Vedi BITHIA dell'anno: 1959 - 1994
BITHIA (v. vol. II, p. 107)
Le indagini archeologiche dell'ultimo quindicennio hanno riguardato la topografia della città, in particolare il santuario-tofet, le fortificazioni fenicio-puniche e la vasta necropoli litoranea.
Le prospezioni del 1964 della missione congiunta dell'Università di Roma e della Soprintendenza Archeologica di Cagliari hanno consentito l'identificazione del tofet di B. nell'isolotto di Su Cardulinu, a E dell'acropoli. La piccola isola presenta un muro di cinta sul lato N, in relazione all'istmo sabbioso che talora la collega alla terraferma. All'interno dell'isolotto sono stati posti in luce tre altari di grandi dimensioni legati all'offerta dei bambini alla divinità, mediante il loro olocausto. Le deposizioni entro urne fittili accompagnate dalle oil bottles arcaiche e l'assenza di stele (introdotte nei tofet da Cartagine) connotano l'uso dell'area santuariale-funeraria limitatamente ai secoli VII e VI a.C. che segnarono la fase di fioritura di Bithia.
Tale dato è riscontrabile anche nelle necropoli, in corso di scavo dal 1974 (P. Bartoloni). Le tombe presentano una varietà tipologica notevole: si hanno semplici fosse aperte nella sabbia, tombe a cassone, urne fittili entro ciste litiche e qualche modesto esempio di caveau bâti. Tale varietà è in sintonia con le principali necropoli fenicie della Sardegna (Nora, Monte Sirai, Pani Loriga, Tharros, S. Giovanni di Sinis, Othoca) e del resto della colonizzazione semitica occidentale (Mozia, Cartagine, Rašgun, Trayamar, ecc.).
L'inquadramento cronologico della necropoli si ricava dagli abbondanti corredi rinvenuti nelle tombe: alle classiche ceramiche rituali fenicie (brocche con orlo a fungo e a orlo trilobato, piatti ombelicati, oil bottles, lucerne a conchiglia, ecc.) si affianca il vasellame d'importazione etrusca (buccheri ceretani: oinochòe e kỳlix a ventaglietti, anforetta a doppia spirale, olpe, round arỳballoi ed alàbastra etrusco-corinzî, coppette su piede, kỳlix del gruppo «a maschera umana») del 630-540 a.C.; corinzia (arỳballos piriforme, round arỳballos, alàbastron), attica (coppa a figure rosse del Pittore di Winchester), ionica (coppa B2 Vallet-Villard).
Si hanno pure gioielli d'argento (raramente aurei), armi in ferro, bronzi (thymiatèrion a corolle rovesciate fenicio-cipriota della I metà del VII sec. a.C., fibula a double resorte), uova di struzzo (un esempio decorato con motivi di ispirazione tardo geometrica si inquadra entro la metà del VII sec. a.C.), amuleti.
I dati della necropoli, integrati dai rinvenimenti superficiali nell'area dell'acropoli di Torre di Chia, che restituisce notevoli quantitativi di bucchero etrusco (ed eccezionalmente una spiral amphora d'impasto depurato del 670-650 a.C.) e di vasellame ionico (frammenti di quindici coppe B2), oltre a sporadici elementi protocorinzî (frammenti di arỳballos globulare del Protocorinzio Antico e kỳlix del Protocorinzio Medio), documentano un centro fenicio sorto intorno alla fine dell'VIII sec. a.C. per le esigenze dell'έμπορία fenicia e decaduto per l'avvento dei nuovi equilibri economici e politici imposti da Cartagine verso gli ultimi anni del VI sec. a.C.
La B. punica rivela una ridotta ripresa in epoca ellenistica, alla quale si assegnano la ristrutturazione della cinta muraria e la costituzione del Santuario di Bes, con una stipe votiva, caratterizzata da figurine tornite di devoti sofferenti. Le ricerche sul periodo romano sono state limitatissime: all'edizione di un titulus funerario medio imperiale di C. Valerius Genialis ha fatto seguito la pubblicazione di un corredo tombale del II sec. d.C. con sigillata chiara A e un'anfora iberica del tipo Beitran II B.
Bibl.: F. Barreca, L'esplorazione lungo la costa sukitana, in AA. VV., Monte Sirai, III, Roma 1965, pp. 141-160; G. Pesce, Chia (Cagliari). Scavi nel territorio, in NSc, 1968, pp. 309-345; M. l. Uberti, Le figurine fittili di Bithia, Roma 1973; A. v. Stilow, Un titolo sepolcrale di Bithia, in StSard, XXIII, 1973-1974, pp. 213-216; G. Tore, M. Gras, Di alcuni reperti dell'antica Bithia (Torre di Chia - Sardegna), in MEFRA, LXXXVIII, 1976, pp. 51-60; P. Bartoloni, Contributo alla cronologia delle necropoli fenicie e puniche in Sardegna, in RStFen, IX, 1981, pp. 17-19; id., La ceramica fenicia di Bithia: tipologia e diffusione areale, in Atti del I Congresso Internazionale di studi fenici e punici, ii, Roma 1983, pp. 491-500; G. Ugas, R. Zucca, Il commercio arcaico in Sardegna, Cagliari 1984, pp. 103-112; R. Zucca, Un frammento di anforetta a doppia spirale da Bithia (Sardegna), in StEtr, lui, 1985, pp. 43-49; F. Barreca, La civiltà fenicia e punica in Sardegna, Sassari 1986, pp. 294-296; S. Moscati, Italia punica, Milano 1986, pp. 226-239; C. Tronchetti, Bithia I: la tomba 49 della necropoli romana, in Quaderni della Soprintendenza Archeologica di Cagliari, IV, 2, 1987, pp. 15-20.