BHAVABHŪTI
. Grande poeta drammatico indiano, nato, secondo quanto egli stesso ci dice nel prologo di due suoi drammi, a Padmapura nel Vidarbha, l'odierno Berar, nell'India meridionale da famiglia brahmanica. Fu chiamato pure Śrīkaṇṭha "colui di cui la gola è la stessa eloquenza". Fu dotto nel Veda e nei sistemi filosofici. Fra le varie opinioni intorno al tempo di sua vita (alcuni lo assegnano al sec. V, altri al VII e persino all'XI d. C.), sicura ormai può reputarsi quella che lo ritiene fiorito nel sec. VIII. Egli visse difatti, come ci dice la Rājataraṅgiṇī ("La fiumana dei re"), cronaca dei re del Kashmir di Kalhaṇa dell'inizio del sec. XII (v. india: Letteratura), alla corte del re Yaśovarman di Kanyakubja (odierna Kanauj, nelle United Provinces tra la Jumna e il Gange), il quale regnò nella prima metà del sec. VIII. Bh. conobbe pure la celebre città di Ujjayinī, ove fece rappresentare i suoi drammi. Scrisse il Mahāvīracarita ("La vita e le gesta del grande eroe [Rāma]") e l'Uttararāmacarita ("La seconda parte della vita di Rāma"), nei quali per la prima volta portò sulle scene le vicende del generoso, popolare, valorosissimo eroe. Di lui esaltò nel primo dramma le geste e l'eroismo, dalla fanciullezza all'assunzione al regno paterno, nel secondo la delicatezza del sentimento, dopo il ripudio della sposa e l'affannosa ricerca di lei per averne riconosciuta l'illibata innocenza. Il terzo dramma di Bhavabhūti, il Mālatīmādhava "Mālatī e Mādhava", è una fine storia, che fu ben paragonata al Romeo e Giulietta di Shakespeare, delle dolorose vicende di un giovine e di una fanciulla, il cui amore contrastato trionfa alla fine su ogni frapposta difficoltà. Per la grande ricchezza della sua lingua, per la grande varietà e per la potente passionalità dei suoi sentimenti, per l'efficacissima descrizione dei grandiosi aspetti della natura Bhavabhūti si deve considerare insieme con Kālidāsa (v.) e con Śūdraka (v.) uno dei tre massimi poeti drammatici dell'India.
Opere: Mahāvīracarita, ed. da F. H. Trithen, Londra 1848; col commento sanscrito di Vīrarāghava, Bombay 1903. Traduzione in inglese di J. Pickford, Londra 1871 (ristampa 1892); Uttararāmacarita, ed. Bombay 1911, 4ª ed. Traduzione in inglese di C. A. Tawney, 2ª ed., Calcutta 1874; in francese di F. Nève, Bruxelles e Parigi 1880. Mālatīmādhava ed. da R. G. Bhandarkar con commento sanscrito di Jagaddhara, Bombay 1876 (Bombay Sanskrit Series, N. 15). Traduzione in francese di G. Strehly, Parigi 1885; in inglese di M. R. Kale, Bombay 1913; in italiano di F. Cimmino, Mádhava e Málatí dramma indiano di Bhavabhúti, Milano 1915.
Bibl.: A. Boroah, Bh. and his place in Sanskrit Literature, Calcutta 1878; F. Belloni-Filippi, Bh., in Rassegna Nazionale, 1° novembre 1906.