TOSATO, Egidio
di Fulco Lanchester
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 96 (2019)
Nacque a Vicenza il 28 giugno 1902 da Domenico Antonio, commerciante, e da Maria Baù. Ottenne la maturità presso lo storico liceo vicentino Antonio Pigafetta nel 1920, anno in cui si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza di Padova, dove si laureò, nel 1924, con 110 e lode redigendo una tesi in diritto costituzionale su Il problema delle lacune nell’ordinamento giuridico italiano (relatore Donato Donati).
Coadiutore (assistente) prima dell’istituto di diritto privato (dal 1° ottobre 1925 al 31 gennaio 1926) e poi di quello di istituzioni di diritto pubblico diretto da Donati, divenne libero docente nel 1932. Nei primi mesi del 1933 assunse servizio come straordinario di diritto amministrativo nell’Università di Cagliari, a seguito dell’inserimento in terna nel concorso bandito dall’Università di Messina (commissari: Federigo Cammeo, Umberto Borsi, Donati, Edoardo Tommasone, Silvio Lessona; vincitori: Pietro Bodda, Carlo Girola, Egidio Tosato). Trasferito nel 1935 come ordinario presso l’Istituto superiore di economia e commercio di Venezia, nell’autunno del 1938 presentò domanda, al pari di Carlo Esposito e di Costantino Mortati, al fine di occupare la cattedra di Donati, escluso dai ruoli a causa delle leggi razziali. Designato dal Consiglio di facoltà nel novembre 1938, nel dicembre Tosato ritirò la propria disponibilità, cosicché nel 1939 venne chiamato come successore di Giuseppe Menotti de Francesco sulla cattedra di diritto costituzionale della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Milano, dove rimase fino al 1962, quando fu chiamato dalla facoltà di scienze politiche di Roma sulla cattedra di diritto costituzionale italiano e comparato (tenuta fino a quel momento da Mortati), per poi passare su quella di istituzioni di diritto pubblico fino al suo passaggio fuori ruolo (1972). Direttore dell’Istituto giuridico della facoltà di scienze politiche e, poi, preside della stessa, fu, nel 1967, con Roberto Lucifredi – suo collega di diritto amministrativo nella facoltà romana – alle origini dell’omonimo corso di studi presso l’Università Pro Deo di Roma (fondata da Félix Morlion), che successivamente diede origine, tra il 1974 e il 1977, alla LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali).
Nel 1946 Tosato divenne membro dell’Assemblea costituente, venendo poi eletto deputato nella prima e nella seconda legislatura, presidente della commissione Affari costituzionali (1948-49), vicepresidente della Camera (1949-50) e, infine, nella seconda legislatura, per breve tempo (18 genn.-10 febbr. 1954) ministro della Pubblica Istruzione (governo Fanfani) e presidente della commissione Giustizia (1953-58).
Sposato nel 1935 con Cecilia Valmarana (1905-1999), un’aristocratica vicentina laureata in lettere nell’Ateneo padovano, ebbe con lei sette figli, tra cui spiccano Domenico (nato nel 1936), economista; Angelo (nato nel 1938), biblista; e Gian Luigi (nato nel 1940), internazionalista.
La vicenda scientifico-politica di Egidio Tosato, uno dei principali redattori della Costituzione repubblicana, può essere articolata in tre periodi: il primo di preparazione tra Padova, Venezia e Milano fino al 1945; il secondo rappresentato dall’esperienza politica tra Milano, Vicenza e Roma fino al 1958; il terzo, dal 1962, dopo il trasferimento nella capitale presso la facoltà di scienze politiche.
Primo allievo presso l’Università di Padova di Donati, che nel 1919 si era trasferito dall’Università di Macerata in quell’Ateneo presso l’Istituto di diritto pubblico della facoltà di giurisprudenza, Tosato tra il 1927 e il 1933 raccolse per il Maestro le lezioni di diritto amministrativo, di diritto costituzionale e il corso sulla Costituzione dell’Impero Germanico, apprendendo dallo stesso un severo metodo giuridico capace di temperare entusiasmi politicisti di altri esponenti della giovane generazione dei giuspubblicisti dell’epoca. In questo periodo spicca nella sua produzione il volume su Le leggi di delegazione (1931), in cui s’intende porre un argine, all’interno dello Stato di diritto, al fenomeno dello scivolamento del potere legislativo a favore del governo. Si trattava di un tema importante che in quegli anni – sul piano comparatistico – venne svolto anche da Carl Schmitt nel suo Vergleichender Überblick über die neueste Entwicklung des Problems der gesetzgeberischen Ermächtigungen (Legislative Delegationen), in Zeitschrift für Ausländisches Öffentliches Recht und Völkerrecht, VI (1936), pp. 252-268 (trad. fr. Une étude de droit constitutionnel comparé. L’évolution récente du problème des délégations législatives, in Introduction à l’étude du droit comparé. Recueil d’études en l’honneur d’Edouard Lambert, II, 1938, pp. 200-210).
