BIAFRA
. Tale denominazione fu assunta dalla regione orientale della Nigeria durante il tentativo di secessione (maggio 1967-gennaio 1970), stroncato attraverso una cruenta guerra, con rilevanti implicazioni internazionali. La vicenda s'inquadra nel contrasto fra le tre grandi regioni della Nigeria (v. in questa App.): nel gennaio 1966 un colpo di stato militare portava al potere il gen. Ironsi, segnando la rivincita degl'Ibo della regione orientale, i quali, più evoluti in senso moderno, si avviavano a estendere la loro presenza, già notevole nella burocrazia, a tutto l'apparato dello stato, riorganizzato in senso unitario e centralizzato da un decreto del maggio 1960. Un successivo colpo di stato (luglio), restituendo la prevalenza al Nord, provocò reazioni contro gli emigrati Ibo (20-30.000 uccisi) e il conseguente rifugiarsi di questi nella regione orientale, per la quale il col. O. Ojukwu, governatore militare di Enugu, chiese una radicale autonomia politica ed economica (le risorse petrolifere assicuravano ormai cospicui proventi all'avvenire della regione).
Il rifiuto di ogni concessione da parte del governo federale e il fallimento di ogni mediazione condussero Ojukwu alla proclamazione (30 maggio) della Repubblica del B., definita dal governo centrale "un atto di ribellione". In luglio ebbe inizio il confronto militare, con sviluppi favorevoli al B., che in agosto controllava la regione centro-occidentale della federazione; ma fra settembre e ottobre i federali prevalsero, occupando le stesse città di Enugu e Onitsha (il governo del B. si trasferì a Umuahia). La posizione del B. fu indebolita dall'atteggiamento dell'OUA, che aveva condannato la secessione (settembre 1967), e dalla caduta di Port Harcourt (maggio 1968) che aveva interrotto ogni collegamento diretto con l'estero; la sua resistenza - sostenuta, per motivi e interessi diversi, da un gruppo eterogeneo di stati quali Francia, Portogallo, Sud Africa e Cina popolare, - mentre Gran Bretagna e URSS aiutavano il governo federale e gli Stati Uniti restavano neutrali - fu seguita con simpatia e con aiuti umanitari dall'opinione pubblica di molti paesi, influenzata da un'abile propaganda che denunciava un presunto genocidio, tacendo le ragioni e le proposte conciliative del governo federale. Giovò al B. il riconoscimento (aprile-maggio 1968) da parte della Tanzania, del Gabon, della Costa d'Avorio e della Zambia, mentre si rinnovavano fra il 1968 e il 1969 tentativi di mediazione - promossi dal Commonwealth, dall'OUA, dalla Gran Bretagna, dal papa Paolo VI - vani per l'inconciliabilità delle due posizioni; ma la situazione militare si deteriorò inesorabilmente (caduta di Umuahia nell'aprile 1969) e alcuni esponenti Ibo si dissociarono da Ojukwu. La resistenza crollò nel gennaio 1970 (occupazione di Owerri e di Orlu e fuga di Ojukwu); il 12 il gen. Effiong proclamò la resa.
Il governo federale ha invero promosso, con clemenza e lealtà verso gl'Ibo, la reintegrazione del B. nell'unità della Nigeria, in certo modo maturata e rinsaldata dalla dolorosa esperienza.
Bibl.: F. F. Woolie, La sécession du B. et le droit international public, Parigi 1969; R. Niven, The war of Nigerian unity, 1967-1970, Londra 1970; Z. Cervenka, The Nigerian war 1967-1970, Francoforte sul Meno 1971; Nigeria: Dilemma of Nationhood. An African Analysis of the Biafran Conflict, a cura di J. Okpaku, Westport 1972; S. Cronje, The World and Nigeria, Londra 1972.