BERTUZZI (Bertucci), Nicola (Tommaso Nicola), detto Nicola d'Ancona o l'Anconetano
Nacque ad Ancona verso il 1710. Giovanissimo, si recò a Bologna, dove divenne allievo di V. Bigari, dal quale derivò il gusto della decorazione spedita e briosa, e collaborò ben presto, come figurista, con gli ornatisti e quadraturisti più noti del tempo.
Nel 1735 vinse il premio Marsigli Aldrovandi dell'Accademia Clementina che, nel 1751, lo nominò accademico d'onore. Da questo anno il B. è molto attivo nell'Accademia stessa con numerosi incarichi: vice principe nel 1765-1766, entrò a far parte nel 1766 della commissione incaricata di elaborare proposte di riforma allo statuto dell'Accademia; nell'ottobre 1774 è eletto principe per il 1774-75. Ancora vice principe l'anno seguente con A. Beccadelli, alla fine del 1776 è nominato tra gli "assunti" per il restauro dei quadri.
Sia a Bologna sia nell'Anconetano si conservano numerose opere del B.: fra le più importanti sono da segnalare una Immacolata Concezione ,già nel cenacolo del seminario vescovile di Ancona, ora nella cappella interna dei convento dei missionari di Gesù di questa città. L'opera, attribuita dal Ferretti, se pur di fattura non molto alta, potrebbe essere uno dei primissimi lavori del pittore, prima della partenza per Bologna.
Fra le opere giovanili eseguite in questa città sono da considerarsi le tre tempere con Storie del beato Franco, eseguite in collaborazione col quadraturista Vincenzo Dal Buono, scolaro di Ferdinando Bibbiena, per la sagrestia della chiesa dei carmelitani a Medicina. In tali tempere è assai evidente l'influenza del Bigari sia nella tipologia delle figure, sia nel tocco già rapido e brillante.
Attorno al 1743 il B. affrescò la Sapienza nella libreria dell'ex convento di S. Lucia in collaborazione con l'ornatista P. Scandellari. Con questo artista, lavorò anche nella chiesa di S. Mattia dipingendo un Padre Eterno e dei Santi domenicani.
Da datarsi al 1753 sono i cinque stendardi con i Misteri della Passione, eseguiti dal B. per la Confraternita dei mercanti e degli artisti di Ancona (chiesa del Gesù, Ancona), fatti come corredo di un teatro sacro. La composizione, assai originale, è realizzata sfruttando la finzione di pesanti velari sollevati da angioli. Spettano al periodo maturo dell'artista (tra il 1750 e il 1757: esiste un mandato di pagamento del 1753), caratterizzato da un tocco sempre più veloce e brioso, le opere nella chiesa della Madonna di S. Luca a Bologna: come sfondo alle statue e al Crocefisso di A. Piò il B. dipinse a tempera nella prima cappella a sinistra del santuario la scena della Crocifissione (è evidente in questa opera il ricordo del quadro di G. M. Crespi di analogo soggetto, già in S. Maria Egiziaca) e delle figure di Santi e pontefici in parte realizzate in grisaille, che risultano assai vicine all'opera del Bigari per la chiesa di S. Petronio di Bologna.
Tra il 1755 e il 1760, nel "Palazzo di Sopra" di Bagnarola (Bologna), il B. eseguì, nella cappella, affreschi di impronta bigariana ed una Sacra famiglia, ora nella vicina villa Malvezzi-Campeggi. In collaborazione con lo stuccatore A. Cartolari, il B. decorò la galleria della villa, arricchendola di quattro tempere raffiguranti Fatti del Vecchio Testamento (ora in collezione Visconti di Modrone a Milano): fra le opete più brillanti e spigliate dell'artista) denunciano non solo un'evidente derivazione dal Bigari, ma anche una suggestione del Creti.
