BIELORUSSIA
Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Bibliografia. Letteratura. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato dell’Europa nord-orientale. La popolazione all’ultimo censimento (2009) era di 9.503.807 ab., mentre nel 2014 il Paese contava 9.307.609 ab., secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), con una tendenza negativa dello 0,5% annuo per il quinquennio 2010-15. La capitale Minsk, con i suoi 1.921.800 ab., accoglie una parte considerevole della popolazione urbana, mentre solo un quinto degli abitanti risiede in aree rurali. Più dell’8% della popolazione è di etnia russa, e il russo è ancora lingua ufficiale accanto al bielorusso, a testimonianza degli stretti rapporti che hanno legato i due Paesi a seguito della dissoluzione dell’URSS. Tali rapporti dominano anche gran parte dell’economia, soprattutto nel campo delle esportazioni e delle importazioni, per le quali la Russia rappresenta il maggiore partner commerciale (rispettivamente per il 35% e il 59% del volume totale). Negli ultimi anni, tuttavia, il governo bielorusso ha intrapreso relazioni commerciali con altri Paesi, come la Polonia e il Venezuela, intese a rompere la tradizionale dipendenza dagli idrocarburi russi per il fabbisogno energetico del Paese.
Condizioni economiche. – Tra il 2010 e il 2011 le variazioni sul prezzo delle importazioni del gas russo hanno contribuito all’arresto dell’andamento positivo del PIL (+6,8% nel 2003, contro lo 0,9% del 2014). L’inflazione si mantiene a livelli decisamente alti (19% nel 2013), mentre il tasso di disoccupazione è tra i più bassi del mondo (0,5% nel 2014). La popolazione attiva è impiegata per circa un terzo nel settore industriale, che da solo ha contribuito nel 2012 al 43% del PIL; meno del 10% della popolazione è impegnato, invece, nel settore agricolo, che risente ancora della contaminazione tossica di circa il 20% della superficie coltivabile seguita all’esplosione nella centrale nucleare di Černobyl. Malgrado i buoni valori dell’occupazione, più di un quarto della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e critica resta la questione dei diritti civili e politici, così come quella legata al traffico di esseri umani destinati allo sfruttamento sessuale e al lavoro forzato.
Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Il presidente Aleksandr Lukašenko, al potere dal 1994, continuò negli anni a consolidare un regime dal carattere autoritario accentrando il potere e ottenendo il consenso della popolazione grazie a un diffuso welfare. Alle criticate elezioni parlamentari del 2008 – e similmente in quelle del 2012 – non venne eletto nessuno dei membri dell’opposizione. Lukašenko continuava a ribadire la solidità economica della B. e l’inconsistenza della crisi finanziaria globale nel Paese, nel quale il PIL rimaneva in crescita costante. Allo stesso tempo, l’inflazione restava alta e il rublo bielorusso entrava in crisi al punto da rendere necessaria la richiesta di un prestito del FMI di oltre 2 miliardi di dollari.
A seguito degli attentati dinamitardi del luglio 2008 e dell’aprile 2011 – rispettivamente a un concerto e nella metropolitana di Minsk – aumentarono le misure di sicurezza nel Paese e si registrò un’ulteriore stretta sull’opposizione e sulla società civile. Lukašenko guadagnò consensi e venne riconfermato con il 79,65% dei voti nelle elezioni presidenziali del dicembre 2010; anche se tale esito venne fortemente contestato dall’Occidente e dalle opposizioni che organizzarono proteste di piazza, duramente represse dalle autorità che procedettero con arresti di massa.
Nella notte del 23 maggio 2011 il rublo bielorusso venne svalutato del 56%: l’ennesima crisi monetaria, l’inflazione galoppante, la riduzione dei salari e il conseguente aumento dei prezzi dei beni di consumo crearono ulteriori tensioni sociali, portando una parte della società bielorussa a opporsi nuovamente a Lukašenko.
Sotto il profilo internazionale, rimasero tese le relazioni con Washington, critica sulle repressioni e sullo scarso rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in B., e il Consiglio d’Europa continuò a escludere il Paese dall’organizzazione per mancanza di democrazia. Turbolente furono anche le relazioni con l’UE dopo l’introduzione di ulteriori sanzioni contro esponenti governativi della B. nel febbraio 2012 e la conseguente crisi diplomatica. Minsk rinnovò la propria vicinanza a Mosca – suo principale partner economico e politico – partecipando prima all’Unione doganale (2010) e poi all’Unione economica eurasiatica (UEE, entrata in vigore il 1° gennaio 2015), pur prendendo una posizione complessivamente neutrale sulla crisi ucraina del 2014.
Bibliografia: R. Medvedev, Aleksandr Lukashenko. Konturybelorusskoi modeli, Moscow 2010.
Letteratura di Larisa Poutsileva. –Dall’inizio del 21° sec., in un contesto di ampia russificazione portata avanti dal governo di Lukašenko, la letteratura in lingua bielorussa si è sviluppata prevalentemente nei circoli intellettuali, ma anche da parte dei giovani è cresciuto l’interesse nei suoi confronti. Al centro dell’attività culturale e letteraria in lingua bielorussa ci sono l’Unione degli scrittori bielorussi e le associazioni indipendenti, tra cui il Belaruski Kalegijum (Collegio bielorusso), la Tavarystva Vol′nyh Litarataray̆ (Società dei liberi letterati), gli ‘eredi’ del movimento d’avanguardiaBum-Bam-Lit come il gruppo Schmerz werk. È aumentato il numero delle riviste indipendenti: oltre alle tradizionali «Litaratura i mastactva», «Polymja», «Maladosc′», troviamo anche «ARCHE», «Dzejasloy̆», «pARTisan», «Fragmenty», «Pamiž», «Pravincija», «Kalos′se», e alcuni nuovi editori: Longvinaǔ, Belaruski knigazbor, Galijafy.
