Black power
Movimento rivoluzionario diffusosi tra i neri degli USA dal 1966. Alla guida del movimento si pose S. Carmichael, che pubblicò nel 1967, insieme a C.V. Hamilton, un libro intitolato appunto Black power, nel quale sono esposte le linee della politica che dovrebbe condurre alla «liberazione» dei neri americani. B.p. rifiuta i principi della non violenza e dell’integrazione dei neri nella società americana, principi che sono alla base del movimento per i diritti civili di cui fu principale animatore M.L. King; vuole però che il ricorso ai mezzi violenti sia limitato al solo scopo di autodifesa. Il movimento incita i neri a lottare per conquistare maggior potere economico e politico, avvalendosi accortamente della scheda elettorale sia nelle elezioni amministrative sia in quelle politiche, stimola il rispetto di sé nella gente di colore, promuove l’interesse dei neri per la propria storia e la propria cultura, li incoraggia a fare assegnamento sulle proprie forze e a essere orgogliosi della «negritudine». Per B.p. i neri dovrebbero cercare di formare partiti politici indipendenti e realizzare la coalizione con i bianchi poveri del Sud. Le organizzazioni economiche, sociali e culturali della gente di colore dovrebbero essere guidate esclusivamente da neri: così, per es., nel campo scolastico i genitori neri dovrebbero porsi come fine il controllo delle scuole pubbliche nelle loro comunità, nominando gli insegnanti e scegliendo i libri di testo.