Architetto (Ferrara 1447 circa - ivi 1516); lavorò con Pietro degli Ordini all'ampliamento del palazzo di Schifanoia (1467-69) a Ferrara. Architetto e ingegnere ducale dal 1483, nel 1492 iniziò i lavori dell'"addizione" erculea, la nuova espansione della città, voluta da Ercole I d'Este, che occupa una posizione del tutto particolare nella storia architettonica del Rinascimento, in quanto impegno urbanistico concreto, svincolato dalle elaborazioni della "città ideale" e in rapporto con lo sviluppo cittadino nel suo insieme. Nel 1495 assunse l'incarico della costruzione delle nuove mura, cui continuò ad attendere ancora quando, dopo il 1505, con la morte di Ercole I passò al servizio del card. Ippolito anziché del successore di Ercole, Alfonso. Trasformò l'aspetto di Ferrara con edifici insigni: la chiesa di S. Francesco (1494), dalla nitida facciata albertiana, con lisce superfici; S. Maria in Vado (iniz. 1495); ecc. Raggiunse l'eccellenza della sua arte nel palazzo dei Diamanti, dal caratteristico bugnato appuntito, e in quello di Ludovico il Moro. La castigatezza dello stile rossettiano si scopre anche nell'originale campanile di S. Giorgio (1485). Attese anche a opere di fortificazione a Modena e altrove, e ai restauri dei palazzi estensi di Venezia.