BETHLEN, István (Stefano), conte
Presidente del consiglio ungherese, nato l'8 ottobre 1874 a Gernyeszeg (oggi Gernesia) in Transilvania, da nobile famiglia che ebbe grande parte nella vita pubblica di quella regione. Conseguì la laurea in giurisprudenza ed economia, e trascorse poi molto tempo all'estero, specialmente in Inghilterra e in America. Tornato in Transilvania, si dedicò dapprima al miglioramento dei suoi possedimenti agricoli, creando fattorie modello con l'applicazione di riforme condotte con spirito moderno, quindi, eletto deputato (1901), difese in Parlamento la "magiarità" della Transilvania di fronte al dilagare dei Romeni, lottando contro le tariffe doganali imposte da Vienna che soffocavano i proprietarî ungheresi. Per questa sua azione, nel 1905 uscì dal partito di governo, che si fondava sul compromesso con l'Austria del 1867, ed entrò a far parte del partito dell'indipendenza. Anche durante la guerra si dichiarò contrario alla politica di Vienna, e sostenne che si dovessero conquistare le simpatie dei Romeni di Transilvania per mezzo d'una saggia politica nel campo della suddivisione dei terreni. Tentò, subito dopo la fine della guerra, di organizzare i Magiari di Transilvania contro l'avanzata romena, e fu strenuo avversario del Károlyi in difesa dei partiti borghesi, considerando che il governo di lui portava il paese verso il comunismo. Allorché nella primavera del 1919 il Károlyi lasciò il potere ai comunisti, il B. assunse la rappresentanza diplomatica a Vienna del governo controrivoluzionario formatosi a Szeged. Caduto il governo comunista nell'estate dello stesso anno, il B. partecipò ai lavori della delegazione incaricata di preparare il materiale per le trattative di pace, e sul principio del 1920, insieme con la delegazione ungherese, si recò a Neuilly. Il trattato del Trianon, ratificando la perdita della Transilvania, privò il B. dei suoi possedimenti, i quali, ad eccezione delle tombe di famiglia, furono sequestrati.
Nel 1921 il reggente Horthy alfidò al B. l'incarico della formazione di un ministero, ed egli lo assolse con grande abilità, affrontando i pericoli causati dal tentativo di re Carlo IV per riconquistare il trono. L'allontanamento del re e la proroga della soluzione della quegtione monarchica a tempo indeterrminato e più opportuno gli permisero d'iniziare una seria opera di ricostruzione. Seppe frenare gli elementi rivoluzionarî estremisti, e con senso di obiettività e di prudenza riuscì a risolvere la terribile crisi finanziaria che si era abbattuta sul paese, specialmente con lo scioglimento degli obblighi derivanti ai monopolî dello stato dal pagamento delle riparazioni, e con la contrattazione d'un prestito estero, col quale iniziare l'opera di risanamento interno. Compiendo alcuni viaggi all'estero, il B. poté ottenere che l'Ungheria fosse considerata un serio fattore della politica europea, e riuscì a toglierla dall'isolamento mercé gli accordi conclusi nel 1927 con l'Italia. Nel 1g22, partecipando come parte indipendente alla conferenza di Ginevra, poté richiamare l'attenzione degl'intervenuti sui problemi delle minoranze magiare, cadute sotto il giogo straniero; riuscì pure, con l'appoggio dell'Italia e dell'Inghilterra, a far sì che un plebiscito popolare decidesse delle sorti della città di Sopron, che il volere degli abitanti destinò all'Ungheria e non all'Austria. A lui pure si deve se nel 1922 l'Ungheria poté entrare a far parte della Società delle Nazioni.
Bibl.: Dénes Sebess, Bethlen István gróf; Miklós Surányi, Bethlen; I. Lukinich, A bethleni gróf Bethlen család története, Budapest 1928.