BILLAUD VARENNE, Jacques Nicolas
Nato alla Rochelle il 23 aprile 1756 ed entrato nella congregazione degli oratoriani, ne fu scacciato per aver voluto farvi rappresentare un'opera contro il divieto dei suoi superiori. Voltosi alla carriera legale, partecipò attivamente alle agitazioni che prelusero alla rivoluzione. Segnalatosi con la pubblicazione di opuscoli e come uno degli organizzatori dell'assalto alle Tuileries, il 10 agosto 1792, fu eletto sostituto procuratore del comune di Parigi, e si valse di tale carica per agevolare l'esecuzione dei massacri di settembre. Inviato dal municipio di Parigi in missione di propaganda repubblicana nei dipartimenti, il B. fu eletto il 27 settembre deputato alla Convenzione nazionale e fu subito uno dei più ardenti nel promuovere il processo contro Luigi XVI. Strettosi al Robespierre, lo assecondò negli attacchi contro il Roland e gli altri ministri girondini. Fu in seguito il principale accusatore dei deputati di quel partito. Con la stessa selvaggia energia, nel corso di ripetute missioni in provincia, egli fronteggiò le insurrezioni dei monarchici dell'ovest e l'avanzata degli eserciti imperiali. Il 5 settembre 1793 propose la costituzione dell'esercito rivoluzionario ed il 29 ottobre fece votare dalla Convenzione la formazione del tribunale rivoluzionario. Eletto a far patte del Comitato di salute pubblica, egli ne fu il relatore il 18 novembre, quando si trattò di organizzare compiutamente il governo del terrore. Con un gesto tragicomico nel gennaio del 1794 il B. stese, per mandato del club dei giacobini, un atto d'accusa contro tutti i re della terra; nel marzo denunciò Hébert, e, temendo che il Robespierre mirasse a limitare la potenza del Comitato di salute pubblica, il B. denunciò anche lui fin dall'8 termidoro. Ma dopo la morte del Robespierre, anche il B. dovette dimettersi dal Comitato di salute pubblica, sebbene gli riuscisse per qualche tempo di scolparsi dalle accuse reiterate di complicità nei delitti del Robespierre. Finì peraltro con l'essere accusato, e condannato, il 1° aprile 1795 alla deportazione nella Guiana. Dimenticato durante tutto il periodo napoleonico, riuscì ad evadere nel 1816 e a rifugiarsi nella repubblica di Haiti, dove fu bene accolto da quel governo. Il fanatico avversario di tutti i re, uno dei maggiori responsabili del vento di follia che travolse per lunghi mesi gli animi dei giacobini di Parigi, morì tranquillamente e senza visibili rimorsi a Port-au-Prince nell'isola di Haiti il 3 giugno 1819. Scrisse varî opuscoli politici: Le despotisme des ministres de la France (voll. 3, Amsterdam 1789); L'Acéphalocratie (Parigi 1791), nella quale proponeva l'istituzione di una repubblica federale; Les éléments du républicanisme (1793). Gli sono attribuiti i Mémoires scritti a Port-au-Prince, pubblicati a Parigi nel 1821, in due volumi, fortemente sospetti d'essere manipolazione non sua. Indubbiamente suo è il Tableau du premier âge (in La révolution française, 1888).
Bibl.: Oltre le opere generali sulla rivoluzione francese, v. F. A. Aulard, Les orateurs de la Législative et de la Convention, 2ª ed., Parigi 1906.