Anche per Tosato il problema generale era quello dell’incremento sostanziale del peso del potere esecutivo rispetto a quello legislativo (come evidenziato proprio nel 1931 dalla prima monografia di Mortati su L’ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano). Tosato, nella scia metodologica di Donati, mantiene forte attenzione al dato tecnico giuridico e alle competenze istituzionali. Si trattava di una posizione collegata al dibattito sulle trasformazioni incrementali del regime allora vigente che, dopo la cosiddetta legislatura costituente (1924-29), vide in quella successiva l’istituzionalizzazione del partito unico e delle corporazioni, e nel 1938 – dopo l’avventura etiopica – la legge sul maresciallato dell’Impero, le leggi razziali e la trasformazione della Camera dei deputati in Camera dei fasci e delle corporazioni. In questa prospettiva, alla vigilia della rottura dell’equilibrio diarchico, sull’Archivio di diritto pubblico (fondato da Donati; da adesso AdDP) del 1938 (pp. 161 ss.), nell’ambito di una recensione al nuovo manuale di Emilio Crosa (Diritto costituzionale, Torino 1937), Tosato evidenzia come oramai, «dopo sedici anni di regime fascista», il diritto costituzionale si mostri «profondamente e radicalmente mutato e trasformato» (p. 161) e come anche i residui del vecchio regime debbano essere inquadrati «in un sistema di principi fondamentalmente nuovi». Nonostante il perdurare delle critiche all’interpretazione delle finalità politiche con preferenza per quella esegetica della norma (p. 163), la posizione di Tosato può considerarsi vicina a quella della giovane dottrina costituzionalistica, oramai passata dalla teoria dello Stato alla teoria della Costituzione.
Inoltre, la posizione di Tosato si dimostra in questi anni anche aperta agli esempi comparati della wehrhafte Demokratie (teorizzati in quel periodo da Karl Loewenstein), quando giustifica l’introduzione di normative contro i partiti antisistema nell’analisi della dinamica delle forme di governo, su cui si soffermò all’Assemblea costituente. In questa prospettiva si segnala il precedente giudizio apertamente positivo nei confronti del pensiero di Richard Schmidt (Einführung in die Rechtswissenschaft. Auf Grundlage der neuen Rechtsordnung, Stuttgart 19343) nella recensione pubblicata sempre sull’AdDP, 1936, pp. 157 ss., in cui Tosato ritiene «mirabile il modo col quale l’A. rileva costantemente l’influenza dei nuovi principi costituzionali, riuscendo così a dare una visione veramente unitaria dell’ordinamento giuridico tedesco» (p. 158).
In un simile contesto concettuale, per Tosato la definizione del regime fascista non poteva prescindere «dalla considerazione del principio autoritario», cosicché il fascismo sarebbe «democratico in senso sostanziale, funzionale, e autoritario in senso formale, strutturale» (p. 166). Si tratta di formulazioni indicative che evidenziano l’adesione alla nuova metodologia, ma nello stesso tempo fanno comprendere come con il crollo del regime e dopo il biennio della guerra civile Tosato metabolizzi appieno i nuovi valori e i principi dell’ordinamento democratico.
Già presidente di un circolo universitario (1920-24) che poi confluirà nella FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), egli aveva mantenuto rapporti con la dirigenza cattolica, come dimostrano le carte dell’Archivio Spataro conservate presso l’Istituto Luigi Sturzo di Roma. Non è quindi un caso che, come sottolinea Fernanda Bruno (2017), subito dopo la Liberazione Tosato fosse coinvolto nell’attività dei cattolici in merito alla Costituente. Relatore alla XIX settimana sociale di Firenze (22-28 ottobre 1945) dedicata a Costituzione e Costituente con una relazione sulla Garanzia delle leggi costituzionali (tra gli altri relatori: Guido Gonella, Ferruccio Pergolesi, Amintore Fanfani, Antonio Amorth, Francesco Messineo, Giorgio La Pira), egli profilò le caratteristiche del nuovo regime come Stato democratico di massa fondato su una Costituzione rigida, garantita dalla giustizia costituzionale (Persona, società intermedie e Stato, 1989, p. 22).
Alle elezioni di giugno Tosato, che dal novembre 1945 al maggio 1946 aveva partecipato ai lavori della cosiddetta commissione Forti, venne eletto deputato nel collegio unico nazionale, come Mortati, nelle file della Democrazia Cristiana. Membro della Commissione dei 75, contribuì in maniera incisiva a profilare i meccanismi del parlamentarismo razionalizzato, derivante dall’ordine del giorno Perassi, approvato nel settembre 1946, anche se le sue prospettive più radicali (che oggi potremmo definire direttiste e stabilizzatrici) vennero rifiutate sulla base dello stato dei rapporti interpartitici di fondo e in ragione dell’incremento delle tensioni internazionali.
