bilirubina
Principale pigmento della bile a cui conferisce il caratteristico colore giallo-oro. Si forma nelle cellule del sistema reticolo-endoteliale (nel fegato, nella milza, nel midollo osseo, ecc.) ed è un prodotto del catabolismo dell’emoglobina; il suo immediato precursore è la biliverdina. La maggior parte della b. (80÷90%) deriva dall’emoglobina; il restante 10÷20% deriva da altre fonti quali i precursori dell’eme, la mioglobina. ecc.
La b. formata nelle cellule reticoloendoteliali extraepatiche si lega all’albumina e in questa forma viene trasportata nel fegato. Qui la b., staccatasi dall’albumina, viene coniugata con l’acido glucuronico con cui forma prima il mono- e poi il diglucuronide, che costituisce il pigmento biliare umano più importante. La b. diglicuronide passa nei canalicoli biliari e da qui viene convogliata nell’intestino; la flora batterica riduce progressivamente la b. in vari bilinogeni incolori che, per ossidazione all’aria, formano urobilina e stercobilina, pigmenti responsabili del colore caratteristico dell’urina e delle feci.
Normalmente non è presente nell’urina mentre è presente in piccole quantità nel sangue (da 0,1 a 0,5 mg per 100 cm3 di siero). Negli itteri la b. si accumula nei tessuti e nei liquidi organici colorandoli in modo caratteristico e, in alcuni tipi di ittero, viene eliminata in grande quantità con l’urina. I test sierologici (bilirubinemia) effettuano il dosaggio della b. non coniugata o indiretta (cioè non ancora giunta al fegato) oppure della b. coniugata (come glucuronide) o b. diretta. L’eccesso di b. nel sangue può essere dovuto a una distruzione abnorme di globuli rossi (itteri emolitici) o può invece essere dovuto a ostacolo nell’escrezione della bile (itteri ostruttivi e itteri epatocellulari). Nei neonati è spesso presente una iperbilirubinemia fisiologica transitoria (2÷12 mg per 100 mg di siero), pochi giorni dopo la nascita.