MILESI, Bianca
MILESI, Bianca. – Ultima di cinque figlie, nacque a Milano il 22 maggio 1790 da Giovan Battista e da Elena Viscontini. Il padre aveva proseguito con successo le attività degli avi, commercianti bergamaschi trasferitisi a Milano all’inizio del Settecento: all’agiatezza economica la moglie, donna raffinata aperta alle influenze d’Oltralpe, aveva aggiunto il respiro culturale di un salotto frequentato, tra gli altri, da C. Porta, G. Cattaneo e G. Bossi.
Istruita dai sei ai dieci anni con le sorelle in un convento di Firenze e nei monasteri milanesi di S. Sofia e di S. Spirito, quindi da una maestra privata con esperienze in Inghilterra e in Francia, la M. dimostrò una precoce curiosità intellettuale che la madre assecondò accompagnandola, dopo la morte del padre, nel 1804, in un viaggio in Toscana e poi in Svizzera, e consentendole varie e ampie letture, tra le quali opere di Hume, Rousseau, Voltaire. Manifestata una spiccata predisposizione per il disegno e la pittura, poté frequentare artisti di rilievo della Milano napoleonica, come Andrea Appiani; i soggiorni a Roma – dove ebbe per guida Antonio Canova e strinse amicizia con Sophie Reinhard –, a Firenze e Napoli ne stimolarono la vivacità intellettuale e lo spirito d’indipendenza.
Tra la caduta del Regno Italico e il ritorno dell’Austria a Milano la M. si indirizzò verso l’impegno letterario compilando le apprezzate biografie di Maria Gaetana Agnesi e di Saffo edite a Milano da N. Bettoni nel 1815. Dopo il viaggio del 1817-18 in Germania, Austria e Ungheria, che ne completò la «formazione sentimentale», si inserì nel circuito cospirativo dell’opposizione antiaustriaca milanese animata da F. Confalonieri, destinata a divenire paradigma della «donna del medio ceto […] colta e consapevole, orgogliosa di poter essere utile alla nazione da redimere e al nucleo familiare da costruire» (Soldani, p. 195): il suo impegno all’interno delle «giardiniere della carboneria» – insieme con la cugina Matilde Viscontini Dembowski – si concentrò sulle scuole di mutuo insegnamento, prova di una lettura pedagogica dell’autonomia della patria, intesa anche come fattiva modernizzazione sociale, che si sarebbe consolidata negli anni della maturità. È di quel periodo l’assistenza prestata all’amico M. Gioia, arrestato nel dicembre 1820, alla quale seguì tuttavia un deterioramento dei loro rapporti. Significativi aneddoti la vogliono inoltre autrice dell’allegoria disegnata sullo stendardo del battaglione «Minerva» degli studenti pavesi passati in Piemonte nel 1821 e ideatrice della carta frastagliata usata dai federati milanesi per la corrispondenza clandestina.
Coinvolta nelle indagini antisettarie del dicembre 1821, la M. evitò l’arresto negando fermamente qualsiasi compromissione: per sottrarsi al clima oppressivo creatosi a Milano, nel 1822 si recò a Ginevra, dove conobbe J.C.L. Sismondi, per lei futuro punto di riferimento anche epistolare (alla sua morte ne avrebbe raccolto la corrispondenza, pubblicata nel 1857 dalla comune amica Adélaïde de Montgolfier). Passò quindi a Parigi e in Inghilterra, dove ascoltò le lezioni di Mary Edgeworth, autrice di libri per l’infanzia. Dopo tappe in Olanda, Belgio e Svizzera rientrò a Genova, dove si inserì nell’ambiente liberale (fu socia tra l’altro della Società di lettura di cui era segretario il giovane G. Mazzini): nella città ligure conobbe Benedetto Mojon, medico affermato che sposò il 24 genn. 1825 nonostante l’opposizione della madre e con il quale ebbe due figli. Continuò tuttavia il suo impegno in prima persona nei cenacoli mazziniani e per questo fu controllata, insieme con il marito, dalla polizia.
