BETSAMES (ebr. Bēth shúmúsh "casa del sole"; i Settanta e Giuseppe Βαιϑσαμύς, πόλις ἡλίου; Vulgata Bethsames)
Nome attribuito nella Bibbia a parecchie città non solo della Palestina (Giosuè, X, 38; XIX, 22), ma anche dell'Egitto (Geremia, XLIII, 13: si tratta di Eliopolis [v.]). Qui si accenna alla città che venne a trovarsi nel territorio di Giuda (Giosuè, XV, 10), città sacerdotale (ibid., XXI, 16) situata tra Chesalon e Tibna non lungi da Cariathiarim. E particolarmente ricordata in occasione della restituzione dell'Arca santa dopo ch'essa era stata catturata dai Filistei all'epoca della giudicatura di Eli (I Re [Samuele], IV, 11; VI, 12 segg.).
La città biblica si suole identificare con una borgata chiamata 'Ain Shems, a 1 km. e mezzo dalla stazione di Artūf (linea ferroviaria Giaffa-Gerusalemme), a circa 50 km. da Giaffa. Tale località risponderebbe bene ai dati scritturali e a quelli dell'Onomasticon di Eusebio, che la dice a 10 miglia sulla via da Eleuteropoli a Nicopoli.
Nel 1911-12 a cura del Palestine Exploration Fund vi furono intrapresi scavi diretti da D. Mackenzie col risultato della conoscenza dei muri e dell'area della città e di uno di quei luoghi di culto cananei designati come "luoghi eccelsi". L'investigazione di alcune grotte, dentro e fuori le mura, apportò una ricca documentazione archeologica.
Nel 1928 E. Grant riprese lo studio della zona archeologica (Tell), e dai documenti ceramici e dai tre lenzuoli di cenere stesi sopra gli strati di diversa civiltà poté tracciare la storia della città in quattro fasi, una (2000-1600 a. C.) di popolazione e cultura cananea: vi sono indici di una aggressione alla città dovuta forse al passaggio degli Hyksos (1800 a. C.); una seconda (1600-1200 a. C.), epoca dell'invasione e occupazione dei faraoni della XVIII dinastia, attestata dai resti d'un incendio e dai numerosi oggetti egiziani, amuleti, scarabei, divinità; una terza (1200-1000 a. C.) dell'invasione e occupazione filistea, seguita (1000-600 a. C.) dall'occupazione israelitica. Nel 701 la città fu occupata da Sennacheribbo e completamente distrutta da Nabucodonosor. Riebbe un (apparenza di vita nel periodo bizantino, come attestano gli avanzi di un monastero, ma nel 658 fu di nuovo distrutta dagli Arabi. Sopra il "luogo eccelso" cananeo fu costruito durante l'epoca israelitica un tempio con recinto, con doppia colonnata interna e con piedistallo per il simulacro. Fra le tante figurine di Astarte è degna di nota quella scolpita in rilievo con la dea nuda e con due serpenti attorti in atto di lambirle il collo e il seno. Nelle grotte furono ritrovati detriti di cerȧmica dall'età eneolitica in poi.
Bibl.: D. Mackenzie, in Palestine Exploration Fund Annual, I (1911), p. 41 segg.; II (1912-13), p. 1 segg.; H. Vincent, in Revue Biblique, 1929, p. 110 segg.; E. Grant, Beth Shemesh, Progress of the Haverford Archaeological Expedition, Haverford 1929.