BLAIR, Anthony Charles Lynton, detto Tony
Uomo politico britannico, nato a Edimburgo il 6 maggio 1953. Si laureò in legge al St. John's College di Oxford e dal 1976 esercitò la professione di avvocato. Iscritto al partito laburista (1975), nel 1983 fu eletto alla Camera dei Comuni. Ministro ombra del Tesoro (1984-87), del Commercio e dell'Industria (1987-88), del Lavoro (1989-92) e degli Interni (1992-94), B. adottò con determinazione una linea politica liberale e antistatalista mentre, in qualità di responsabile della politica del partito sull'ordine pubblico (1992-94), attaccò i conservatori accusandoli di non impegnarsi a sufficienza nella lotta alla criminalità e richiedendo, con accenti inusuali nella tradizione laburista, una linea più dura e repressiva. La sua ascesa nel partito culminò nel 1994, quando fu eletto nuovo segretario: da allora il suo prestigio politico aumentò fino alla vittoria elettorale del maggio 1997. B. si presentò con un programma elettorale sostanzialmente di centro, in sintonia con un elettorato moderato ma stanco di diciotto anni di egemonia conservatrice. In nome di un 'nuovo laburismo' sostenne la necessità dell'integrazione nell'Unione Europea, di una serie di riforme istituzionali e di una riduzione degli ambiti di intervento del welfare state.
La politica seguita da B. nel primo anno di governo ottenne importanti risultati, anche se una parte della tradizionale base laburista si dimostrò critica verso i tagli alla spesa pubblica per l'assistenza adottati con la prima legge finanziaria (soprattutto le restrizioni nell'accesso ai sussidi statali per i giovani disoccupati e le ragazze madri). Un crescente consenso accompagnò comunque il nuovo primo ministro, grazie ai risultati raggiunti nel processo di decentramento politico-amministrativo della Scozia e del Galles (approvato per le due regioni nei rispettivi referendum popolari del settembre 1997) e, soprattutto, nella questione nord-irlandese, nonostante il prevedibile persistere di gravi tensioni fra le fazioni estremiste degli schieramenti protestante e cattolico (luglio 1998). Dimostrando una notevole abilità diplomatica nell'ottenere l'appoggio di Stati Uniti e Repubblica d'Irlanda, B. aprì per la prima volta i negoziati al Sinn Fein, giungendo così nell'aprile 1998 a un accordo fra le parti approvato nel mese successivo da oltre il 70% della popolazione nord-irlandese. Presente sulla scena politica europea pur senza aderire alla moneta unica, B. ha avviato un nuovo corso laburista che, ben lontano dalla tradizione del partito, affiancava a una linea sostanziamente pragmatica e liberale una forte carica etico-nazionalistica: indicativi in questo senso sono stati i richiami morali ai 'doveri contro i diritti' e, insieme, la rivendicazione di un primato nazionale emersi con chiarezza già nel discorso tenuto al congresso del partito svoltosi a Brighton nell'ottobre 1997. Durante la guerra della Nato contro la Iugoslavia (marzo-giugno 1999) B. si distinse per un risoluto sostegno all'intervento: nonostante il consenso conquistato nel paese con questa linea, nelle elezioni europee del giugno 1999 l'euroscetticismo dell'elettorato inglese si tradusse per B. e il suo partito in una vera e propria sconfitta elettorale (28% contro il 36% dei tories).
bibliografia
J. Sopel, Tony Blair: the moderniser, London 1995;
P. Mandelson, The Blair revolution. Can new Labour deliver?, London-Boston 1996;
S. Driver, L. Martell, New Labor. Politics after thatcherism, Malden (Mass.) 1998.