BIGORRE (A. T., 35-36)
Regione della Francia di SO., compresa nella Guascogna, e limitata a N. dall'Astarac e dall'Armagnac, a E. dall'Adour, a O. dalla valle d'Ossau e del Béarn. Per la maggior parte è ora compresa nel dipartimento degli Alti Pirenei. Si suddivideva nelle quattro regioni di Plaine e Montagne de Bigorre e di Rivière Haute et Basse.
Storia. - La regione della Bigorre non ebbe un carattere distinto dall'Aquitania prima del sec. IX, quando sotto gli ultimi Carolingi, cominciò a costituirsi una contea di Bigorre (dal castrum Bigorra, che a sua volta ripeteva il nome dalla popolazione, probabilmente iberica, dei Bigerrones o Bigerri, sottomessi da Cesare nel 56 a. C.).
Il primo conte di Bigorre, storicamente accertato, è Raimondo I (945). Fra i suoi successori, Bernardo I merita di essere particolarmente ricordato, perché causa involontaria di molti guai: infatti egli costituì a favore del capitolo di Notre-Dame-du-Puy una rendita annua (1062) dalla quale ebbero origine le pretese di quella chiesa su Bigorre, e queste pretese un secolo dopo ebbero un gran peso nel risolvere la grave questione riguardante la successione in questo dominio. Bernardo I diede pure un certo ordine fisso alle coutumes della Bigorre. Bernardo II, completando l'opera di Bernardo I, fece redigere le coutumes di Bigorre (1097). Questa carta, che viene chiamata il For de Bigorre, è una delle compilazioni legislative più antiche che si conoscano; solo il For del Béarn le è anteriore.
Centulle III, venuto al governo della contea dopo il 1163, concedette delle carte di franchigia a varie città e borgate (a Bagnères, a Lourdes, a Tarbes, ecc.). Egli ebbe lunghe contese con Riccardo duca di Guienna, figlio del re d'Inghilterra; il duca per due volte mise l'assedio a Dax, per due volte fece prigione il conte e sempre ne trasse dei grassi riscatti. Non si hanno notizie su Stefania, che gli succedette; mentre meglio conosciuta è la contessa Petronilla. Sposò ben cinque volte: tutti questi matrimonî, come avevano trascinato la Bigorre in guerre, alle quali erano interessati i mariti di Petronilla (il primo marito Gastone VII di Béarn era uno dei capi più in vista degli Albigesi), così complicarono enormemente la questione della successione, alla morte della contessa (1251). Essa aveva lasciati eredi Esquivat e Jourdain de Chabannes, suoi nipoti; ma Gastone VIII di Béarn, marito di una figlia di quinto letto di Petronilla, e Simone di Montfort, conte di Leicester, al quale Esquivat aveva fatto una finta donazione che doveva entrare in vigore solo dopo la sua morte, reclamarono l'eredità. Simone di Montfort prese Lourdes e Tarbes, e, dopo due anni di contrasti, fu concluso un accomodamento che lasciò Bigorre a Esquivat e Lourdes a Montfort.
Esquivat morì nel 1283, nominando erede la sorella Laura di Chabannes. Allora, per la seconda volta, si videro le inestricabili complicazioni ereditarie, conseguenza dei cinque matrimonî di Petronilla; si aprì quel famoso processo per la successione della Bigorre, che finì solo sul principio del sec. XV. Gastone VIII di Béarn reclamava la Bigorre per sua figlia Costanza, che egli condusse a Tarbes, dove fu riconosciuta dagli stati. Ma Laura di Chabannes si presentò a sua volta e si appellò al re d'Inghilterra, che diede ordine di arrestare il conte. I sei pretendenti, che traevano i loro diritti dai varî matrimonî della contessa Petronilla, vennero a difendere la loro causa davanti al siniscalco di Guienna. Vantava pure dei diritti Giovanna di Navarra, moglie di Filippo il Bello re di Francia; per suggerimento della regina la chiesa di Puy presentò davanti al parlamento di Parigi i processi sulla sovranità. La prima deliberazione del Parlamento, emessa nel 1290, diede ragione alla Chiesa, la seconda, del 1292, ordinava che la Bigorre le fosse consegnata.
Poco dopo, di fronte alle proteste dei pretendenti, la chiesa di Puy consegnò la contea nelle mani del re, il quale la tenne sotto sequestro, in attesa che la questione del possesso fosse risoluta definitivamente. Nel 1307, la chiesa di Puy cedette tutti i suoi diritti sulla Bigorre al re di Francia, che unì questo paese al regno, sebbene la tanto attesa decisione non fosse ancora venuta. Però i conti di Foix non desistettero dalle loro pretese. Giovanni conte di Foix, facendosi forte dei servigi resi alla causa reale e approfittando della debolezza del potere regio, ottenne la Bigorre, con riserva di vassallaggio, in virtù di lettere patenti di Carlo VII del 18 novembre 1425. Questa cessione fu confermata dal Parlamento di Parigi, nella seduta tenuta a Poitiers nel 1429.
Da allora la storia della Bigorre si fonde con quella del Béarn (v.). Nel 1607, la Bigorre col Béarn venne annessa direttamente alla Francia. Però gli Stati, che traevano la loro origine dalla fine del sec. XI, mantennero le loro funzioni ripartendo le imposte e curando gl'interessi della provincia.
Bibl.: E. Duffau, Histoire du Comté de Bigorre, Parigi e Tarbes 1886; L. de Froidour, Mémores du pays et des États de Bigorre, Tarbes 1892.