BIANCO Alfani
Protagonista realmente esistito (V. Rossi lo ha rintracciato in due documenti del 18 nov. 1423 e dell'11 luglio 1427) di una novella inserita in appendice al Decameron nella edizione giuntina del 1516 e, successivamente, nel celebre Novellino del Borghini (1572). Lioncino de' Nobili narra al cospetto di Piero di Filippo del Nero (Piero Viniziano), Giovannozzo di Francesco di Neri Pitti ed altri la storia comica di B. al quale Niccolò Tinucci, Giovanni di Santo di Collattani e Antonio di Matteo di Meglio fanno credere, con pieno successo, di essere stato eletto podestà di Norcia adducendo falsi documenti e costringendo il malcapitato a recarsi fino sul luogo in cui avrebbe dovuto assumere la magistratura. Il fatto della novella si finge avvenuto nel 1429 e narrato nel '30 ad una brigata riunita per scampare ai pericoli della peste. Tali date sono probabilmente fittizie, mentre storici sono tanto gli interlocutori quanto i personaggi della novella; il B. vi appare sessantenne, guardiano alle Stinche e abitante "in Torcicoda dietro a San Piero Maggiore".
Lo stesso Rossi inclinò a credere che la beffa, fatta o immaginata che fosse, si dovesse collocare non oltre il 1422. Successivamente il racconto si sarebbe venuto arricchendo, fino a che Lioncino de' Nobili (morto nel secondo semestre del 1430) loavrebbe messo in scritto valendosi forse di dettature anteriori. Un ignoto lo avrebbe rimaneggiato prima del 1434inquadrandolo nella scena di un lieto ritrovo del '30. Per L. Di Francia la novella sarebbe invece opera di Piero Viniziano, al quale va sicuramente attribuita la novella di madonna Lisetta Levaldini che appare nei manoscritti unita a quella di B. e raccontata dall'autore. Posta in bocca di Lioncino de' Nobili per pura finzione letteraria (una contesa fra i due novellatori), la storia di B. sarebbe stata composta dal lanaiuolo fiorentino nel 1433, mentre era podestà di Prato, e spedita in lettura a Galeotto da Ricasoli. G. Fatini aderì alla tesi del Di Francia ponendo la novella sotto il nome di Piero Veneziano nella scelta di Novelle del Quattrocento (Torino 1929, pp. 80ss.), e lo stesso Rossi espresse qualche perplessità sulla precedente attribuzione a Lioncino de' Nobili in Il Quattrocento (Milano 1933, p. 217).
Bibl.: V. Rossi, Sulla novella del B. A., in Raccolta di studi crit. dedicati ad A. D'Ancona, Firenze 1901, pp. 387 ss., e poi in Scritti di critica letter., II, Firenze 1930, pp. 371 ss.; L. Di Francia,Novellistica, I, Milano 1924, pp. 401 ss.