BIFORA
. Apertura a due luci, applicata a porte, finestre o simili. La bifora è stata impiegata frequentemente nelle finestre degli edifici del Medioevo, negli stili bizantino, romanico, musulmano, gotico; notevoli propaggini la bifora ha poi avuto nell'architettura quattrocentesca, specialmente in Toscana. Una reale rispondenza essa presentava alla disposizione del serramento, che nelle fabbriche medievali aveva costantemente un montante mediano fisso, che appunto veniva a trovarsi retrostante alla colonnina o al pilastrino della bifora. Poi, nel Cinquecento, tanto la disposizione architettonica quanto la costruttiva sono andate in disuso. Del pari la bifora applicata alle porte delle chiese, nel gotico francese e tedesco, rispondeva a una concreta esigenza d'utilità nel diminuire la campata dell'architrave e nel suddividere il passaggio per l'entrata e l'uscita. Anch'essa ha avuto scarsa applicazione in Italia (tra i rarissimi casi sono le porte, superiore e inferiore, della basilica d'Assisi), ove il senso delle proporzioni e dell'ampiezza degli spazî ha sempre prevalso. Dei varî tipi architettonici e decorativi delle bifore si parlerà sia a proposito dei singoli stili, sia a proposito delle suddette aperture (v. finestra; porta).
V. tavv. CCXXIX e CCXXX.