Rieletto nella prima e nella seconda legislatura repubblicana, ricoprì importanti posizioni nelle commissioni parlamentari e raggiunse per un breve periodo quelle ministeriali. In questi anni si devono segnalare il saggio su Sovranità del popolo e sovranità dello Stato (in Rivista trimestrale di diritto pubblico, VII, 1957, 1, pp. 3-49, ora in Persona, società intermedie e Stato, cit., pp. 25 ss.), che si conclude con il «ritorno alla tesi tradizionale secondo la quale il popolo, in quanto sovrano, è organo dello Stato» ed è preminente nell’ambito della sovranità della persona dello Stato (p. 67); e, soprattutto, lo scritto del 1959 sulla sussidiarietà (Sul principio di sussidiarietà dell’intervento statale, in Nuova Antologia, agosto 1959, pp. 451-462, ora in Persona, società intermedie e Stato, cit., pp. 85-101). Quest’ultimo, frutto non soltanto della conoscenza del magistero della Chiesa in questo ambito, ma anche della dottrina tedesca dall’Impero guglielmino in poi, deve essere visto nella prospettiva della nascente integrazione europea (pp. 85 ss.). Simili impostazioni verranno arricchite in maniera incrementale in altri interventi, la cui indagine concettuale ritornava sempre più agli schemi del maestro Donati.
Come ha sottolineato anche Giuliano Amato nella Presentazione agli Studi in onore di Egidio Tosato (Milano 1984, I, pp. IX-XIII), Tosato pose l’accento da un lato sulle esigenze di stabilità governativa, dall’altro sui contropoteri dello Stato-comunità anche nella prospettiva delle autonomie, inserendo il tutto all’interno di una concezione dello Stato di diritto costituzionale democratico di massa caratterizzato dalla garanzia della Costituzione rigida e della giurisdizione della Corte costituzionale.
Nel suo ultimo scritto sullo Stato pubblicato postumo nell’Enciclopedia del diritto (vol. XLIII, Milano 1990) si evidenzia tuttavia il suo riferirsi alla lezione tradizionale dello Stato.
Tra i suoi numerosi allievi del periodo milanese si segnalano costituzionalisti come Valerio Onida e Franco Bassanini; tra quelli romani la pubblico-comparatista Fernanda Bruno.
Morì a Roma il 20 marzo 1984.
Opere principali: oltre alla raccolta fondamentale di scritti Persona, società intermedie e Stato, cit., sono da segnalare Le leggi di delegazione, Padova 1931; La cittadinanza delle persone giuridiche, Padova 1932; I criteri per la determinazione della cittadinanza delle persone giuridiche: considerazioni preliminari, Padova 1932; Il riconoscimento degli enti morali nella teoria degli atti amministrativi, Padova 1933; L’impugnativa dei decreti reali di annullamento, in Archivio di diritto pubblico, II (1937), 1, pp. 13-50; Interesse materiale e interesse processuale nella giurisdizione amministrativa di legittimità, Padova 1937; Sulla natura giuridica delle leggi tributarie, in Scritti giuridici in onore di Santi Romano, Padova 1939, pp. 613-632; Sovranità del popolo e sovranità dello Stato, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, VII (1957), 1, pp. 3-49; Sul principio di sussidiarietà dell’intervento statale, in Nuova Antologia, agosto 1959, pp. 451-462; La regione nel sistema costituzionale, in Iustitia, XVII (1964), 2, pp. 91-118 (ora in Persona, società intermedie e Stato, cit., pp. 103-136); Sugli aspetti fondamentali dello Stato. Appunti, in Studi in memoria di Carlo Esposito, III, Padova 1973, pp. 1783 ss.; Sul regime giuridico della televisione, in Scritti in onore di Costantino Mortati: aspetti e tendenze del diritto costituzionale, III, Milano 1977, pp. 1053 ss.; Stato (teoria generale e diritto costituzionale), in Enciclopedia del diritto, XLIII, Milano 1990, s.v. (ora in Persona, società intermedie e Stato, cit., pp. 257 ss.).
Fonti e Bibl.: Padova, Archivio Università:1-Studente, 2-Coadiutore; Milano, Archivio Università:1939-1962; Roma, Archivio Sapienza Università di Roma: 1962-1984; Roma, Archivio Centrale dello Stato – Università; Roma, Archivio Costantino Mortati presso Fondazione Paolo Galizia - Storia e Libertà; F. Bruno, Il problema del Governo alla Costituente: il contributo di Egidio Tosato, in Il Politico, XLVI (1981), 1-2, pp. 127-155; Scritti in onore di Egidio Tosato, 3 voll., Milano 1984; F. Bruno, I giuspubblicisti della Facoltà di Scienze politiche anni ’50-’60, in Passato e presente delle Facoltà di Scienze politiche, a cura di F. Lanchester, Milano 2003, pp. 143-170; F. Lanchester, Pensare lo Stato, Roma-Bari 2004; Egidio Tosato costituzionalista e costituente, a cura di M. Galizia, Milano 2010; F. Bruno, T., E., in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), II, Bologna 2013, s.v.; Ead., Egidio Tosato: costituzionalista e costituente, in Dialoghi, 2017, 4, pp. 96-103; P. Volpe - G. Simone, “Posti liberi” e sostituzione dei docenti ebrei all’Università di Padova, Padova 2018.