ROBERTI, Gaudenzio
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 87 (2016), 2022
Nacque il 13 novembre 1655 a Parma, figlio di Francesco e di Maria, della quale si ignora il cognome.
Sappiamo poco della sua formazione, che lo portò comunque alla scelta di farsi religioso e di entrare nell’Ordine dei carmelitani scalzi. La prima data documentata della sua vita è il 1686, anno in cui lo troviamo, trentenne, già abate – ma anche bibliotecario – del monastero carmelitano di Parma, nonché bibliotecario di Ranuccio II Farnese, duca di Parma e Piacenza (Mamiani, in La biblioteca periodica, 1985, p. 45).
Nel maggio di quell’anno Roberti incontrò il grande studioso francese Jean Mabillon che, di passaggio a Parma insieme al suo amico Michel Germain, era ospite dell’abbazia benedettina di S. Giovanni Evangelista (Mamiani, in La biblioteca periodica, 1985, pp. 45 s.). Mabillon, con il quale Roberti fu in corrispondenza, lo apprezzava molto (Piccioni, 1894, p. 39).
Roberti, come erudito, svolse nella Parma farnesiana una funzione di organizzatore culturale. Fu amico e collaboratore di due tra i maggiori intellettuali del Seicento – entrambi teologi e storici –, il suo conterraneo Benedetto Bacchini e il romano Giovanni Giustino Ciampini (v. le voci in questo Dizionario).
Sempre nel 1686 Roberti si fece promotore, finanziatore e organizzatore del Giornale de’ letterati, che si proponeva come continuazione dell’omonimo periodico fondato a Roma nel 1668 – e diretto prima da Francesco Nazzari e poi da Ciampini –, che aveva cessato le pubblicazioni nel 1683. Ciampini fu, oltre che ispiratore, corrispondente da Roma e collaboratore del periodico parmense, come dimostrano le lettere a lui inviate da Roberti (v. CVL 9064).
Il Giornale, i cui articoli vennero redatti per lo più da Bacchini (ma negli anni 1692-1693 anche da Roberti), fu stampato prima a Parma e poi, dal 1690 al 1693, a Modena; si caratterizzò per il contributo alla comunicazione e alla circolazione della conoscenza sul piano internazionale, promuovendo gli scambi tra accademie e università (v. la voce su Bacchini in questo Dizionario, e Mamiani, in La biblioteca periodica, 1985).
Come bibliotecario di Ranuccio Farnese, Roberti fu impegnato, a partire dalla metà degli anni Ottanta, in un lungo e complesso lavoro. Il duca, infatti, stava concentrando nel parmense palazzo della Pilotta l’ingente patrimonio librario della sua famiglia, fino ad allora sparso in vari luoghi d’Italia (Roma, Caprarola, Grottaferrata e Piacenza), e Roberti fu incaricato non solo di sistemare la biblioteca e di organizzarne la catalogazione (che fu effettuata dal gesuita Benedetto Lusignani a partire dal 1689), ma anche di arricchirla, tramite una vasta ‘campagna di acquisti’. Alcune fonti affermano che prima del 1690 fu anche teologo del duca, ma di questa notizia non esistono al momento prove documentarie.
In quegli anni Roberti si dedicò anche alle traduzioni (nel 1687 partecipò a quella degli Essais d’anatomie, 1686, del medico ginevrino Dominique Beddevole) e alla curatela di libri (come, nel 1691, quella del Sacrum musaeum virorum illustrium congregationis Mantuae di Clemente Maria Felina, vicario generale dei carmelitani). Con la collaborazione di Giuseppe dall’Oglio, fece inoltre costruire a sue spese (probabilmente nel 1688) una stamperia, che fu ospitata in un locale dei carmelitani.
Nel 1690 avviò quella che si può considerare la maggiore impresa culturale della sua vita: la pubblicazione di tre grandi antologie contenenti brevi saggi di noti studiosi italiani. Roberti intendeva recuperare brevi testi già pubblicati ma non facilmente reperibili, favorendone in tal modo la circolazione.
