Biorobotica
biorobòtica s.f. – Area scientifica e tecnologica volta sia allo studio sia alla realizzazione e allo sviluppo tecnologico di sistemi robotici di ispirazione biologica. Le applicazioni della b. e della bioingegneria sono in primo luogo mediche, nella diagnostica, nella chirurgia robotica, nella riabilitazione e più in generale nell’assistenza, nella progettazione di protesi di arti che mirano a connettersi al sistema nervoso e al cervello (Machine experiments and theoretical modelling: from cybernetic methodology to neuro-robotics, 2005; Handbook of robotics, 2008). Tale campo di ricerche riveste altresì un ruolo di crescente importanza nelle neuroscienze, in quanto consente lo studio del cervello mediante approcci e strumenti sperimentali nuovi, nella ricerche sull’intelligenza artificiale e sulla vita artificiale (Artificial life, 1989; Intelligenza artificiale, 2001), e più in generale nella riflessione etica e filosofica, per le questioni che pone sia relativamente alla pratica medica e diagnostica, sia, per es., in merito all’uso dei robot per l’assistenza a disabili e anziani. In campo epistemologico, superate la cibernetica e le teorie dell’intelligenza artificiale del 20° sec., la b. permette, a partire da modelli computazionali per lo studio di fenomeni biologici, di realizzare robot dalle caratteristiche biomorfe, che riproducano organismi più o meno complessi sui quali condurre esperimenti. L’esito di tali esperimenti condotti con robot di nuova generazione che hanno caratteristiche di adattabilità e di ‘evoluzione’ sviluppate mediante comportamenti ambientali sia reattivi sia deliberativi, consente non soltanto di verificare e rivedere i modelli matematici, ma anche di generare nuove ipotesi e conoscenze sul funzionamento dei sistemi biologici studiati, non ricavabili senza l’uso di robot.