biliare
Che si riferisce alla bile, prodotto dalla bile.
Steroidi che si formano nel fegato a partire dal colesterolo e vengono escreti con la bile nell’intestino. Il principale è l’acido colico. La sintesi giornaliera degli acidi b. nell’uomo è di circa 400÷500 mg. La loro biosintesi è regolata da un meccanismo a feedback per cui gli acidi b. riassorbiti dall’intestino inibiscono la sintesi degli stessi a partire dal colesterolo e la rimozione degli acidi b. dalla circolazione mediante drenaggio della bile provoca un notevole incremento della biosintesi. Nella bile gli acidi b. si trovano coniugati con glicina e con taurina e sono presenti soprattutto come acido glicolico e acido taurocolico. Sia gli acidi b. liberi che i loro sali sodici solubili (sali b.) vengono riassorbiti dall’intestino tenue oppure soggiacciono all’azione dei microrganismi presenti nel tenue e nel crasso, che provocano reazioni in seguito alle quali gli acidi b. vengono espulsi con le feci sotto forma di esteri con acidi grassi a lunga catena. La proprietà della bile di facilitare la digestione intestinale e l’assorbimento dei grassi e delle vitamine liposolubili è dovuta al potere detergente degli acidi b. e alla loro azione stimolatrice dell’attività lipasica intestinale. I sali b. somministrati per bocca in piccole quantità stimolano la secrezione della bile, sono cioè colagoghi, e pertanto vengono usati nella terapia di talune affezioni del fegato e delle vie biliari.
Sostanze colorate, contenute nella bile, cui conferiscono il caratteristico colore. La genesi dei pigmenti b. è strettamente connessa con il metabolismo dell’emoglobina. Infatti, dopo circa 120 giorni dalla loro immissione nel circolo, i globuli rossi vengono fagocitati dai macrofagi della milza, del fegato, e del midollo osseo. L’emoglobina ceduta dagli eritrociti, attraverso una serie di reazioni, perde dapprima la componente proteica (globina) e quindi anche il ferro, generando biliverdina che è il primo pigmento b. formato e che, per riduzione, si trasforma in bilirubina. Nell’urina e nelle feci sono contenuti pigmenti derivati dai pigmenti biliari.
Detrito costituito da pigmenti, sali, cellule di sfaldamento, muco, ecc., che venendo eliminato per le vie b., in eccesso, favorisce la formazione o precipitazione dei calcoli.
L’apparato escretore della bile. Le vie b. originano a fondo cieco nell’interno delle cellule epiteliali del fegato sotto forma di esilissimi capillari (capillari b.), che, privi di parete propria e anastomizzandosi fra loro, si continuano negli spazi intercellulari e, successivamente, provvisti di parete epiteliale, negli spazi interlobulari, dove formano una seconda rete (rete dei condotti b. interlobulari). Dalla confluenza di questi condotti in vasi di calibro sempre maggiore si formano due o tre grossi collettori che si portano in superficie in direzione dell’ilo del fegato e si riuniscono a formare il dotto epatico. Questo tronco si continua a pieno canale nel coledoco, che fa defluire la bile nel duodeno; da un canale collaterale, il dotto cistico è invece unito alla colecisti.