BĒS
. Divinità dell'antico Egitto chiamata bēś, forse meglio bēśeś, in greco βησᾶς, βήσας, in copto bēs. La sua immagine è molto variabile nei particolari e negli atteggiamenti; ma, in sostanza, rappresenta un nano con le gambe arcuate; lunghi i capelli, le orecchie, la barba, talvolta anche la lingua; provvisto di coda e, più tardi, di una corona di piume. Insieme con un'altra figura simile, che venne identificata col dio Phtah e che Erodoto (III, 37) chiama, attribuendola ai Fenici, Πάταικος o "piccolo Phtah" (v.), il dio Bēs è la personificazione dei sentimenti che fra tutti i popoli suscitario gli uomini deformi quali appunto i nani e i gobbi, pensati come genî buoni o cattivi. Bēs è di natura benefica, è dio della musica, della danza, della toletta, protegge il sonno. Tutte queste funzioni gli sono evidentemente derivate da quelle che i nani, specie nel regno antico, esercitavano nella corte e presso i nobili, come buffoni, danzatori, addetti al guardaroba, camerieri e simili. Per ciò, sebbene la figura della popolare divinità non appaia prima del 2000 avanti Cristo ed il nome solo dalla fine del nuovo regno (1200 circa), è probabile che le origini siano molto più antiche. Il dio ha pure un tipo femminile, Beśe (bś.t). A torto Bēs è creduto di provenienza straniera: egli non è un pigmeo dell'Africa centrale, ma un nano; se qualche iscrizione lo dice giunto dal Pwēne (pwnēt), non è per indicare la primitiva sede del culto di lui, ma invece il luogo donde egli porta gli aromi. L'efficacia protettiva del dio si estende anche a procurare un buon parto, a respingere serpenti, coccodrilli, leoni ed altre bestie malefiche; l'immagine sua è un potentissimo amuleto ed è divenuta familiare a tutto il mondo mediterraneo. Al tempo romano assunse l'aspetto di un guerriero che protegge con la lancia. Un luogo del suo culto era in Antinoe; un suo oracolo, nella città di Abido nell'alto Egitto, era consultato ancora ai tempi di Costantino.