MARIN, Biagio
Poeta, nato a Grado il 29 giugno 1891; fece gli studî a Vienna e a Firenze, dove strinse amicizia con alcuni scrittori della Voce, e a Roma, ove si laureò in filosofia; ha per parecchi anni insegnato negli istituti magistrali e nei licei.
Nei suoi versi (I canti de l'isola, Udine 1951, che comprendono la sua produzione di un quarantennio; Sénere colde, Roma 1953; L'estadela de San Martin, Caltanissetta-Roma 1958; El fogo del ponente, Venezia 1959), egli evoca, in dialetto gradese, e con modi insieme popolari e raffinati (dagli echi vagamente pascoliani), il piccolo mondo della sua isola, nel quale si riflettono, con un tono che sempre più inclina all'elegia, i proprî affetti, affanni, travagli. Carattere evocativo e poetico hanno anche le prose, in lingua, di L'isola d'oro (Udine 1934; nuova ed. Grado 1955) e Gorizia (Padova 1940; nuova ed. Gorizia 1956).
Bibl.: S. Benco, in Pègaso, aprile 1931; P. P. Pasolini, Introduz. a Poesia dialettale del Novecento (antologia in collaboraz. con M. Dell'Arco), Parma 1952; B. Maier, Introduz. a Poeti e narratori triestini (antologia a cura di varî), Trieste 1958, pp. 64-67; G. Prezzolini, Il tempo della Voce, Milano-Firenze 1960.