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BEVILACQUA, Giovanni Ambrogio, detto Liberale

di Franco Mazzini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)
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BEVILACQUA, Giovanni Ambrogio, detto Liberale

Franco Mazzini

Nacque quasi certamente a Milano, intorno alla metà del sec. XV, da un Pietro falegname. Immatricolato all'Arte dei pittori nel 1481, risulta fra gli artisti che lavoravano per il duca Francesco Sforza. Nella chiesa parrocchiale di Landriano (Milano) vi sono due affreschi datati 1485, uno dei quali, raffigurante S. Rocco tra i ss. Sebastiano e Cristoforo, è firmato "Ambrosius de Beacquis". Un affresco parimenti firmato e datato 1486, oggi perduto, è descritto dal Torre (1674) come esistente sulla facciata del Luogo pio di carità, a Milano; del 1487 è una citazione, per un lavoro imprecisato, in un registro di spese della fabbrica del duomo di Milano (Albuzzi, Calvi); nel 1495 il B. esegue un restauro per l'Ospedale Maggiore. Di una sua attività alla certosa di Pavia - verosimilmente accanto al Bergognone, negli ultimi anni del Quattrocento - fa cenno il Rio, ma si ignora la fonte di tale notizia. Del 1502 infine è la pala di Brera, Madonna col Bambino e santi, firmata "Io. Ambrosius de Beaquis - dictus Liberalis". Dopo il 1512, anno in cui risulta testimonio in un atto pubblico, non si hanno più notizie di lui. è infatti molto improbabile, sulla base dei responso stilistico, che l'Ambrogio da Vigevano, che nel 1514 sottoscriveva insieme con Cristoforo de' Mottis gli affreschi della "Madonnina" a Cantù, sia il Bevilacqua.

Nelle prime opere documentate, gli affreschi di Landriano, il B. appare come un pittore di livello provinciale, ma padrone di un suo linguaggio di ispirazione prevalentemente foppesca: vedi le rustiche figure dei tre santi (nell'affresco firmato) e i ritratti dei devoti (nell'altro affresco con la Vergine in trono, il Bambino, s. Giovani Battista e s. Antonio abate), affini ai Bottigella della omonima pala pavese del Foppa. Non sembra quindi, potersi definire il B. il "dolce scolaro del Bergognone" come ritiene il Malaguzzi Valeri (1902), anche se molte afinità possono riconoscersi fra i due pittori. A distanza di oltre quindici anni, la pala braidense del 1502 rivela un artista più maturo che si esprime nei modi tipici, ma più convenzionali e generici della pittura lombarda di fine secolo, non senza qualche venatura leonardesca.

Sulla base di questi pochi dipinti documentati, il Malaguzzi Valeri ha imbastito un catalogo comprendente parecchie opere, peraltro ineguali di livello e di stile, alcune delle quali possono però ragionevolmente ascriversi al B.: la Madonna col Bambino, singolare dipinto su tavola con parti ricamate e ornate di vetri e genune, della raccolta Bagatti Valsecchi di Milano; la consimile Madonna, già Piccinelli, conservata ora nel Museo d'arte antica di Milano (Castello sforzesco); il Presepio delle Gallerie di Dresda (già in S. Maria della Pace a Milano e già attribuito al Bergognone); la tavoletta della Carrara di Bergamo, con la Madonna, santi e un devoto (attribuita al B. dal Morelli). Qualche dubbio desta invece il trittico in S. Maria di Casoretto (Milano) che dovrebbe essere anteriore agli affreschi di Landriano; e ancor più il trittico di S. Vito a Somma Lombarda (Varese), piuttosto riferibile ai pavesi Chiesa.

Del fratello Filippo, annoverato dal Lomazzo tra i pittori illustri di Milano, non si conoscono opere né si hanno altre notizie.

