Scrittrice britannica (Liverpool 1934 - Londra 2010). Incline alla rappresentazione di storie di vita vissuta, più che all'invenzione fantastica, fin dai primi romanzi ha posto al centro della sua narrativa un atto di violenza, sovente gratuita, privilegiando l'aspetto imperscrutabile della realtà.
Prima di approdare alla narrativa ha percorso, tra il 1949 e il 1960, una discreta carriera di attrice. Ai primi romanzi (A weekend with Claude, 1967, 2ª ed. rivista 1981; Another part of the wood, 1968, 2ª ed. rivista 1979) seguirono numerosi lavori che, a eccezione di Sweet William (1975) e Winter garden (1980), ricostruiscono episodi di violenze e delitti secondo moduli narrativi tipici del romanzo gotico, valendosi di precise ambientazioni storiche: A quiet life (1976); Young Adolf (1978), ritratto a tinte fosche del giovane Hitler; Watson's apology (1984), che offre un efficace affresco della Londra vittoriana; Filthy lucre (1986); An awfully big adventure (1989; trad. it. 1995); The birthday boys (1991). Una notizia di cronaca, concernente due giovani studentesse che avevano commesso un delitto, offrì lo spunto per Harriet said (1972; trad. it. 1975), mentre Every man for himself (1996; trad. it. 1998) è ispirato all'affondamento del Titanic; Master Georgie (1998; trad. it. 2000) ha come sfondo la guerra di Crimea (1853-56). Tra le sue ultime opere si ricordano According to Queeney (2001) e Front row: evening at the theatre (2005).