BIZACENA (lat. Byzacēna o Byzacium; gr. Βυζακίς e Βυσσάτις in Polyb., XII, 1, 1 e III, 23, 2; Βυζακῖτις χώρα in Ptol., IV, 3, 6)
Con questo nome s'indicava la regione dell'Africa compresa sulla costa fra l'attuale golfo di Hammamet e la Sirte minore, o golfo di Gabès, e il suo immediato retroterra: i suoi confini furono tuttavia sempre incerti e mal definiti. Secondo Polibio (XII,1,1, riportato da Steph. Byz.), Bizacena era la regione stendentesi a semicerchio "intorno alle Sirti", per un'ampiezza di duemila stadî, pari a 355 km., e Plinio (Nat. Hist., V, 25) pone nel suo territorio anche le città di Tacape e di Sabrata, che più tardi invece fanno parte della Tripolitania. È tuttavia probabile che il passo di Polibio sia interpolato, e che la testimonianza di Plinio sia il riflesso di una momentanea speciale divisione delle provincie africane.
L'origine del nome è incerta: secondo Stefano Bizantino (s. v. Βύζαντες) esso dovrebbe ricollegarsi col nome di un popolo abitante nella regione, i Βύζαντες, che sarebbe tutt'uno con i Γύζαντες di Erodoto (IV, 194) e i Ζύγαντες di Eudossio di Cnido (Steph. Byz. s. v. Ζυγαντίς; Ecateo nomina una città Ζυγαντίς): tale etimologia non è però sicura; Strabone (II, 131) ricorda i Βυζάκιον, ma evidentemente egli deriva tal nome da quello della regione.
Questa non formò sotto Cartagine un'unità amministrativa autonoma; nella provincia romana dell'Africa costituì invece una diocesi, la quale tuttavia non s'intitolava da essa, ma dalla città capoluogo, Adrumeto. Soltanto dopo la riforma dioclezianea essa appare come provincia indipendente, e l'appellativo di Valeria che essa porta (provincia Valeria Byzacena) ci dice che la sua costituzione spetta allo stesso Diocleziano; come provincia a sé essa passa nel primitivo ordinamento ecclesiastico dell'Africa. Il suo governatore fu dapprima un praeses, più tardi un consularis; il comando militare fu da Giustiniano affidato a un dux. In base alle iscrizioni possiamo stabilire che facevano parte di essa, sulla costa, oltre Adrumeto, la capitale, Leptis minus, Tapso, Thenae, e nell'interno Ammedara, Zama Regia, Telepte, Capsa. La regione era già da Polibio (III, 23, 2) celebrata per la sua fertilità; nell'Impero la sua maggior produzione era costituita dai cereali. La menzione nelle epigrafi di procuratores ci dice che, nonostante essa facesse parte di una provincia senatoria, l'imperatore doveva avervi larghe proprietà. D'altro lato, dopo l'invasione vandala, Genserico, anziché dividerne il territorio fra i suoi soldati, tenne la regione come un bene della corona (Vict. Vit., De pers. Vand., I, 13).
Bibl.: St. Gsell, Hist. anc. de l'Afrique du Nord, II, 2ª ed., Parigi 1921, p. 140 segg.; Dessau, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 114 segg.