BISELLIO
(lat. bisellium) - Come suona la voce, e come dice Varrone (De ling. lat,, V, 128), era un sedile largo tanto da offrire il posto a due persone. Di tali sedili dovettero esserci esemplari molto semplici, privi di qualsiasi ornamento, ed esemplari molto ricchi, veri divanetti di lusso, dalla spalliera e dai braccioli riccamente ornati. Un sedile di tal tipo è quello che si vede in un dipinto pompeiano (Zahn, Die schönsten Gemälde aus Pompei, I, 70), su cui seggono due giovani. Un secondo pare quello rappresentato in una delle pitture della villa detta di P. Fannio Sinistore, oggi nel Metropolitan Museum di New York (F. Barnabei, La villa pompeiana di P. Fannio Sinistore, Roma 1901, p. 56, tav. VI; A. Sambon, Les fresques de Boscoreale, p. 13, fig. a pag. 14 e tav. II). Ha spalliera a traverse orizzontali, leggermente rovesciata indietro, eleganti braccioli sorretti da sfingi o grifi, e apparisce rivestito di avorio con intarsî d'oro. Essendo parietale la decorazione in cui apparisce questo sedile del 2° stile, inclineremmo a vedere in esso più che un bisellium un δίϕρος, cioè un sedile doppio di quelli in uso nel mondo ellenistico. Se non che in Roma, fin dal principio del sec. II a. C., i mobili più eleganti venivano appunto dall'Oriente ellenistico, e non è improbabile che del tipo del sedile doppio testé ricordato siano stati molti bisellî usati nelle case romane.
Bisellio era altresì il sedile doppio, di forma ben determinata, di cui nelle colonie e nei municipî romanì si concedeva l'uso negli spettacoli a taluni benemeriti della cosa pubblica, in segno di altissimo onore. Tale onore si chiamava honor bisellii (Corp. Inscr. Lat., X, 1026, 4760) o honor biselliatus (Corp. Inscr. Lat., X, 5348), e la persona che ne veniva insignita, biselliarius (Corp. Inscr. Lat., X, 1217; XIV, 307 ecc.). Era concesso per decreto dei decurioni o dei centumviri, e col consenso del popolo (Corp. Inscr. Lat., X, 1026, 5348; IX, 3436). Ce ne dà testimonianza un'iscrizione di Veio (Corp. Inscr. Lat., XI, 3805), la quale costituisce pure l'unico documento, da cui si rilevi che l'onore del bisellio consisteva nel privilegio di sedere su doppia sedia nei pubblici spettacoli. Se poi a questo privilegio maggiore, e dal quale prendeva nome l'onorificenza, si aggiungessero dei privilegi minori, non si sa; certo è che il biselliario si sentiva tanto onorato, che spesso mostrava la sua riconoscenza donando alla città una somma di denaro (Corp. Inscr. Lat., XIV, 374). In due tombe pompeiane di biselliarî, al ricordo dell'honor viene aggiunta l'immagine in rilievo del bisellio.
Osservando le iscrizioni di biselliarii, si rileva che questi sono sempre o quasi sempre liberti. Secondo alcuni i duoviri delle colonie erano di diritto biselliarii, ma ciò non pare esatto. Quanto ai meriti per i quali il privilegio veniva concesso, possiamo credere che essi consistessero di solito nel patrocinio del municipio o della colonia presso l'autorità imperiale, e soprattutto poi in elargizioni di denaro per spettacoli pubblici o per opere di comune utilità (Corp. Inscr. Lat., IX, 2475).
I due bisellî rappresentati sulle tombe pompeiane hanno entrambi forma rettangolare abbastanza allungata; sono privi di spalliera e di braccioli; ciascuno ha quattro sostegni ed è coperto da un cuscino, il quale, con le estremità munite di frangia, oltre a coprire il piano del sedile, scende abbondantemente dai lati. In uno dei bisellî i sostegni sono riccamente ornati con intrecci di volute. Notevole la raffigurazione d'un suppedaneo dinanzi a ciascuno di essi, eseguita allo scopo evidente d'indicare che, quantunque il sedile fosse doppio, era però destinato a una sola persona.
Nel museo di Napoli esistono due magnifici sedili doppî di bronzo trovati in Pompei, i quali, privi di spalliera e di braccioli, sono certamente due bisellî onorifici (G. Bechi, in Mus. Borb., II, tav. XXXI). Ciascuno di essi offre nella parte alta degli elementi decorativi a volute terminanti con teste di animali, e recanti protomi di Sileni e gorgoneia. I sostegni sono torniti e decorati e ad essi corrispondono in alto, sul piano del sedile, quattro borchie circolari, le quali servivano a tener saldo il pulvino di cui ciascun bisellio era munito. Il creduto bisellio, riccamente ornato, del Palazzo dei Conservatori in Roma pare sia mal composto con parti d'un letto.
Bibl.: E. Saglio, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiq. grecq. et romaines, I, p. 712; E. De Ruggiero, in Diz. epigr., I, s. v. Biselliarius ecc.