Così infatti egli scriveva a Ciampini il 7 settembre 1690: «Ho posto mano a tre generi di miscellanee d’autori italiani, una d’erudizione intitolata Miscellanea italica erudita, l’altra di matematica, Miscellanea italica mathematica, la 3a di medicina sperimentale, Miscellanea italica medicophisico sperimentalia, e sono tutti opuscoli di autori Italiani per la maggior parte resi rari dalla loro picciolezza, e che sono squisitissimi e da desiderarsi» (CVL 9064).
Il progetto di creare un ‘tesoro’ critico di opere di varie discipline era analogo a quello dell’erudito fiammingo Jan Gruter (Janus Gruterus) – a cui Roberti si richiamò esplicitamente – con la sua vasta opera Lampas, sive Fax artium liberalium…, stampata in sei volumi a Francoforte tra il 1602 e il 1612.
Roberti morì a Parma il 7 maggio 1695, ad appena trentanove anni.
A causa della morte precoce, poté curare solo due delle tre miscellanee: la prima (l’Erudita) venne stampata a Parma in cinque volumi, tra il 1690 e il 1692, e la seconda a Bologna in un unico volume, nel 1692, con un titolo leggermente diverso da quello previsto (Miscellanea italica physico-mathematica). La terza raccolta rimase allo stato di abbozzo e se ne sono perse le tracce.
L’Erudita (v. Cristiani, in La biblioteca periodica, 1985) contiene scritti di letterati ed eruditi del Cinquecento e (in misura minore) del Seicento, tra cui quelli di Lilio Gregorio Giraldi (1539), Onofrio Panvinio (1558), Francesco Robortello (1559), Costanzo Landi (1560), Andrea Alciato (1582), Paolo Manuzio (1585), Aldo Manuzio il Giovane (1586), Baldassarre Bonifacio (1627), Carlo Sigonio (1627), Fortunio Liceti (1640). La Physico-mathematica (v. Gozza, in La biblioteca periodica, 1985), benché molto più breve, è forse più importante, perché più famosi gli scienziati, i matematici e i medici che ospita: contiene infatti, tra gli altri, scritti (quasi tutti della seconda metà del Seicento, quindi contemporanei o quasi di Roberti) di Evangelista Torricelli (1644), Geminiano Montanari (1664-1665), Giovan Domenico Cassini (1665), Domenico Guglielmini (1691-92; per tutti gli autori qui citati, v. le voci in questo Dizionario).
Fonti e Bibl.: Il Codice vaticano latino (CVL) 9064, Virorum illustrium […] epistolae, contiene 17 lettere di Roberti a Ciampini, relative agli anni 1689-91.
C.M. Vaghi, Commentaria fratrum, et sororum ordinis beatissimae Mariae Virginis de Monte Carmelo congregationis mantuanae, Parmae 1725, pp. 266 s.; I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, I-V, Parma 1797, rist. anast. Bologna 1969, V, pp. 265 s.; L. Piccioni, Il giornalismo letterario in Italia: saggio storico-critico, I, Primo periodo: giornalismo erudito-accademico, Torino 1894, pp. 34-46; L. Ferrari, R., G., in Onomasticon. Repertorio bibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850, Milano 1943, 19472, s.v.; C. Mansuino, R., G., in Repertorio bio-bibliografico, appendice (pp. 421-676) di U. Bellocchi, Storia del giornalismo italiano, VIII, Bologna 1980, s.v.; La biblioteca periodica. Repertorio dei giornali letterari del Sei-Settecento in Emilia e in Romagna, a cura di M. Capucci, R. Cremante, G. Gronda, I, 1668-1726, Bologna 1985 (in partic. M. Mamiani, Giornale de’ Letterati (Parma, 1686-1690; Modena, 1692-1697), pp. 45-248; A. Cristiani, Miscellanea italica erudita (Parma, 1690-1692), pp. 293-305; P. Gozza, Miscellanea italica physico-mathematica (Parma, 1692), pp. 307-16); R. Lasagni, R., G., in Dizionario biografico dei parmigiani, IV, Porta-Zurti, Parma 1999, s.v.