BEZZI, Giovanni Filippo, detto il Giambologna (Zam de Bologna)
L'attività di questo artista appare documentata, fra Bologna e Ferrara, negli ultimi anni del sec. XVII e nella prima metà del XVIII. La notizia più antica sul B., riportata da Antonio di Paolo Masini, risale al 1684 e si riferisce ai lavori eseguiti a palazzo Fantuzzi a Bologna. Spetterebbe a lui "l'arma della casa Fantuzzi con due figure grandi in scultura" tuttora al centro del soffitto nel vasto salone affrescato da Francesco Bibiena e decorato da Giuseppe Mazza. In occasione della fiera tenutasi a Bologna nel 1690, il B. ideò e realizzò una grandiosa "macchina" della quale parlano concordi le fonti e il cui disegno fu da lui stesso inciso (Crespi). Un ultimo appiglio cronologico è fornito dai pagamenti del 1694, a saldo di una decorazione scultorea per la cappella di Maria Vergine nella Chiesa Nuova di Ferrara (Cittadella, 1864, p. 665). Per l'altar maggiore della stessa chiesa, già dedicata a S. Maurelio e prima ancora sede della antica cappella ducale, il B. aveva eseguito "Stucchi, Angioli e mezze Statue di gesso" (Scalabrini, 1773, p. 40), non più reperibili essendo la sede adibita oggi a cinematografo.
La carriera artistica del B. è segnata da alcune altre prove, per le quali riesce difficile suggerire una datazione fondata. A Bologna vanno ricordati i puttini in stucco e la statua della Madonna nella sagrestia della chiesa di S. Maria della Carità e la testa in cera di S. Filippo Neri già nella decima cappella interna della chiesa di S. Gerolamo della certosa. A Ferrara inoltre egli scolpì le statue in legno dorato di S. Antonio edi S. Benedetto per l'altare maggiore della chiesa del monastero di S. Antonio Abate (oggi S. Antonio in Polesine) e quelle in stucco di S. Giorgio e S. Maurilio per la chiesa di S. Paolo.
L'attività del B. che, secondo quanto riferisce lo Zucchini (p. 259),risulterebbe documentata fino all'anno 1755,viene a porsi dignitosamente sulla scia dello scultore più geniale operante in quel tempo a Bologna: dall'esempio tanto più alto di Giuseppe Mazza egli riuscì infatti ad assimilare non pochi garbati accenti che sempre lo mantengono ad un onesto livello decorativo.
Fonti e Bibl.: Antonio di Paolo Masini, Aggiunta alla Bologna perlustrata…[Bologna 1690, f. 15 v], a cura di A. Arfelli, in L'Archiginnasio,LVI (1957), p. 217; L. Crespi, Vite de' pitt. Bolognesi…,Roma 1769, III, p. 254; C. Barotti, Pitturee sculture… nelle chiese, luoghi pubblici e sobborghi di Ferrara,Ferrara 1770, pp. 87, 91, 139; G. A. Scalabrini, Mem. istor. delle chiese di Ferrara…,Ferrara 1773, pp. 40, 280; [C. C. Malvasial, Pitture, scolture ed architetture…, di Bologna e suoi sobborghi,Bologna 1782, pp. 112, 310, 445; G. Bianconi, Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi,Bologna 1820, pp. 129, 462; P. Zani, Enciclopedia metodica… delle Belle Arti,I,4, Parma 1820, p. 35; F. Avventi, Il Servitore di piazza. Guida per Ferrara.Ferrara 1838, p. 92; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes,I,Paris 1854, p. 330; L. N. Cittadella, Not. relative a Ferrara… ricavate da documenti ed illustrate,Ferrara 1864, p. 665; G. Zucchini, Guida di Bologna,Bologna 1950, pp. 170, 259; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,III,p. 576.