bioassorbibile
agg. Che si assorbe o si decompone in modo naturale.
• L’azienda statunitense Abbott Laboratories, già presente sul segmento degli stent coronarici, un mercato da 4 miliardi di dollari, ha sviluppato un modello bioassorbibile formato da una struttura in acido polilattico. Entro 24 mesi, avvenuta la sua dissoluzione in acido lattico (sostanza presente nell’organismo umano), lo stent ha ripristinato l’elasticità naturale del vaso senza rischio di trombosi intrastent sebbene rimanga ancora da valutare la durata del risultato, ossia se negli anni, non avvenga nuovamente un restringimento dell’arteria. (Patrizia Feletig, Repubblica, 18 ottobre 2010, Affari & Finanza, p. 27) • «Repair riguarda la rigenerazione dei tessuti umani del sistema nervoso periferico e centrale e del comparto osseo e cartilagineo, attraverso l’inserimento di strutture bioassorbibili chiamate scaffold. Il tutto con o senza utilizzo delle cellule staminali», ha spiegato il coordinatore del progetto Alessandro Sannino, professore associato di Scienza dei Materiali dell’Università del Salento che collabora alla realizzazione di Repair con il Polo Tecnologico del CNR di Napoli. (F. S., Corriere del Mezzogiorno, 4 luglio 2012, Bari e Puglia, p. 2) • Rilasciano il farmaco, svolgono il loro compito (mantenendo aperto il vaso stenotico) e, nel giro di due anni, scompaiono. Stent di ultima generazione, bioassorbibili, in sperimentazione da quattro anni e in commercio da due. (Giuseppe Del Bello, Repubblica, 19 maggio 2015, p. 42, R2 Salute).
- Composto dal confisso bio-3 aggiunto all’agg. assorbibile.
- Già attestato nella Repubblica dell’8 ottobre 2005, Palermo, p. XII (Ignazio Marino).
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