Disciplina accademica affermatasi a partire dagli anni 1990, in seguito alle crescenti esigenze di intervento del diritto nelle questioni bioetiche; si inquadra nell’ambito della filosofia del diritto, distinguendosi dal biodiritto e dalla biolegislazione, afferenti più specificamente al diritto privato e, in certa misura, al diritto internazionale. Ha per oggetto l’individuazione dei criteri strettamente giuridici necessari alla formulazione di una legislazione non arbitraria, in tutti gli ambiti nei quali le questioni bioetiche possono avere un impatto sul significato strutturale della coesistenza. Alla base della riflessione b. sta il concetto di giustizia. Nella controversa definizione di tale concetto, si distinguono quattro paradigmi: liberista, procedurale, garantista e promozionale, che identificano il giusto, rispettivamente, con l’autonomia soggettiva, le regole condivise, la tutela dei soggetti deboli, il bene umano, riconducibile quest’ultimo alla tutela dei diritti fondamentali di ciascun individuo.