biogiuridico
(bio-giuridico), agg. Relativo alle conseguenze prodotte dalle norme giuridiche nel settore delle biotecnologie e della bioetica.
• Un individuo può decidere in tutta libertà e consapevolezza di privarsi di un organo per aiutare qualcun altro. È un atto di valore. L’ultimo aspetto, invece, è di natura bio-giuridica e bio-politica, con problemi sia di ordine deontologico sia di ordine legislativo (come per altre questioni oggi aperte in tema di diritti e doveri individuali e collettivi). Qui occorre fermarsi a riflettere. I medici non possono prendersi la responsabilità di fare un trapianto simile in assenza di regole previste dal codice deontologico. Il rischio è che si trovino a dovere affrontare accuse di leggerezza, di ossequio alle richieste dei donatori e di scelte dettate dall’arbitrio. (Giorgio Cosmacini, Corriere della sera, 18 febbraio 2010, p. 1, Prima pagina) • La parola «eugenetica» non compare mai nelle sentenze di tutte le corti (italiane, europee, mondiali) che hanno avallato, e continuano ad avallare, la selezione prenatale dei nascituri. Compare però ‒ purtroppo senza particolare evidenza ‒ nell’articolo 13 della legge 40, da cui comunque emerge la chiara intenzionalità del legislatore di contrastare ogni tentativo di introdurre questa pratica nel nostro ordinamento. Questa è la sostanza del problema. E rifiutarsi di percepirla a livello biogiuridico ‒ come avviene ormai sistematicamente ‒ è segno di carente onestà intellettuale. (Francesco D’Agostino, Avvenire, 2 febbraio 2014, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso bio-4 aggiunto all’agg. giuridico.