BESENGHI degli Ughi, Pasquale Giuseppe
Nacque a Isola d'Istria il 31 marzo 1797, da Pietro e da Orestilla dei conti Fieschi d'Attems, in una famiglia della piccola nobiltà veneta. Il B., che aveva iniziati gli studi nel collegio vescovile di Capodistria negli anni della dominazione napoleonica, continuandoli e concludendoli presso la facoltà di giurisprudenza dell'università di Padova, manifestò per tempo attitudini e interessi letterari, e orientamenti romantici e liberali. Ancora studente a Padova, aveva scritto una tragedia, Francesca da Rimini, poi distrutta. La sua prima opera a stampa (Venezia 1820) fu una canzone in morte di Carlotta Taffoni. Fu anche tra i primi, nella regione giuliana, a sentire l'italianità in termini politici risorgimentali; nel 1821 volle prender parte al moto napoletano, ma giunse a Taranto, dopo un avventuroso viaggio per la Dalmazia, quando esso era già stato represso. Intraprese la carriera burocratica, impiegandosi presso il tribunale mercantile di Trieste, presto ritirandosi per dissidi coi superiori. Di temperamento esuberante, difficile e insofferente, s'inimicò l'ambiente triestino, il cui preminente interesse per le attività economiche era dal B. spregiato come utilitaristico; e questa società locale satireggiò, con ricchezza di allusioni personali, nelle sue opere.
Le novelle del Saggio di novelle orientali, edite a Venezia nel 1826, erano già comparse, sempre nel 1826, nelle appendici dei giornali Osservatore triestino e Gazzetta di Venezia;gli Apologhi,pubblicati a Padova nel 1828 cono sequestrati proprio per le molte allusio personali, e ristampati dal B. in due volumi nel 1828 con la falsa indicazione di Filadelfia.
Furono questi anni di isolamento, trascorsi studiando e scrivendo di letteratura, ma disorganicamente. Poi, nel 1827, il B. partì per visitare la Grecia, che stava conquistando l'indipendenza, e la percorse per quasi due anni, da viaggiatore innamorato della classicità e da letterato (le note di viaggio sono andate perse). Durante le sue peregrinazioni si trovò a prender parte, il 25 dic. 1829, a un'azione di guerra, tra Megara e Atene, tra le file degli insorti greci guidati da Demetrio Ipsilanti.
Soggiornò poi a lungo nel Friuli, ancora studiando e componendo versi - i migliori tra quelli rimasti - in cui espresse amore per la natura, pessimismo, sentimenti amorosi, civili e patriottici. Anche qui la sua vita privata e di letterato fu caratterizzata da episodi vivaci e scabrosi. Dopo un periodo trascorso a Venezia, durante il quale riabbracciò la fede cattolica, il B. ritornò a Trieste dove, nel 1848, riaffermò i suoi ideali liberali, e qui morì, di colera, il 24 sett. 1849
Oltre gli scritti citati, si ricordano: Raccolta di poesie e prose,San Vito 1850; Lettore inedite. Capodistria 1864; Poesie e prose,a c. di O. De Hassek, Trieste 1884.
Bibl.: G. Zanella. Della vita e degli scritti di P. B. degli Ughi, istriano, in Scritti vari, Firenze 1877, pp. 322-343; P. Zecchini, Delle glorie della Grecia contemp., P. B. degli Ughi, Discorsi,Firenze 1878; O. De Hassek, B. degli Ughi, Trieste 1878; C. Giussani, Mondo vecchio e mondo nuovo, I, Udine 1888, pp. 160-163; R. Barbiera, Immortalie dimenticati, Milano 1901, pp. 419-432; G. Quarantotto, Ricerche e studi intorno a P. B. degli Ughi, in Progr. del Ginn. reale Provin. di Pisino per gli a. 1908-1909, Parenzo 1909, p. 13; F. Pasini, P. B., in Quando non si poteva parlare… ed altri discorsi,Trieste 1922, pp. 27-54; G. Quarantotto, Nuovistudi sul poeta e patriota istriano P. B. degli Ughi, in Atti e mem. della Soc. istriana di arch. e storia patria, XL, 1 (1928), pp. 69-208 (con completabibl.); C. Curto, La letteratura romantica dellaVenezia Giulia (1815-1848), ibid., XLI, 2 (1929), pp. 336-395; XLII, 1 (1930), pp. 10-86; Id. La poesia romantica della Venezia Giulia avanti il 1848,in Storiogr. del Risorg. triestino. Centro studi per la st. del Risorg., III,Trieste 1955, pp. 35-54; A. Tassini, Per la biografia di P. B. degli Ughi, in Archeografo triestino, s.4, XII-XIII (1947), pp. 417-423; E. Rinaldi, Le opere di B., degli Ughi, Trieste 1966.