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BETHLEN, Miklós, conte

di Francesco Zsynka - Enciclopedia Italiana (1930)
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BETHLEN, Miklós (Nicola), conte

Francesco Zsynka

Cancelliere di Transilvania, figlio dello storico Giovanni Bethlen. Nacque nel 1642. Il padre lo mandò a studiare a Utrecht, a Heidelberg e a Leida, in Inghilterra e in Francia; si acquistò così una cultura assai superiore a quella dei suoi connazionali. Ritornato in Transilvania, partecipò alla vita politica del suo paese, che in quell'epoca era ostile agli Asburgo. Allorché, per la decadenza della potenza turca, la Transilvania venne a cadere sotto il protettorato dell'Austria, i servizî da lui resi al suo paese in quel critico periodo, contribuirono ad aumentare sensibilmente il suo prestigio; anche dopo il Diploma Leopoldinum, che nel 1691 abolì l'indipendenza della Transilvania, continuò a difenderne l'apparenza come cancelliere eletto. Durante la guerra di Francesco Rákóczy II contro gli Asburgo, ebbe l'intenzione di stampare all'estero, col nome di Fridericus Godefridus Veronensis e col titolo di Columba Noe, un piano per l'indipendenza della Transilvania; ma il generale Rubatin sequestrò il manoscritto, fece arrestare l'autore e lo accusò di lesa maestà (1704). Il B. rimase lunghi anni in prigione, poi, trasportato a Vienna, fu assolto dall'accusa di lesa maestà, ma, internato, non rivide più la patria. Morì nel 1716.

Scrisse parecchie opere polemiche, nella maggior parte anonime, a favore dei protestanti. Lo scritto più importante è l'autobiografia, che compose in prigione sul modello di Sant'Agostino. L'opera è importante per le notizie sulla vita dell'epoca, quantunque sia talvolta evidente che affiora troppo l'uomo politico, che in lui parlava e si credeva infallibile. Fu stampata per la prima volta nel 1858. Nel 1736 furono pubblicati ad Amsterdam i Mémoires historiques du comte Bethlen Niklos, dei quali è stata pubblicata anche una traduzione ungherese. Ma il B. non ha nulla a che fare con questa sedicente autobiografia; essa è dovuta all'abate francese Révérend, che la scrisse dietro il ricordo delle conversazioni da lui avute con il B. durante la sua permanenza in Transilvania. Si tratta di opera di letteratura amena, più che di opera storica.

Bibl.: S. Szilágyi, Erdélyország története (La storia della Transilvania), voll. 2, Budapest 1866; L. Szádeczky-Kardoss, Gróf Bethlen Miklós rabságában irt emlékitarai, imádgsagai, gróf B. M. Két kiadatlan müve (Le memorie e le preghiere scritte in prigione dal conte M. B. Due opere inedite di B. M.), Budapest 1923. Una parte del suo epistolario è stata pubblicata da I. Lukinich nella rivista Irodalmtörténeti Közlémények, 1906; E. Gyárfás, Belthen Miklós Kancellár (Il cancelliere B. M.), 1924; I. Lukinich, A beltheni gróf Bethlen család törtenete (La storia della famiglia B.), Budapest 1928; contiene la migliore e più ampia biografia di B. M.

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    Cancelliere di Transilvania (Kisbún 1642 - Vienna 1717). Quando la regione entrò a far parte dei dominî asburgici, ne difese l'individualità, anche dopo che il Diploma Leopoldinum (1691) ne aboliva l'indipendenza. Per la sua opera di propaganda ebbe a soffrire lunghi anni di prigione e di esilio.
Vocabolario
pro-Conte
pro-Conte (pro Conte) loc. agg.le Favorevole al politico Giuseppe Conte o all’allenatore di calcio Antonio Conte. ♦ Ed è proprio l'ex del Cagliari a segnare (11' st) l'unica rete del secondo tempo, a fissare il punteggio tennistico sul...
cónte
conte cónte s. m. [dal fr. e provenz. ant. conte, che è il lat. comes -mĭtis, propr. «compagno di viaggio», comp. di com (forma arcaica e compositiva per cum «con», con-) e tema di ire «andare»]. – 1. Titolo nobiliare che nella gerarchia...
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