BETULLA (fr. bouleau blanc; sp. abedul; ted. weisse Birke; ingl. birch)
Questo nome si applica ad una specie del genere Betula e precisamente a B. alba L., albero alto 20-25 m., col tronco di 50 cm. di diametro, più raramente arbusto alto 3-8 m., con corteccia liscia, biancastra e a chioma rada. Le foglie sono ovate o romboidee, acute o acuminate, minutamente seghettate ai margini e provviste di lungo picciolo. I fiori monoici hanno amenti maschili sessili con squame peltate, munite di altre 2 bratteole e di 3 fiori ciascuna, con perigonio 4- partito e 2 stami: i femminili sono peduncolati con squame trilobe e pure con tre fiori nell'ascella. Nel frutto gli amenti femminili sono bislunghi e hanno 1 cm. di diametro: portano piccoli achenî muniti di due larghe ale membranacee. La sua area distributiva occupa l'Europa boreale, media e parte della meridionale (quivi solo nelle zone montuose più elevate) e si trova pure nell'Asia boreale e forse anche nel Caucaso. È una delle specie più resistenti alle basse temperature e al congelamento del suolo e può così spingersi sino ai limiti estremi della foresta siberiana nel terreno gelato della formazione delle tundre, e con individui isolati e a piccoli boschetti può sorpassare qua e là le stesse masse forestali (Sommier). In Italia è sporadica nella zona del faggio, ma più frequente diventa in quella delle Conifere, dove in qualche punto riesce a costituire consorzî quasi puri, come si osserva nelle vallate alpine più fredde ed esposte all'azione refrigerante dei ghiacciai. Assume forme che dànno luogo a razze molto diverse: le due più frequenti in Italia sono la B. pendula Roth (= B. verrucosa Ehrh.), con i rami dell'annata glabri e più o meno riccamente provvisti di verruche (è la forma che si è diffusa anche nella zona più elevata dell'Appennino meridionale e si trova in Corsica) e la B. tomentosa Reith. et Abel (= B. pubescens Ehrh.), caratterizzata dai rami dell'annata un po' pelosi, senza verruche e dalle foglie più consistenti e pelose di sotto anche da adulte; è propria delle Alpi e dell'Appennino parmigiano. La zona alta dell'Etna ha una razza speciale endemica, la B. aetnensis Raf.
Dalla distillazione del legno si ricava l'olio di betulla, usato in sostituzione del catrame in alcune affezioni croniche della pelle. In Russia si raccoglie la linfa per farne birra e la corteccia per conciare il cuoio, cui dà l'odore di bulgaro. Il legno è ricercato per lavori di tornio, giocattoli, ecc. Il genere Betula comprende 37 specie dell'emisfero settentrionale. La B. papyrifera Michx., che vive nell'America Settentrionale dalla zona temperata fino alla subartica, fornisce una scorza simile a carta e una corteccia importante per la concia del cuoio; la B. nana L., che deve considerarsi come un relitto dell'epoca glaciale in cui era diffu̇sa in tutta Europa, ora si trova nell'Europa settentrionale, in Siberia fino al Camciatca, nel Canada e in Groenlandia. La sottile scorza sugherosa della B. bhojpattra Wall. dell'India serve come carta da scrivere e da involgere.