BHUTAN (A. T., 93-94)
Stato indipendente dello Himālaya orientale, situato fra il Tibet, le provincie inglesi dell'Assam e del Bengala e il Sikkim.
Esplorazione. - Il Bhutan è incompletamente esplorato e nella sua più gran parte non ancora rilevato topograficamente. I primi Europei che vi penetrarono furono i gesuiti portoghesi Cacella e Cabral, nel 1627, da Cooch Behar, sui confini settentrionali del Bengala, per una delle tante gole dette duar (porte), che salgono alle alte valli bhutanesi. Rimangono di loro alcune lettere, contenenti pochi particolari del viaggio, fra cui una descrizione della città di Paro e della valle in cui giace. I padri impararono anche i rudimenti della lingua, ed ebbero agio di osservare la vita monastica e di raccogliere informazioni sul paese e sul popolo, confermate da successivi esploratori. Dopo circa otto mesi, da Paro proseguirono per Shigatse, nel Tibet.
Per oltre un secolo e mezzo non si ebbe più notizia del Bhutan, fino a che le velleità di conquista del suo sovrano Deb Judhur, nel 1772 e negli anni successivi, richiamarono l'attenzione del governo dell'India e diedero occasione all'invio di varie missioni promosse da Warren Hastings. La prima, affidata a George Bogle e al dott. Hamilton, nel 1774, si recò direttamente da Cooch Behar a Tashichödzong (Tassisudon) di dove, dopo qualche mese, per la via di Paro e nella valle Chumbi, si recò a Shigatse. C. R. Markham ha ricostruito una relazione del viaggio dalle note e dal carteggio lasciati dal Bogle. Il dott. Hamilton fu di nuovo inviato nel Bhutan nel 1776 e nel 1777; una quarta missione, affidata dal Hastings al cap. Samuel Turner nel 1782, rifece il viaggio del Bogle fino a Shigatse, dandone un'ampia relazione illustrata. Il Bhutan occidentale fu di nuovo traversato nel 1811 da Thomas Manning, nel suo celebre viaggio a Lhasa, il cui diario fu pubblicato, insieme con quello del Bogle, dal Markham.
L'annessione dell'Assam ai possedimenti indiani nel 1826 diede nuove occasioni di contrasti col Bhutan; onde invii di nuove missioni. Nel 1838, il cap. Pemberton attraversò il Bhutan fin quasi ai confini col Tibet, dirigendosi poi a Punaka; dello stesso Pemberton rimane una relazione ricca d'importanti informazioni. Persistendo le scorrerie bhutanesi, nel 1864 venne affidata un'altra ambasceria a sir Ashley Eden, che percorse la valle Chumbi recandosi fino a Punaka; il maggiore Godwin Austen fece il rilevamento della via percorsa, che è quella già seguita prima dal Bogle, dal Turner e dal Manning. Qualche altro tratto del Bhutan occidentale e dell'orientale venne percorso e rilevato nel 1887-1888 da due topografi indiani. Ma nessun inglese ritornò nel Bhutan fin dopo la spedizione militare del 1904 a Lhasa. Nel 1905 Claude White raggiunge Tashichödzong dalla valle Chumbi per via in parte nuova; l'anno dopo egli attraversa il Bhutan orientale dall'Assam al Tibet, e il suo compagno, il geologo Guy Pilgrim, raccoglieva osservazioni sulla struttura di questa parte della zona pre-himalayana. Nel 1921 lord Ronaldshay, governatore del Bengala, traversa il Bhutan occidentale da nord a sud; e l'anno dopo, F.M. Bailey rifà la via percorsa dal White nel 1905 fino a Paro, raggiungendo poi Punaka, Tongsa e Bumtang, di dove passa nel Tibet; un gruppo di topografi che lo accompagnano, diretti dal cap. Meade, riporta un accurato rilevamento della zona percorsa. Il Bailey è l'ultimo esploratore del Bhutan.
Posto sulla scarpata dell'immenso zoccolo tibetano e sul versante meridionale dello Himālaya, il Bhutan è cinto al N. dalle più eccelse cime di quel tratto di catena dalle quali si dipartono le numerose propaggini che digradano rapidamente sino a divenire colline presso il confine meridionale. Le catene hanno direzione generale NO. SE.; tutti i versanti sono assai ripidi e le valli, profondissime, sono interrotte da magnifiche cascate. La zona elevata della montagna è costituita da gneiss emergenti dagli strati di micascisti e talcoscisti: formazioni calcaree sono assai estese. Dalle altissime vette settentrionali che superano i 6000 ed anche i 7000 m. scendono verso S. numerosi fiumi, che vanno a gettarsi nel Brahmaputra e che nel loro tragitto bhutanese, data la forte pendenza in letti rocciosi, sono assai precipiti e non guadabili nella stagione delle piogge. Procedendo dall'O. all'E. i principali sono: il Di-chu (chu, in tibetano = acqua, fiume), l'Amo-chu o Torsa, il Chin-chu, il Ma-chu, il Mati-chu e il Dangme-chu. Varî tratti di alcuni di questi fiumi rimangono tuttora inesplorati.
Nella vegetazione, sino ai 4600 m. prevale una folta foresta, ricca di varietà arboree; più in alto si spingono le conifere e poi i rododendri, famosi per la bellezza delle loro fioriture. Ricca sembra essere la fauna, nella quale sono rappresentati elefanti numerosissimi, leopardi, cervi, rinoceronti, l'orso, il mosco, il galeopiteco. Il clima è molto vario quanto alla temperatura, che è in rapporto all'altitudine, con piogge meno abbondanti che nell'alto Bengala e nell'Assam.
La superficie del Bhutan è di 51.800 kmq., la popolazione è stimata a circa 250.000 ab. di razza tibetana (principalmente Mech Kachari, del gruppo Bodo) e di religione buddista, di costituzione robusta e d'indole coraggiosa e violenta. Essa si divide in tre classi: i preti, i jenlops o capi, e i contadini. La capitale invernale è Punaka o Dosen (pop. 34.000 ab., a 1381 m. s. m.), la capitale estiva Tashichödzong, più in basso, a S. della prima. Altre città sono Paro, Wangdü Potrang, Tongsa sulla via dall'Assam a Lhasa, Byaka. Il Bhutan è governato da un maraja, capo religioso e civile, di una dinastia ereditaria stabilitasi nel 1907. Attualmente il governo britannico non ha alcuna ingerenza interna nello stato, ma ne controlla i rapporti esteri e versa ad esso un sussidio annuo.
L'agricoltura può dirsi relativamente prospera; il mais matura fino ai 2200 m. Nella zona più alta prevale l'allevamento. Il tangan, un cavallino di montagna, fratello del Nepalese, è molto apprezzato per la sua instancabile attività. Le industrie hanno carattere e uso del tutto locale.
Bibl.: G. Strahan, Explorations in Sikkim, Bhutan and Tibet, Dehra Dun 1889; G. Sandberg, Bhutan, Calcutta 1898; J. C. White, Sikkim and Bhutan, Londra 1909; Lord Ronaldshay, Lands of the Thunderbolt: Sikkim, Chumbi and Bhutan, Londra 1923; F. M. Bailey, Through Bhutan and southern Tibet, in Geogr. Journal, 1924, p. 291.