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BIRON, Armand de Gontaut, barone di

di Georges Bourgin - Enciclopedia Italiana (1930)
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BIRON, Armand de Gontaut, barone di

Georges Bourgin

Generale francese, nato nel Périgord nel 1524. Giovanissimo, fu addetto, in qualità di paggio, alla casa di Margherita di Navarra e fece la campagna di Piemonte, al comando del maresciallo di Brissac. Era rimasto zoppo per un colpo di archibugio in una gamba; tuttavia riprese servizio nel 1557, come capitano della compagnia di cavalleria del duca di Guisa, grazie al quale egli ricevette il titolo di gentiluomo ordinario di camera del re. Più tardi, col grado di "maestro di campo di tutta la cavalleria leggera al di là dei monti", ritornò in Francia e si mise a disposizione di Carlo IX, all'inizio delle guerre di religione. Prese parte alle battaglie di Dreux (19 dicembre 1562) e di Saint-Denis (10 novembre 1567) ed intervenne nei negoziati di pace di Longjumeau (nel marzo del 1568) col sire di Mesme de Malassise. Poi, nell'armata del duca d'Angiò, si distinse nelle battaglie di Jarnac (13 marzo 1569), di Maucontour (3 ottobre), nell'assedio di Saint-Jean d'Angéby. Fu nominato cavaliere del consiglio privato del re e grande maestro d'artiglieria. Nel 1572 lo troviamo governatore della Bastiglia; nello stesso anno fu mandato "capitano e governatore della Rochelle del paese di Aunis". Ma essendosi la città rifiutata di riceverlo, il B. ebbe l'ordine di assediarla, nella sua qualità di "luogotenente generale" in assenza del duca d'Angiò.

Governatore di Saint-Denis (1574), maresciallo di Francia (1576), intavolò i negoziati di pace col re di Navarra e figura incluso nel numero dei commissarî preposti all'esecuzione dell'editto di pacificazione (1578).

Luogotenente generale e comandante in capo della Guienna (1580), combatté continuamente nel Béarn; ma in Fiandra, dove andò in soccorso del duca d'Angiò, fu sconfitto dal duca di Parma. Richiamato in Guienna e poi a Saintonge (1585), tenne fronte al principe di Condé. Nel 1586, a capo dell'esercito di Poitou, pose l'assedio a Marans, e, venuto in discordia col partito dei Guisa, abbracciò la causa di Enrico IV (2 agosto 1589). A Ivry comandò le riserve; prese Clermont nel Beauvaisis e Evreux. Ma rifiutandosi il re di cedergli il Périgord in piena sovranità, egli prolungò l'assedio di Rouen (1591). Mori poco dopo presso Épernay, il 26 luglio 1592, per un colpo di falconetto che gli recise il capo.

Lasciò, manoscritto, un Traité de la guerre, ora con altre sue carte, memoriali, ecc., nella Bibliothèque Nationale di Parigi. Secondo Brantôme, il B. fu capitano valorosissimo e uomo colto, amante della lettura, dello studio, della prodigalità, del fasto, energico, geloso della gloria altrui; e dovette la sua fama non all'intrigo, ma soltanto ai suoi meriti, reali, di capitano.

Bibl.: Brantôme, Vies des hommes illustres (ed. Société de l'Histoire de France, V); Correspondance inédite d'A. de Gontaud-Biron, maréchal de France, ed. da E. de Barthélemy, Bordeaux 1874.

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  • MARGHERITA DI NAVARRA
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Vocabolario
baróne¹
barone1 baróne1 s. m. [forse dal germ. *baro «uomo libero» (sacibarones nella legge salica)]. – 1. Nel medioevo, titolo nobiliare che rappresentava il massimo grado dell’ordinamento feudale, costituito da coloro che avevano ricevuto direttamente...
baróne²
barone2 baróne2 s. m. [forse uso spreg. della voce prec.; o dal lat. baro -onis «cialtrone, zoticone»]. – Briccone, farabutto, furfante: «Ah porci» esclamò Perpetua. «Ah baroni!» esclamò don Abbondio (Manzoni); baron fottuto, espressione...
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