BIBLO (gr. Βίβλος; lat. Biblos)
Antica città fenicia posta su una piccola altura nell'immediata vicinanza del mare, sul luogo dell'odierno villaggio di Gebeil (arabo letterario Giubail "monticello").
Il nome moderno conserva certamente l'antica forma indigena, che nella Bibbia suona G bal, nelle iscrizioni fenicie è G. b. l (le vocali non sono indicate dalla scrittura) e in quelle cuneiformi è Gubla, Gubal, a cui corrisponde, dato il modo di trascrizione egiziano dei nomi stranieri, Kbn e Kpny delle iscrizioni geroglifiche. L'etimologia che lo riaccosta all'arabo giabal "monte" (che non figura in nessun'altra lingua semitica) è insostenibile, e l'odierna denominazione è probabilmente dovuta a etimologia popolare; la vocalizzazione della Bibbia è quasi certamente tarda e priva di valore, mentre quella dei cuneiformi è sicuramente attestata ed è la sola che spieghi la forma greca; in questa il passaggio di g a b può dipendere dal carattere labiovelare originario dell'iniziale, indizio di origine non semitica del nome.
Biblo fu in relazione con l'Egitto almeno fin dalla VI dinastia (circa 2700 a. C.), dalla quale epoca in poi è frequentemente menzionata in documenti egiziani come il porto al quale approdavano le navi che imbarcavano legname da costruzione e pece per l'Egitto. Questo commercio dovette assumere tanta importanza, che le grandi navi da carico presero l'appellativo generico di "navi di Biblo". Sottoposta alla supremazia egiziana attraverso il dominio di principi indigeni vassalli dei Faraoni, Biblo fu occupata dagli Hittiti durante il regno di Amenofi III, allorché l'intera Siria andò perduta per gli Egiziani (interessanti a questo riguardo sono le lettere del principe di Biblo Rib-Addi, conservate nell'archivio di Tell el-‛Amārnah, che contengono vane richieste di aiuto al faraone). Sotto la XIX dinastia la città ritornò agli Egiziani, ed è di quest'epoca (sec. XIII a. C.) l'iscrizione sepolcrale del re Aḥiram, primo esempio della scrittura alfabetica fenicia. Altre due iscrizioni, anche fenicie, sono contemporanee dei faraoni Osorkon I (XXII dinastia) e Sesonchis (XXIII dinastia). Ma già nel sec. XI a. C. Biblo cadde sotto l'influenza assira, ed è menzionata negli annali assiri come città tributaria. L'interruzione dei rapporti con l'Egitto ne determinò la decadenza, e le successero Tiro e Sidone, con l'egemonia delle quali ha inizio la grande espansione commerciale dei Fenici. Tuttavia Biblo continuò a sussistere come stato indipendente o semi-indipendente: l'esistenza di suoi re è attestata, oltre che da notizie di scrittori greci, da un'iscrizione fenicia dell'età persiana (Corpus Inscr. Semit., I, 1).
La grande importanza di Biblo sta nell'essere essa stata il più antico centro di civiltà fenicia, dal quale l'influsso della civiltà egiziana si irradiò nella Siria. Biblo fu anche l'emporio del commercio del papiro e, con ogni probabilità, il luogo in cui si fissò la scrittura alfabetica, di origine egiziana (v. alfabeto): il vocabolo greco che significa papiro, e poi libro (Βύβλος, Βίβλος), è il nome stesso della città.
Non minore è la sua importanza religiosa: la grande dea madre semitica che vi era adorata (v. astarte), nota col nome di Ba′alat Gubal ("la signora di Biblo"), assunse molti degli attributi della dea egiziana Hathor; le cerimonie del suo culto, connesse col mito del dio giovinetto che muore e rinasce, si diffusero largamente tra i Greci, legate al nome di Adone (v.). Il tempio della dea, con la statua cultuale, era ancora visibile al tempo del viaggiatore ebreo Beniamino di Tudela, nel sec. XIII d. C.
Le rovine di Biblo furono esplorate parzialmente dal Renan nel 1861; più compiutamente, a partire dal 1921, da P. Montet, i cui scavi hanno messo in luce, tra l'altro, due templi e un grande ipogeo sepolcrale.
Nel periodo greco il nome della città fu scritto Βύβλος e Βίβλος, in latino fu detto Biblos. Durante questo periodo essa non ebbe importanza alcuna. Era nota però come la città santa di Adone, e godeva una certa rinomanza per l'ottima tela che esportava.
I principi della città portavano allora il titolo di βασιλεύς- l'ultimo di questi, dal nome Kinyras, fu fatto uccidere per ordine di Pompeo.
Nell'età ellenistica la città fu probabilmente fondata di nuovo, come usava in quel tempo. Certamente essa aveva i diritti di una polis. Nel 529 fu distrutta da un terremoto.
Bibl.: v. fenici. Per i recenti scavi, P. Montet, Byblos et l'Égypte: quatre campagnes de fouilles à Gebeil, Parigi 1928-29; per quelli dal 1925 in poi, M. Dunand, in Syria, VIII (1927), pp. 93-112; IX (1928), pp. 1-5: X (1929), pp. 206-216. Per Biblo greca ed ellenistica v. Tscherikower, Die hellenistischen Städtegründungen von Alexander d. Grossen bis auf die Römerzeit, Lipsia 1927, pagine 69, 203, 208.