BION (βίων, Βίον)
1°. - Scultore insulare (di Clazomene o Chio), della seconda metà del VI sec. a. C. Trattando del filosofo Bione figlio di Boristene, Diogene Laerzio (iv, 58) elenca dieci personaggi che portarono lo stesso nome: come ottavo ricorda Bion di Mileto, "ἀνδριαντοποιός" e, come decimo, B. di Clazomene o Chio come "ἀγαλματοποιός", conosciuto anche da Ipponatte. Diversamente dall'ipotesi del Brunn che vedeva un solo artista proveniente dalle isole e, più specificamente, della cerchia di Melas di Chio, si deve trattare in realtà di due artisti diversi, di cui il nostro, precedente il milesio di circa mezzo secolo, proveniente con più probabilità da Clazomene che da Chio, epigono dell'antica scuola egea. Nello stesso periodo è attivo, ad Atene, uno scultore B. di patronimico ed etnico ignoti (v. B. 3°). Generalmente si accetta l'identificazione di B. attivo ad Atene col B. ἀγαλματοποιός di Clazomene, e si considera invece un altro artista il B. milesio, non solo per ragioni cronologiche, ma anche perché, invero, svolse più attività di toreuta che di scultore. Il Raubitschek, che sebbene senza prove propenderebbe a ritenere i tre B. un unico artista, obietta che, probabilmente, anche la colonna votiva ad Atene reggeva una statuetta di bronzo; il che però è molto ipotetico.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, 41; R. Perdrizet, in Bull. Corr. Hell., XX, 1896, pp. 654-7; C. Robert, in Pauly-Wissowa, III, 1897, c. 487, s. v.; W. Amelung, in Thieme-Becker, IV, 1910, p. 44, s. v.; C. Albizzati, in Enc. Ital., VII, 1930, p. 57; L. Kjellberg, in Jahrbuch, XLVII, 1932, p. 11, nota 3; Ch. Picard, Manuel, I, Parigi 1935, p. 534; A. Raubitschek, in Oesterr. Jahresh., XXXI, 1938, cc. 46-7, XVII (Beiblatt); M. N. Tod, A Selection of Greek Historical Inscriptions, Oxford 1946, p. 20; A. Raubitschek, Dedicat. from Ath. Akr., Cambridge 1949, pp. 273-4, n. 237, 239, 240, e p. 487-8; G. Lippold, Die Plastik, in Handbuch, Monco 1950, p. 62 e 82, nota 1; J. Marcadé, Rec. d. signatures d. sculpt. gr., Parigi 1953, I, 10.