BIDUINO
Ritenuto, ma senza fondamento, originario di Bidogno (Como), se ne ignorano le date di nascita e di morte. Fu attivo in Toscana come scultore e architetto nell'ultimo quarto del sec. XII. A Pisa fu allievo di Guglielmo, e collaborò ancora giovane con Bonanno alla prima fase costruttiva del campanile del duomo, dirigendo il lavoro degli scalpellini e lavorando diversi marmi.
Il Sanpaolesi (1956) ha infatti persuasivamente accostato alle opere sicure di B. un complesso di sculture del campanile. Il fregio con animali presso la porta, sotto il quale è la data 1174, ha precisi riferimenti con gli architravi laterali della facciata della chiesa di S. Cassiano a Settimo (Pisa), prima opera di B. firmata; un capitello del pianterreno con scimmie, datato dal Sanpaolesi al 1174-75 (ora sostituito da una copia), è assai simile al capitello sinistro del portale proveniente da S. Leonardo al Frigido (Massa), ora a New York, Metrop. Museum; i capitelli di tipo classico del piano terreno e quelli con teste umane del quarto ordine sono assai vicini ad alcuni capitelli dell'interno di S. Cassiano.
Il portale, riconosciuto a B. dal Giampaoli e dal Salmi (1925-26), reca nell'architrave l'Ingresso di Cristo a Gerusalemme, nello stipite sinistro l'Annunciazione e la Visitazione, nel destro S. Leonardo con un prigioniero in catene (1175 circa).
B. eseguiva nel 1180, nella facciata della chiesa di S. Cassiano a Settimo, i tre architravi delle porte: quello centrale, con Guarigione dei due ciechi di Gerico,Resurrezione di Lazzaro, Ingresso di Cristo a Gerusalemme; i due laterali, con due grifi che assalgono un orso e altre scene di caccia e lotte di animali. Nel centrale sono la data e la firma. Scolpiva inoltre la testa barbuta nel campo della lunetta maggiore e i capitelli degli stipiti e dell'interno.
I contatti con Bonanno, oltre che in elementi formali, si scorgono anche in particolarità decorative, come l'abbondante introduzione di rosette nei capitelli della chiesa di S. Cassiano, in quella stessa forma che quasi contemporaneamente compare nella porta bronzea di Bonanno del duomo di Monreale. Il ritmo assorto e calmo di Guglielmo si dissolve in B. in effetti di fluidità e moto, che diventano animati e vibranti in alcune figure, per esempio, dell'architrave centrale di S. Cassiano. Per questo, è stata supposta una sua conoscenza diretta della scultura provenzale di St-Gilles, mentre a forme mediate dalla scuola di Moissac richiamano i mostri e gli animali di S. Cassiano stesso. Lo studio di B. della plastica romana e tardo-antica, soprattutto dei sarcofagi, è rivelato dalle affollate composizioni in continuità narrativa, dal modo di trattare i rari accenni paesistici, infine dal panneggio che chiude in lunghi giri i corpi, ancora allungati alla bizantina. È del resto direttamente testimoniato dal sarcofago LII del camposanto pisano; firmato, ricopia l'antica forma a vasca da bagno e presenta energici strigili a risolvere tutta la fronte e due gruppi sui lati corti con un leone che abbatte un capretto.
Subito dopo B. fu attivo in Lucchesia. Qui firmò il grande altorilievo per l'architrave di S. Angelo in Campo (Lucca), oggi nella collezione del marchese P. Mazzarosa a Lucca, dove ripeteva, affiancato dall'Arcangelo Michele vittorioso, l'Ingresso di Cristo a Gerusalemme, costruito più plasticamente, con figure classicamente concise.
Più tardo è l'architrave, anch'esso firmato, con Miracolo di s. Nicola nella porta laterale della chiesa di S. Salvatore a Lucca. Spaziata e cadenzata nelle due simmetriche figure di donna, e nella centrale e ingigantita figura del santo Bambino, sorgente da una vasca, la scultura fonde il movimento e la solennità di impianto in un modellato più sensibile ai passaggi chiaroscurali, e forse già influenzata dall'opera dello Antelami. Anche le due architetture rappresentate ai lati, con la loro folta popolazione, rivelano una concezione più ampia e matura rispetto all'edificio turrito che compariva in uno dei rilievi di S. Cassiano, e rispetto alle architetture nella porta pisana di Bonanno.
L'ipotesi di una primissima attività di B. all'architrave di S. Bartolomeo in Pantano a Pistoia, del 1167, e attribuito per lo più a Gruamonte, è stata avanzata recentemente dal Salvini (1966) su una indicazione del Salmi (1928), che attribuì inoltre alla fase iniziale di B., intorno al 1170, un Arcangelo Michele in altorilievo, già sulla facciata del duomo di Pisa e ora trasferito nel Museo Nazionale di S. Matteo.
Anche se l'arcangelo non fu probabilmente scolpito per la facciata, ma per quella riutilizzato in un secondo tempo - come farebbe supporre il taglio del rilievo sulla destra - il Toesca notava che l'attività di B. sulla facciata "si può supporre diffusa negli ultimi ordini comparandone le figure degli animali con quelle degli architravi di S. Cassiano".
La presenza di B. è visibile, per la Nicco Fasola, nella lastra tombale con i Funerali del pievano Lieto sulla facciata della pieve di Lammari (Lucca). Il Salmi (1925-26) gli ha attribuito, accostandolo all'architrave della collezione Mazzarosa, l'altorilievo del Redentore nella vecchia facciata della chiesa di S. Iacopo di Altopascio (Lucca). Per il Biehl, seguito dal Meli, B. sarebbe autore del pulpito di S. Michele in Groppoli (Pistoia), con Storie di Cristo, datato 1194, mentre il Toesca e il Salmi (1925-26) gli assegnano il pulpito della cattedrale di Volterra che sarebbe stato eseguito, con molti aiuti, verso la fine del sec. XII o ai primi del XIII.
L'arte di B. ebbe larghezza di riflessi. Ad esempio a Lucca se ne colgono gli echi nel portale laterale della chiesa di S. Micheletto con fregio fogliato e figure umane; nell'architrave con animali fantastici della porta sinistra nella chiesa di S. Maria Forisportam; e nel coperchio, con rappresentazioni dei Mesi e degli Apostoli, del fonte battesimale nella chiesa di S. Frediano.
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