Nella prosa e nella poesia sono emersi fenomeni di urbanizzazione del discorso estetico (contrapposto al mito della campagna) e di interpretazioni teologiche, mitologiche e storiche a sostegno della nuova identità culturale bielorussa. Numerosi sono gli autori che si cimentano sia nella prosa sia nella poesia.
Nella prosa le figure più significative sono: Nil Gilevič (n. 1931; Peražyy̆šy vajnu, 2009, Sopravvivere alla guerra), Leanid Levanovič (n. 1938; Palynovy vecer, 2004, Il vento dell’assenzio), Aleh Lojka (n. 1931; U. Karatkevič, abo paema Garsia Lojki, 2009, U. Karatkevič, o il poema di Garcia Lojka), Viktar Karamazay̆ (n. 1934; Mastak i parabki, 2011, Artista e braccianti), Uladzimir Scjapan (n. 1958; Dzed. Akvarel′nyja maljunki, 2009, Il nonno. Disegni all’acquarello), Uladzimir Njakjaeǔ (n. 1946; Cmok, 2009, Serpente), Jury Stankevič (n. 1949; P′jaǔka, 2010, Sanguisuga), Adam Globus (n. 1958; Nastaǔniki. Aǔtapartretnyja etjudy, 2005, Studi per un autoritratto), Andrej Fedarenka (n. 1964; Mjaža, 2009, La frontiera), Liudmila Rublëǔskaja (n. 1965; Sutarenne Romula, 2010, Il sotterraneo di Romolo), Ales′ Arkuš (n. 1960; Mjascoǔny čas, 2014, Ora locale). Tra gli scrittori emergenti vanno citati: Algerd Baharevič (n. 1975; Prakljatyja gosci stalicy, 2009, Gli ospiti maledetti della capitale), Zmicer Višnëǔ (n. 1978; Zamak nabudavany s krapivy, 2008, Un castello costruito con l’ortica), Illja Sin (n. 1978; Teatral′nyja demany, 2010, I demoni del teatro).
La poesia è eclettica sia sul piano stilistico sia su quello concettuale; tra le tendenze più significative, quella esistenzialista e metafisica, l’ambientalista e la neomodernista; hanno avuto una larga diffusione i poetry-slam (legame tra poesia e performance) e i festival come Verši na asfalte (Versi sull’asfalto). Si segnalano le opere di Ryhor Baradulin (n. 1935; Anima, 2011), Anatol Vjarcinski (n. 1931;Žyc′mem, 2012, Vivremo), Leanid Dran′ko-Majsiuk (n. 1957; Kniga da spadaryni El, 2012, Libro per signora L), Danuta Bičel′ (n. 1937; Idu scjažinaju da Boga, 2012, Vado verso Dio), Mikola Mjatlicki (n. 1954; Čalavek padymaeneba, 2012, L’uomo solleva il cielo), Fëdar Batoryn (n. 1962; Na vulicy M. Bagdanoviča, 2007, In via M. Bagdanovič), Sof′ja Šach (n. 1947; Malitvaspeǔ, 2010, Canti di preghiera), Vasil′ Makarevič (n. 1939; Naščadak Mašeki, 2012, Il discendente di Mašeka), Liudmila Rublëǔskaja (n. 1965; Šipšina dlja pani, 2007, Roselline per signora), Sjarhej Zakonnikaǔ (n. 1946; Šalënaja kulja, 2011, Pallottola impazzita), Uladzimir Arloǔ (n. 1953; Parompraz La Manch, 2012, Il traghetto attraverso La Manica). Tra gli autori emergenti si segnalano Andrej Hadanovič (n. 1973; Sto li100ǔ na tut.by, 2007, Cento pagine su tut.by), Sjarhej Minskevič (n. 1969; Čaroy̆naja krynica, 2011, Sorgentemagica), Viktar Žybul′ (n. 1978; Stapel, 2012, Cantieri di carenaggio).
Nella drammaturgia hanno continuato la loro opera Anatol′ Dzjalendzik (n. 1934; Gipopotam, 2009, L’ippopotamo), Aljaksej Dudaraǔ (n. 1950; Ty pomniš′, Alëša..., 2004, Alëša, ti ricordi...), Sjarhej Kavalëǔ (n. 1963; Legenda pra Mašeku, 2003, La leggenda di Mašeka), mentre notevole è stata l’opera di Ales′ Petraškevič (1930-2012; tra i suoi lavori da ricordare almeno Prilaskat′ i uničtožit′, 2007, Accarezzare e distruggere).
Bibliografia: H.M. Kislicyna, Čalavek postmadernu ǔ sučasnaj belaruskaj litarature (L’uomo postmoderno nella letteratura bielorussa contemporanea), Minsk 2010; A. McMillin, Writing in a cold climate. Belarusian literature from the 1970s to the present day, London 2010; S. Kaliadka, Belaruskaja sučasnaja žanočaja paesija (La poesia femminile bielorussa contemporanea), Minsk 2011; Gistoryja belaruskaj litaratury XX stagodzja (Storia della letteratura bielorussa), 4° vol., t. 3, a cura di U. Gnilamëday̆, S. Laǔšuk, Minsk 2014.