BIGLIETTO DI BANCA e biglietto di stato (VI, p. 992)
Con l'inizio della seconda Guerra mondiale, mentre si determinava l'espansione dei biglietti bancarî, lo stato predispose il ritiro delle monete d'argento da lire 5 e di quelle di nichelio, e l'emissione di suoi biglietti nei tagli da lire 1, 2 e 5. Nel corso della guerra i biglietti di stato e di banca italiani, a seguito dei decreti 2 giugno 1941, n. 492, e 11 giugno 1941, n. 493, e del bando del 2 ottobre 1942 ebbero corso legale nella provincia di Lubiana e in alcune località della Dalmazia.
La circolazione dei biglietti di banca, che nel frattempo era divenuta omogenea a seguito dei ritiri dei biglietti degli altri due istituti di emissione (Banco di Napoli e Banco di Sicilia) e della sostituzione dei biglietti della Banca d' Italia con altri di nuovo tipo, sul finire del 1942, perse tale carattere in conseguenza della scarsità di circolante che, per varie circostanze, si manifestò. In questo periodo veniva inoltre portato a termine il trasferimento dell'officina carte valori della Banca d'Italia da Roma a L'Aquila e in tale occasione l'istituto di emissione, per fronteggiare la crisi, fece riprendere da parte dell'Istituto poligrafico dello stato (Roma) la fabbricazione di biglietti di tipo vecchio - dei quali erano state conservate le matrici - e diede corso legale sul territorio metropolitano a una serie speciale di banconote nei tagli da lire 50,100,500 e 1000 stampate per l'AOI. Superata la crisi e benché fosse stato deciso il ritiro dei biglietti della serie speciale, non si poté tornare a rendere nuovamente omogenea la circolazione in quanto subito dopo l'armistizio del 1943 e la separazione del territorio nazionale in due parti, le autorità militari germaniche, in alcune città dell'Italia settentrionale avevano attribuito valore di moneta legale anche a marchi di occupazione, stampati in Germania, nei tagli da 0,50, 1, 2, 5, 20 e 50 marchi nonché alle monete metalliche da 1,5 e 10 Pfennige in base al cambio di lire 10 per 1 marco. Tali marchi di occupazione vennero, però, presto ritirati dalla circolazione.
Sul finire del 1943 la produzione delle banconote italiane accusò un forte rallentamento in conseguenza dei danni sofferti per un bombardamento dall'officina carte valori de L'Aquila e del trasporto al nord di macchinario e materiale dell'Istituto poligrafico dello stato. Nel maggio 1944 la produzione de L'Aquila cessò del tutto mentre al nord riprendeva quella dell'Istituto poligrafico, che aveva affidato la fabbricazione della carta e la stampa dei biglietti a officine private del Piemonte e della Lombardia.
Nei territorî dell'Italia meridionale e insulare, gl'Inglesi e gli Americani, dopo una prima emissione di banconote in lire sterline della British military authority e di una valuta denominata "dollaro timbro giallo" (la cessazione del corso legale di ambedue le monete venne stabilita con decreto del governo italiano del 30 luglio 1945, n. 415), conferirono corso legale a nuovi biglietti (allied military currency), stampati negli Stati Uniti d'America, nei tagli da lire 1, 2, 5, 10, 50, 100, 500 e 1000, tuttora in circolazione, ai quali, con provvedimento del 24 settembre 1943, n. 61, anche il governo italiano riconobbe lo stesso valore legale della valuta italiana. L'emissione e il controllo di dette banconote alleate, a decorrere dal 1° febbraio 1947, furono assunti, per conto del governo italiano, dalla Banca d'Italia e a tale data le lire militari alleate in circolazione ammontavano a 105,7 miliardi. Di esse la Banca d' Italia ha iniziato il ritiro sostituendole con proprî biglietti. Oltre che per tale esigenza, le aumentate occorrenze hanno indotto le autorità monetarie italiane a emettere, a partire dal luglio 1946, titoli provvisorî nei tagli da lire 5.000 e 10.000, stampati nell'officina carte valori della Banca d'Italia in Roma, ove a partire dall'agosto e dal settembre 1944 erano stati trasferiti da L'Aquila il macchinario e il materiale ancora utilizzabili.
A partire dal novembre 1944, nell'Italia centromeridionale la fabbricazione dei biglietti è stata ripresa anche dall'officina romana dell'Istituto poligrafico dello stato. Ancora oggi le accresciute esigenze della circolazione richiedono, a fianco dell'attività dello stabilimento carte valori della Banca d'Italia, l'opera di terzi sia per la fabbricazione della carta sia per la stampa dei biglietti.
Circa i biglietti di stato - la cui emissione fu estremamente limitata in periodo bellico - il decr. 23 novembre 1944 ne ha mutato le caratteristiche. Successivamente con decr. 8 maggio 1946, n. 419, fu autorizzata la fabbricazione, in sostituzione delle monete di acmonital e di bronzo nonché dei biglietti di stato in circolazione, di monete metalliche di nuovo conio da lire 10, 5, 2 e 1 (Italma).
Alla fine del 1947 erano in circolazione biglietti della Banca d'Italia per 722,2 miliardi (contro 18,9 nel dicembre 1938), lire militari alleate per 65,8 miliardi, e biglietti e monete di stato per 6,9 miliardi (contro 3,5 nel 1938).