biblioteca
Le prime vere e proprie b. furono quella di Assurbanipal (sec. 7° a.C.) a Ninive e, nel secolo successivo, tra i greci, quelle di Policrate a Samo e di Pisistrato in Atene. Nell’età ellenistica la più grandiosa b. fu quella di Alessandria d’Egitto, fondata nel 284 a.C. che era anche scrittorio di papiri e s’ingrandì tanto da contenere in breve fino a 400.000 volumi; nel 47 a.C. fu in parte incendiata. A Roma le b. pubbliche furono numerose. Asinio Pollione fondò la prima del genere nell’Atrio della libertà nel 39 a.C.; successivamente Augusto ne fondò una nel tempio di Apollo sul Palatino e un’altra nel portico di Ottavia; un’altra b. fu fondata da Livia e Tiberio, detta b. templi novi o Augusti, che esisteva ancora all’epoca di Vespasiano. Traiano fondò la b. Ulpia che sopravvisse a tutte le altre, fino al 5° sec. d.C.; ne restano cospicue rovine nel foro di Traiano. Al tempo di Costantino le b. pubbliche a Roma erano ben 28. In epoca gotica, molto importante la grande b. raccolta a Roma sul Celio, in un edificio appositamente costruito da Agapito I papa nei primi decenni del 6° sec. d.C. Nello stesso periodo cominciarono a formarsi i primi nuclei delle b. monastiche (si ricordi la b. raccolta da Cassiodoro nel monastero di Vivarium) in conseguenza soprattutto dell’impulso culturale dato dalla regola di s. Benedetto e dalla rinascita carolingia: istituti benedettini, in misura preponderante, ma erano ricche anche le b. capitolari. In questa fase la consistenza delle b. dell’Europa occidentale non superava le sette od otto centinaia di codici, mentre erano più ricche le b. bizantine, arabe e cinesi. Nei secc. 13°-14° sorse la b. di tipo universitario (la Sorbona, nata nel 1253, diventò la più importante) e di tipo principesco, specie in Italia. I Medici formarono superbe raccolte che costituiscono oggi la Laurenziana di Firenze. Su tutte primeggiò la Vaticana, cui furono essenziali i papi Niccolò V, Sisto IV e Sisto V. Furono gran bibliofili re, nonché studiosi singoli, quali il cardinale Bessarione (che donando la propria b. a Venezia creò il primo nucleo della Marciana). Con l’invenzione della stampa si crearono i grandi complessi librari moderni e si affermò il principio dell’uso pubblico: le b. crebbero di numero e di ricchezza, a opera di principi e di bibliofili. Nel 1759 si formò la b. del British Museum. Grande incremento viene poi dall’incamerazione delle b. delle soppresse corporazioni religiose e per la Francia da sequestri di b. principesche durante la rivoluzione (8 milioni di libri nelle b. di Parigi). Negli Stati Uniti a B. Franklin si dovette la creazione (1731) della prima b. associativa, realizzata da privati per rispondere alla crescente richiesta di cultura da parte di una classe borghese in rapida ascesa. Al 1800 risale invece la fondazione della Library of congress, un complesso monumentale destinato a dare testimonianza delle raccolte librarie degli USA. In Inghilterra il grande sviluppo industriale e quindi l’esigenza di una classe lavoratrice alfabetizzata e di un livello culturale generalmente più elevato esercitarono una forte spinta nella diffusione delle b. associative, trasformatesi presto in b. pubbliche, istituite e finanziate dalle comunità locali. In Russia risale al 1917 la fondazione della b. Lenin di Mosca e da allora si sviluppò una sempre più ampia rete di pubblica lettura. A partire dalla fine del 20° sec. le innovazioni tecnologiche e le loro applicazioni telematiche hanno imposto di riconsiderare caratteristiche e funzioni delle biblioteche. La b. si va qualificando come un organismo finalizzato a soddisfare una domanda sempre più diversificata. Lo sviluppo della rete internet e la sua possibilità di comunicazione globale hanno reso le b. sempre meno le uniche organizzazioni che operano nel mercato dell’informazione.
Si veda anche Le biblioteche