Tra gli anni Venti e Trenta consolidò il profondo interesse culturale per la prima infanzia e per le teorie educative della Edgeworth, che contribuì a divulgare in Italia grazie a numerose traduzioni di lezioni e letture, alcune ospitate anche dalla Guida dell’educatore di R. Lambruschini. Quest’attività – che le procurò la duratura stima, tra gli altri, di Mazzini (nell’Apostolato popolare del 3 febbr. 1843 egli la definì «nome caro all’Italia per più lavori dedicati all’educazione dell’infanzia») – finì per prevalere sull’impegno artistico della M., ritrattista apprezzata: come scrisse da Torino all’amica Fulvia Jacopetti Verri il 13 maggio 1833, alle visite alle gallerie e ai musei aveva preferito quelle agli asili, gli stabilimenti «ne’ quali si fa direttamente avanzare la macchina sociale». Donna e madre risoluta, sostenitrice dell’emancipazione femminile, «concreta e ragionevole» (così era apparsa al giovane C. Benso conte di Cavour, del quale peraltro aveva intuito la precoce maturità intellettuale), convinta dell’importanza della risposta dei giovani al discorso patriottico mazziniano, dopo l’ondata di indagini e arresti del 1833 decise tuttavia che per il bene dei figli era necessario lasciare l’Italia: si stabilì con la famiglia a Parigi e continuò tra gli anni Trenta e Quaranta a coltivare gli scritti di carattere educativo elogiati da C. Cattaneo, il profondo interesse per la religione (aveva abbracciato quella protestante e affidato l’educazione dei figli al pastore A. Coquerel) e la vasta rete di amicizie, testimoniata dalla corrispondenza, tra gli altri, con Sismondi, e in cui figuravano S. Pellico, A. Manzoni, N. Tommaseo, F. Confalonieri e Mazzini.
Dalla Francia seguì con trepidazione gli avvenimenti italiani del 1848-49, ma non fece ritorno nella penisola. Contratto il colera, morì a Parigi l’8 giugno 1849, seguita due ore dopo dal marito che l’aveva assistita. Fu sepolta nel cimitero di Montmartre.
Opere: Vita di M. Gaetana Agnesi e Vita di Saffo, in Vite e ritratti di donne illustri, Padova 1815; Vita di Maria Gaetana Agnesi, in Vite e ritratti delle donne celebri d’ogni paese, raccolte da L. D’Abrantès, Milano 1836-39; Lezioni elementari di storia naturale ad uso dei fanciulli, trad. dal francese di C. Rossari, ibid. 1838. Traduzioni: Prime lezioni di M. Edgeworth, ibid. 1829; Cenni pel miglioramento della prima educazione de’ fanciulli, trad. libera dalla 9ª ed. inglese, ibid. 1830; Prime letture pe’ fanciulli di tre in quattro anni, ibid. 1831 (poi Modena 1832 e Milano 1835); Inni in prosa per fanciulli, di A.L. Barbauld, Milano 1832; Benedetto: letture pei fanciulli da otto a undici anni, di M. Edgeworth, ibid. 1839 (anche in Guida dell’educatore, foglio mensuale, a cura di R. Lambruschini, luglio 1836, pp. 105 ss.); Raccolta di dodici novelle, Livorno 1847.
Fonti e Bibl.: Milano, Arch. storico civico, Ruolo generale della popolazione 1811, ad nomen; Arch. di Stato di Milano, Presidenza di Governo, cartt. 62, 64; Processi politici, cartt. 30, 31, 32, 45, 69, 113; Milano, Istituto dei ciechi, Fondo Michele Barozzi (lettere del 1845-46); Ibid., Museo del Risorgimento, Carte C. Cattaneo, cart. 10 (26 lettere ad Anna Woodcock del 1822-32); Genova, Biblioteca universitaria, Fondo Autografi; Archivio Gallesio-Piuma; Bologna, Biblioteca del Museo del Risorgimento, Fondo Dallolio, lettera a F.M. Canuti (5 genn. 1845); Livorno, Biblioteca Labronica, Autografoteca Bastogi, lettera a L. Angeloni, 24 apr. 1824; a G. Cattaneo, 1820 e 19 febbr. 1833, autografo non firmato; Roma, Museo centrale del Risorgimento, Carte Rossetti, lettera a G. Rossetti, 19 maggio 1846; Oxford, Bodleian Library, English letters, c. 271: Papers of M. Edgeworth (1768-1849), Ms. Eng. Lett.c.271, cc. 46-47; necr., in Journal des débats politiques et littéraires, 10 juin 1849, p. 2; Rivista universale, 5 giugno 1818, p. 403; B. M., in Il Raccoglitore, 19 sett. 1819; L. Rossi, All’insigne B. M., in Corriere delle dame, 21 apr. 1821; G. Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane, Venezia 1824, p. 245; M. Gioia, Lettera intorno alla sig.ra B. M., in Opere minori, V, Lugano 1834, ad ind.; S. Pellico, Epistolario, a cura di G. Stefani, Firenze 1856, nn. 111, 114, 132; Edizione nazionale degli scritti editi ed inediti di G. Mazzini, Indici, II, 2, a cura di G. Macchia, Imola 1973, ad nomen; Carteggio del conte Federico Confalonieri, a cura di G. Gallavresi, II, 1, Milano 1911, ad ind.; J.-C.-L. Sismondi, Epistolario, a cura di C. Pellegrini, I-IV, Firenze 1933-1954, ad indices; I costituti di Federico Confalonieri, a cura di F. Salata - A. Giussani, I-IV, Bologna-Roma, 1940-1956, ad indices; Carteggio di Federico e Teresa Confalonieri, a cura di F. 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A. Arisi Rota