale corrispondente sono nettamente differenziati: la simmetria bilaterale è così realizzata nelle forme libere allo stato adulto. I Blastoidi di questo tipo sono molto rari e se ne conoscono 3 generi appena, di cui il più comune è il genere Eleutherocrinus Shum et Yandel, del Devonico del Nordamerica, nel quale un ambulacro diviene più corto e più largo degli altri e i due che lo fiancheggiano si trovano quasi in linea retta.
I più antichi Blastoidi comparvero nell'Ordoviciano e sono i meno specializzati; qualche nuovo genere compare nel Devonico; ma solo nel Carbonico il gruppo acquista il massimo sviluppo; nel Permico si conoscono a Timor, ove sono rappresentati da specie di grandi dimensioni. Complessivamente si conoscono 20 generi di Blastoidi, con circa 150 buone specie.
Bibl.: F. A. Bather, Genera and Species of Blastoidea with a list of species in the British Museum, Londra 1899; D. P. Oehlert, Fossiles dévoniens de Santa Lucia, in Bull. Soc. Géol. de France, s. 3ª, XXIV (1896); K. A. Zittel, Grundzüge der Paläontologie, I, 1924.