Fonti e Bibl.: R. Maiocchi, Codice diplomatico artistico di Pavia, I, Pavia 1935, p. 305, n. 1287; G. P. Lornazzo, Trattato dell'arte della pittura…, Milano 1584, p. 504; P. Morigi, La nobiltà di Milano, Milano 1619, p. 459; C. Torre. Il ritratto di Milano [1674], Milano 1714 p. 279; C. Bianconi, Nuova guida di Milano…, Milano 1787, p. 93; L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, IV, Bassano 1809, p. 175; A. F. Albuzzi, Mem. per servire alla storia de' pittori scultori e architetti milanesi [1776], a cura di G. Nicodemi, in L'Arte, LII (1952), pp. 28 s. dell'appendice; S. Ticozzi, Diz. dei pittori…, I, Milano 1830, p. 158; A. F. Rio, Leonardo et son école, Paris 1855 p. 183; G. L. Calvi. Notizie sulla vita e sulle opere dei Principali pittori…, II, Milano 1865, pp. 235 s.; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, p. 119; G. Bernardini, I dipinti dei Museo civico di Pavia, in Rass. d'arte, I(1901), p. 151; K. Woermann, Kat. der koeniglichen Gemäldegalerie zu Dresden, Dresden 1902, p. 51; F. Malaguzzi Valeri, Pittori lombardi del 1400, Milano 1902, pp. 165-187; Id., Maestri minori lombardi, in Rass. d'arte, V(1905), pp. 88 s.; C. J. Ffoulkes-R. Maiocchi, V. Foppa of Brescia, London 1909, pp. 252 e passim; G. Morelli (Lermolieff), Le opere dei maestri ital. nelle Gallerie di Monaco, Dresda, Berlino, Bologna 1886, pp. 203, 422-427; G. B. Cavalcaselle-J. A. Crowe, A hist. of Painting in North Italy, London 1912, II, p. 393; A. Bellini, La pala del B. in S. Vito a Somma Lombarda, 1912; G. Nicoderni, La Pinacoteca dell'Arcivescovado di Milano, in Rass. d'arte, XIV (1914), p. 281; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, 4, Milano 1915, pp. 922 s.; L. Beltrarni, Nuove opere d'arte nei Musei del Castello Sforzesco di Milano…. in Rass. d'arte, III(1916), pp. 52 s., 164; P. Toesca, La Casa Bagatti Valsecchi in Milano, Milano 1918, p. 21; A. Venturi, La pittura del '400 nell'Alta Italia, Bologna 1930, p. 28; E. Chinea, Delle antiche botteghe d'arti e mestieri…, in Arch. stor. lomb., LIX (1932), 1, p. 446; Cat. della Mostra di Leonardo, Milano 1939, p. 204; F. Wittgens, V. Foppa, Milano s.d. (1949), pp. 23, 98; Cat. della Pinacoteca di Brera, a cura di E. Modigliani, Milano 1950, p. 53; C. Baroni-S. Sarnek Ludovici, Pittura lombarda dei '400, Messina 1952, p. 1134; F. Mazzini, in Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catal.), Milano 1958, p. 131; F. Mazzini, in Affreschi lombardi del Quattrocento, Milano 1965, p. 483; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 559; Encicl. Ital.,VI, p. 844.

Vedi anche
Pavia Comune della Lombardia (63,1 km2 con 70.207 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata a 77 m s.l.m. sulla sinistra del fiume Ticino, a 6 km dalla sua confluenza nel Po. ● La pianta della città, di forma trapezoidale, rivela nel nucleo più centrale il caratteristico schema dell’oppidum romano. ... Lombardia Regione dell’Italia settentrionale (23.864 km2 con 10.426.155 ab. nel 2008, ripartiti in 1546 Comuni; densità 437 ab./km2), compresa tra il crinale delle Alpi Centrali, il medio corso del Po, il Ticino, il Sarca, il Lago di Garda e il Mincio. La Lombardia è divisa in 12 province: Bergamo, Brescia, Como, ... Milano Comune della Lombardia (181,7 km2 con 1.299.633 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione. Seconda città in Italia, dopo Roma, per popolazione e con un’area metropolitana di oltre 3 milioni di abitanti, costituisce la massima concentrazione delle forme più moderne e dinamiche dell’economia del ... ancona Dipinto su tavola o rilievo in marmo o legno, di soggetto religioso, collocato sull’altare, generalmente entro un’inquadratura architettonica (pala d’altare); il termine è riferito in particolare a opere del Gotico e del primo Rinascimento.
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  • Bevilàcqua, Giovanni Ambrogio, detto Liberale
    Enciclopedia on line
    Pittore lombardo (fine sec. 15º - inizî sec. 16º); crebbe nella bottega del Bergognone. Tra le sue opere, la migliore è la Madonna con re David, s. Pietro Martire e un devoto (1502) a Brera.
  • BEVILACQUA, Giovanni Ambrogio, detto Liberale
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore lombardo, vissuto tra la metà del sec. XV e l'inizio del XVI, crebbe forse nella bottega del Borgognone. Nel 1481 e 1485 frescava la Madonna e Santi nella chiesa di Landriano presso Locate; nel 1486 decorava la facciata del luogo pio della Carità di Milano con pitture oggi perdute; nel 1502 ...
Vocabolario
liberale
liberale agg. [dal lat. liberalis «proprio di uomo libero», quindi «nobile, generoso»; il sign. politico è della fine del ’700]. – 1. a. Largo nello spendere e nel donare, generoso, magnanimo: è sempre stato d’animo l.; l. verso i poveri;...
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
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