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AMBROSIANA, BIBLIOTECA

di Luigi Gramatica - Enciclopedia Italiana (1929)
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AMBROSIANA, BIBLIOTECA

Luigi Gramatica

. È noto che l'Ambrosiana, inaugurata l'8 dicembre 1609, deve la sua fondazione e la prima dotazione al card. Federico Borromeo (1564-1631), e che tra le istituzioni congeneri fu una delle prime a mettere a servizio del pubblico i molti volumi stampati e manoscritti in essa raccolti: specialità, questa, voluta dallo stesso fondatore, e tale da costituire una, e non l'ultima, delle benemerenze che segnalano all'ammirazione e alla gratitudine degli studiosi la nobile figura dell'antico arcivescovo di Milano.

Forse non è ugualmente noto il fine immediato che quell'uomo di Chiesa si era proposto con la sua fondazione e che egli stesso, del resto, aveva chiaramente indicato nelle costituzioni che ancora reggono quel venerando istituto di cultura.

Preoccupato della formazione di un clero studioso, la cui scienza servisse a renderne più proficua la missione e più autorevole il ministero, il Borromeo si propose d'istituire un collegio di circa una quindicina di ecclesiastici, il cui compito fosse di specializzarsi nelle varie branche dello scibile per meglio contribuire al lustro della Chiesa, alla difesa e alla propagazione della fede, alla utilità degli studiosi. A questo collegio, al cui decoroso sostentamento provvide del suo, affinché, senza preoccupazioni materiali, i membri che lo componevano potessero attendere agli studî, il Borromeo affidò più direttamente i tesori letterarî con tanta cura e tanto dispendio raccolti, e volle che da loro principalmente essi fossero illustrati, pubblicatì e divulgati. Perché poi alla istituzione fosse assicurata, anche dopo la sua propria morte, una continuità, il cardinale le costituì un patrimonio, il quale se non corrispose adeguatamente al bisogno, non fu per mancanza di buona volontà da parte del fondatore, ma per le calamità dei tempi e particolarmente di quelle sopravvenute nell'ultimo periodo della sua vita operosa, durante il quale egli si vide costretto a devolvere forti somme per venire in soccorso dei suoi diocesani, terribilmente travagliati dalle guerre, dalla peste e dalla carestia.

Nel cuore di Milano, a poca distanza dalla piazza del Duomo, sopra una striscia di terreno già appartenente agli oblati del S. Sepolcro, l'Ambrosiana fu eretta dalle fondamenta con magnificenza quasi regale, e in condizioni da bastare alle esigenze della prima ora. Furon solo gli eventi, ed eventi insperati e insperabili, quelli che coll'andar del tempo procurarono accessione e annessione di altra area e di altri locali, e le concessero con un più ampio respiro la possibilità di accrescere e di sistemare la suppellettile libraria e quelle altre raccolte che le si erano aggiunte. Tali furono, tra l'altro, le raccolte di quadri e di opere d'arte iniziate con grande munificenza dallo stesso cardinale e destinate in origine a un'accademia di scultura e pittura da lui annessa all'Ambrosiana; tali il museo Settala, che, per quanto pervenuto all'Ambrosiana mutilo e saccheggiato, ricorda ancora la genialità e ingegnosità di un autentico scienziato appartenente ad una illustre famiglia milanese.

Altre riforme edilizie, condotte a termine grazie al generoso concorso della cittadinanza milanese, sono di data recentissima, e culminarono con la costruzione della spaziosa ed elegante sala di lettura dedicata a S. S. Pio XI, il più glorioso dei bibliotecarî dell'Ambrosiana, fra i quali non mancarono altri uomini eminenti negli studî. Senza parlare di quelli scelti dallo stesso cardinale, basterà citare per il sec. XVIII il Muratori, il Sassi, e, per i tempi più a noi vicini, l'Oltrocchi, il Branca, l'Amoretti, P. Mazzuchelli, il Mai e il Ceriani, per persuadersi quale palestra di forti studî sia stata e possa divenire la gloriosa istituzione milanese.

Fin dalla sua fondazione l'Ambrosiana fu dotata di circa 12.000 opere manoscritte, che in progresso di tempo hanno raggiunto il numero di 20.000, se si tien conto del recente lascito del marchese Trotti e del fondo cospicuo di manoscritti provenienti dal Yemen e acquistati nel 1909 per iniziativa del compianto orientalista E. Griffini, grazie a una sottoscrizione cittadina. Degli altri manoscritti la provenienza è varia. Alla vigilia dell'inaugurazione dell'Ambrosiana, il cardinale fondatore mandò i suoi emissarî nella Italia meridionale, nelle isole dell'Ionio e dell'Egeo, in Grecia, in Siria, in Turchia, in Egitto, in Germania, nella Provenza, nella Spagna, ovunque sapesse esservi possibilità e probabilità di acquisti. E, come mettendo a contribuzione la stima grande in cui era tenuto e la sua autorità di arcivescovo di Milano, riuscì ancora a farsi cedere da monasteri, come p. es. da quello di Bobbio, o da collegiate come l'Incoronata di Milano e il capitolo della sua cattedrale, ciò che di meglio aveano nelle loro raccolte; così, valendosi di abili intermediarî, poté trovare presso i principali bibliofili del tempo e presso gli eredi degli umanisti, che aveano illustrato specialmente l'età precedente, cospicue collezioni che spendendo largamente poté assicurare alla sua istituzione. Fra tali manoscritti (ve ne sono del lV, del V e dei secoli successivi), sono molti i latini, i greci, gli orientali (ebraici, arabi, persiani, siriaci, etiopici), gl'italiani, ecc. Di essi, alcuni sono testi originali della Bibbia, o preziosi documenti di antichissime versioni, altri sono opere di liturgia, di patrologia o di storia ecclesiastica e civile, antiche cronache, leggende, documenti preziosi di tempi quasi dimenticati. Abbondano specialmente le opere letterarie degli antichi: testi di poeti e prosatori greci e latini, opere di retori, di grammatici, di commentatori; non mancano le opere artistiche (sono più di 200 i manoscritti miniati, appartenenti alle varie scuole d'Europa) e le opere scientifiche.Tra queste meritano speciale menzione i manoscritti di Leonardo da Vinci, che, se entrarono in biblioteca nel 1637, dopo la morte del fondatore, non fu senza un riflesso alla memoria di lui, di cui il donatore Galeazzo Arconati era parente e ammiratore.

