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BIBBIENA

di Attilio MORI - Pietro TOESCA - Corrado LAZZERI - Enciclopedia Italiana (1930)
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BIBBIENA (A. T., 24-25-26)

Attilio MORI
Pietro TOESCA
Corrado LAZZERI

Comune del Casentino (provincia di Arezzo), il cui capoluogo è posto sulla sommità e le pendici di un colle, che l'Arno lambisce con la sua riva sinistra, presso la confluenza dell'Archiano, a 425 m. s. m. Bibbiena, per l'aspetto che presentano i suoi edifici e le sue vie e piazze, per l'importanza economica come mercato dei prodotti agrarî e industriali del suo territorio, per le sue istituzioni (scuola d'industrie elettriche), può considerarsi quale una piccola città. La popolazione del centro urbano era nel 1921 di 1714 ab.; quella dell'intiero comune, vasto 85,91 kmq., di 8616 ab., contro 5295 censiti nel 1861. Si contano nel suo territorio altri 14 borgate e casali, dei quali il più cospicuo è Soci, con 1630 ab. (1176 accentrati), centro di una fiorente industria laniera. Bibbiena è stazione della ferrovia Arezzo-Stia.

Monumenti. - La prepositura - Ss. Ippolito e Donato - del sec. XII, poi trasformata in varie riprese e a un piano più alto, possiede un polittico di Bicci di Lorenzo (1435) e una Madonna col Bambino e angeli di Arcangelo di Cola di Camerino. Nella chiesa di S. Lorenzo sono due terracotte invetriate della bottega di Andrea e Giovanni della Robbia con l'Adorazione dei pastori e la Deposizione della Croce, un crocifisso dipinto su tavola (sec. XIV). Notevoli anche il grande palazzo Dovizi (sec. XVI); il palazzo ora della pretura (sec. XVI); quello comunale; la torre delle ore, avanzo dell'antica rocca sulla piazza, fiancheggiata dall'antico palazzo dei Vecchietti; la loggetta trecentesca, ora accecata, sull'entrata in paese.

Nelle immediate vicinanze di Bibbiena è il convento di S. Maria del Sasso. La sua chiesa, sul luogo di un'apparizione miracolosa, fu ricostrutta dopo il 1486 con l'aiuto di Lorenzo de' Medici da un architetto Bartolomeo Bozzolini da Fiesole in eleganti forme ancora brunelleschiane: ha un leggiadro ciborio, vetri dipinti, stalli intarsiati da Salvatore e da Michele dell'Impruneta (1525), terracotte robbiane, un'Assunzione e un'altra tavola (1525) di Fra' Paolino da Pistoia; nel soccorpo, una statua in legno, della prima metà del sec. XV: "la Madonna del Buio", fiorentina.

Storia. - Il nome di Bibbiena è probabilmente d'origine etrusca, a giudicare dalla desinenza. Nel Medioevo l'antico e forte castello di Bibbiena apparteneva ai vescovi di Arezzo; la sua chiesa è ricordata in documenti del 976. I guelfi fiorentini, dopo la vittoria di Campaldino, devastarono la località e quasi la distrussero. Vi ebbero poi dominio i Tarlati di Pietramala, quindi con varie vicende i Fiorentini. Nel 1440 fu occupata da Niccolò Piccinino, nel 1498 dai Veneziani condotti dall'Alviano in lega col duca d'Urbino; la restituì ai Fiorentini l'abate camaldolese Basilio Nardi. Nel 1509 soffrì non poco dai Fiorentini per aver dato ricetto agli esuli Piero e Giuliano dei Medici, che la compensarono poi di molti privilegi.

Fra gli uomini illustri di Bibbiena sono il card. Bernardo Dovizi, detto il Bibbiena (1470-1520), e Giuseppe Borghi (1790-1847), traduttore delle odi di Pindaro.

Bibl.: Per la parte artistica v.: P. Fineschi, Compendio sopra le due immagini che si venerano in S. Maria del Sasso, Firenze 1782 (2ª ed., Arezzo 1877); C. v. Stegmann e H. v. Geymüller, Architektur der Renaissance in Toskana, Monaco 1885-95, X, XI; C. Boni, Guida del Casentino, Firenze s. a.; P. Toesca, Ricordi di un viaggio in Italia, in L'Arte, VI (1903), pp. 227-29.

Per la parte storica v.: C. Beni, Guida illustrata del Casentino, 3ª ed., Firenze 1908, pp. 360-397; Jetta-Giannini, in Giorn. stor. della lett. ital., XXXIX, p. 186; Relazione della rovina delle mura di Bibbiena eseguita dagli uomini di Poppi nel tempo che la magnifica casa dei Medici era stata scacciata da Firenze, l'anno 1489, ms. n. 14 presso la Bibl. d. Frat. di Arezzo; e specialmente E. Repetti, Dizionario, ecc.

Vedi anche
Casentino Regione naturale della Toscana (circa 800 km2), corrispondente al bacino superiore dell’Arno e delimitata a N dal gruppo del Monte Falterona, a O dalla catena di Pratomagno e a E dalle Alpi di Serra, dal Monte Penna e dall’Alpe di Catenaia. Ha aspetto di ampia e profonda conca con una breve pianura alluvionale ... Piero de' Mèdici Figlio (n. Firenze 1472 - m. in battaglia 1503) del Magnifico e di Clarice Orsini. Educato dal Poliziano alle lettere, non ebbe invece attitudini politiche. Successo al padre nel 1492, non seppe né conquistarsi il popolo né garantirsi proficue alleanze, per cui, recatosi a incontrare Carlo VIII di Francia ... Girolamo Gènga Pittore e architetto (Urbino 1476 circa - ivi 1551). Scolaro e collaboratore di L. Signorelli, subì anche l'influsso del Perugino, di cui fu aiuto negli anni in cui Raffaello era in quella bottega (1502-04). Partecipò (1509-10) con L. Signorelli e il Pinturicchio alla decorazione del palazzo di Pandolfo ... Francésco Marìa I della Rovere duca d'Urbino Figlio (n. 1490 - m. Pesaro 1538) di Giovanni della Rovere e di Giovanna, figlia di Federico duca di Urbino; successe allo zio materno Guidobaldo I d'Urbino nel 1508. Nominato dallo zio, papa Giulio II, capitano generale delle truppe pontificie, combatté contro Venezia (1509) e Ferrara (1511), subendo ...
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Altri risultati per BIBBIENA
  • Bibbiena
    Enciclopedia on line
    Comune della prov. di Arezzo (86,4 km2 con 12.220 ab. nel 2007). Forse di origine etrusca, appartenne già nell’alto Medioevo ai vescovi di Arezzo; i guelfi fiorentini la devastarono dopo la battaglia di Campaldino (1289), la tennero quindi i Tarlati di Pietramala e più tardi i Fiorentini ai quali rimase ...
Vocabolario
accasare
accasare v. tr. [der. di casa]. – 1. Far sposare un figlio o una figlia: ha accasato bene le sue due figlie. 2. rifl. a. Metter su casa, prendere domicilio in un luogo: tolse moglie e s’accasò in Bibbiena (Berni); un collega ... lo invita...
serrare
serrare v. tr. [lat. *serrare, da serare «chiudere» (der. di sera «serratura, spranga di chiusura»), con doppia r per influsso di ferrum «ferro», oppure di serra «sega» per la forma seghettata di alcune specie di serratura] (io sèrro, ecc.)....
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