BIASCA (A. T., 20-21)
Paese del Canton Ticino, a 308 m. s. m., all'imbocco della Val Blenio, 19 km. a N. di Bellinzona, centro importante di svariate escursioni. È bagnato dal torrente Brenno che porta al Ticino le acque del Lucomagno e della Greina e spesso straripa, recando danni. Trovandosi sulla linea del Gottardo e all'incrocio delle carrozzabili per Bellinzona, Val Blenio e Passo del Lucomagno, ha molti alberghi, un teatro, varie scuole e alcuni stabilimenti per riparazione di materiale ferroviario e lavorazione del legno. Sono poi assai note le sue cave di granito e di gneiss che dànno lavoro a varie centinaia di operai. Biasca contava, nel 1920, 2815 abitanti. La cosiddetta Buzza o Macereto di Biasa verso lo sbocco di Val Blenioi è dovuta ad un'enorme frana del Pizzo Magno che cadde nel 1512, facendo gran numero di vittime, ed arrestò per 14 mesi circa il corso del Brenno. Questo, nell'estate del 1514, riuscì però ad aprirsi una via e trascinò seco in tutta la valle sottostante, da Biasca al Lago Maggiore, una quantità immensa di massi e di detriti, che causarono gravi danni.
Tra le chiese, la più notevole è l'antica collegiata di S. Pietro, pittorescamente collocata in alto sul fianco della montagna. Di forma basilicale e di struttura romanica, come l'attiguo campanile, ha un elegante protiro del sec. XVII e, sulla facciata, una gigantesca figura di S. Cristoforo, affresco del sec. XIII. Altri affreschi dei secoli XV e XVI; frammenti varî di scultura medievale; un altare di Paolo Pisoni d'Ascona (1680); la cappella di santa Petronilla, barocca, ne rendono interessante l'interno. Un suo messale, forse del sec. IX, è ora nella Biblioteca Ambrosiana.
L'attuale chiesa parrocchiale di S. Paolo, di un certo valore artistico, è opera dello scultore milanese Macciachini.
Bibl.: G. Rudolf Rahn, Monumenti artistici del Medioevo nel Canton Ticino, Bellinzona 1894; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912, p. 74.