Quanto agli stampati, che dapprincipio erano circa 30.000, in numero sufficiente per riempire le eleganti scaffalature della sala principale, l'accrescimento ebbe luogo in forma più rapida e per lo più per opera di generosi oblatori. Vanno ricordati, tra i benemeriti della prima ora, i giureconsulti Stefano Rampini e Teodoro Osio, i sacerdoti Giovanni M. Pasqual e G. B. Rusca, il conte Abbiate-Forieri, donna L. M. Talenti di Fiorenza, gli oblati del S. Sepolcro ed altri. Più tardi, oltre l'acquisto importante delle librerie Simonetta, Migliavacca e Lambertenghi, concorsero ad accrescere notevolmente l'Ambrosiana le donazioni Marelli, Bonelli, Fagnani, Custodi, Agnelli, G. Ceruti, C. Menzinger, Cristoforo Bonavino, C. Nardi, P. Tosi, T. Massarani, T. Gallarati-Scotti, Giulio e Giberto Porro-Lambertenghi, Villa-Pernice, Polli, Osnago, Schiaparelli, Ceriani, Poma, Vitali, ed altre minori, che sarebbe troppo lungo enumerare. Per questi accrescimenti straordinarî e per gli acquisti ordinarî, che si sono sempre continuati, la raccolta degli stampati ha finito quasi col decuplicarsi. Né il grosso aumento fu a detrimento della qualità delle opere stampate, giacché le raccolte ambrosiane d'incunaboli, di aldine, di elzeviri, di cominiane, di bodoniane, e delle edizioni dei Giolito, dei Giunta, dei Roberto Stefano, ecc. sono assai numerose. La biblioteca è parimenti ricca di opere illustrate, di rarità bibliografiche, di grandi raccolte, in una parola di tutto ciò che può rendere preziosa una istituzione di questo genere.

Naturalmente, data soprattutto la sua origine e la maniera con cui si è venuta sviluppando e accrescendo, non si può pensare, per ciò che riguarda la sezione degli stampati, a una specializzazione. Quello che si è potuto fare, e che fu premura costante dei suoi dirigenti, fu di acquistare di preferenza quelle opere di carattere generale e quelle pubblicazioni che meglio aiutino lo studio dei manoscritti, poiché la biblioteca è e sarà soprattutto celebre per i preziosi codici che vi sono accumulati e che ne costituiscono la caratteristica e la principale e non comune ricchezza.

Bibl.: L. Beltrami, Guida della Biblioteca Ambrosiana: cenni storico-descrittivi, Milano 1895; Guida sommaria per il visitatore della Biblioteca Ambrosiana e collezioni annesse, Milano 1907; A. Sepulcri, La Bibl. Ambrosiana (con bibliografia), in Le Biblioteche milanesi. Manuale pubbl. a cura del Circolo filologico milanese, Milano 1914, pp. 3-49.

Vedi anche
Federico Borromèo Cardinale, arcivescovo di Milano (Milano 1564 - ivi 1631); dopo aver assunto l'abito ecclesiastico (1580), studiò a Bologna e nel collegio istituito a Pavia dal cugino s. Carlo B.; morto il quale, passò (1586) a Roma ove fu creato cardinale (1587) e, ricevuto il sacerdozio, cardinale prete di S. Maria ... Ludovico Antonio Muratóri Storico e letterato (Vignola 1672 - Modena 1750). Ecclesiastico, M. orientò tutta la sua opera di storico entro un'intuizione e concezione del mondo adeguata alle esigenze della sua fede. Compilò la monumentale raccolta Rerum italicarum scriptores (24 voll., 1723-38; 25º vol. di indici nel 1751) che, ... palinsesto Paleografia Manoscritto di papiro o pergamena, di epoca antica o medievale, il cui testo originario (scriptio inferior) sia stato cancellato mediante lavaggio e raschiatura e sostituito con altro (scriptio superior) disposto nello stesso senso o in senso trasversale al primo. L’uso di riutilizzare la ... Giovanni Mercati Ecclesiastico (Gaida, Reggio nell'Emilia, 1866 - Roma 1957), fratello di Angelo e di Silvio Giuseppe; sacerdote (dal 1889), dottore della Biblioteca Ambrosiana (1893-98), scrittore (1898-1918), pro-prefetto (1918) e prefetto (1919-36) della Biblioteca Vaticana, dal 1936 cardinale bibliotecario e archivista ...
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Vocabolario
bibliotèca
biblioteca bibliotèca s. f. [dal lat. bibliotheca, gr. βιβλιο- ϑήκη, comp. di βιβλίον «libro» e ϑήκη «deposito»]. – 1. Raccolta di libri per uso di studio, e anche il luogo stesso (sala o edificio) dove si conservano: «biblioteca» (bibliothéke)...
lautézza
lautezza lautézza s. f. [der. di lauto; cfr. lat. lautitia (usato per lo più al plur.) «sontuosità, lusso»], non com. – L’essere lauto, magnificenza, abbondanza: l. di trattamento; convito organizzato con molta l.; biblioteca ambrosiana,...
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