Nella tela con S. Sebastiano e s. Rocco della chiesa di Casaglia (Bologna), il ritmo veloce si placa in una ricerca più ampia e contenuta che caratterizza tutte le opere, ad olio dei pittore.
Nel 1763 il B. dipinse, insieme con il paesaggista C. Lodi, numerose sovrapporte per il "Palazzo di Sotto" di Bagnarola; del 1764 sono le bellissime tempere già nella villa Sampiera (a Bologna), ed ora di proprietà della Cassa di risparmio della stessa città: furono anche esse eseguite in collaborazione con il Lodi, come alcune tempere per palazzo Bentivoglio. Attomo al 1766 inizia la collaborazione dei B. con il paesaggista V. Maitinelli, il più valente allievo del Lodi: frutto ne sono le tempere del Casino Marsigli (Bologna) e quelle stupende, ora distrutte, di casa Zani.
Fra le ultimissime opere del pittore sono le sovrapporte eseguite in collaborazione con il quadraturista P. Pesci (nella coll. Bufferli di Bologna), affreschi nella chiesa di S. Maria ' dei Servi (Bologna) e la tela con Cena del fariseo nel convento di S. Domenico di Bologna, oggi distrutta.
Numerosi altri quadri dell'artista si trovano ad Ancona soprattutto nella coll. Ferretti. Molte opere citate dalle fonti sono andate perdute. Disegni dei B. si conservano nella Pinacoteca di Bologna e presso l'Accademia Clementina.
Morì a Bologna il 2 genn. 1777.
Fonti e Bibl.: Fondamentale per raccolta di documenti, analisi critica delle opere e attribuzioni: G. Zucchini, Il pittore N. B. detto l'Anconitano…, Urbino 1955; si veda inoltre: Bologna, Accad. Clementina, Atti, ms., I, 1735: c. 96; 1751: c. 157; 1752: cc. 159-161; 1753: cc. 166, 172, 174-177; 1754: cc. 177, 179-184; 1755: cc. 185-189; 1756: cc. 191, 193, 194-197; 1757: cc. 199 s., 202, 204-207; 1758: cc. 207-210, 212 s., 215-217; 1759: cc. 218, 221, 225, 227-229, 231-235, 243; 1761: cc. 280 s., 283, 285, 291, 298; 1763: cc. 335, 350, 353; 1764: cc. 356, 359, 361, 364, 369, 371, 372-374, 377, 380; II, cc. 2-4; 1765: cc. 6, 8, 10, 12, 16 s., 23 s., :16-30, 32; 1766: cc. 33-35, 37-39, 41, 43-46, 48 s.; 1767: cc. 59 s., 64 s., 72, 75-77; 1768: cc. 78 s., 82 s., 86 s., 89; 1769: cc. 110-112, 115, 117; 1770: cc. 117 s., 121, 125, 131; 1771: cc. 151, 154; 1772: cc. 167, 171, 173; 1773: cc. 174 s., 182-187; 189; 1774: cc. 194, 199, 201, 204 s.; 1775: cc. 207-212, 214, 217 s., 220-223, 225-227; 1776: cc. 233, 235-237, 240 s.; 1777: c. 244; [C. C. Malvasia], Le pitture di Bologna… dell'Ascoso…, Bologna 1766, pp. 84, 108, 134, 147, 168, 233, 293, 298, 300, 396, 401, 402, 403, 404; Pitture, scolture ed architetture… di Bologna, Bologna 1792, pp. 40, 48, 66, 97, 111, 114, 115, 130, 197. 207, 237, 289, 294. 297, 307, 323, 334, 336, 430, 432, 440, 442, 443; C. Ferretti. Mem. sfoncocritiche dei pittori anconetani dal XV al XIX. secola, Ancona 1883, pp. 59-64; R. Longhi-G. Zucchini, Mostra dei Settecento bolognese (catal.), Bologna 1935, p. 106; G. Zucchini, Paesaggi e rovine nella pittura bolognese del Settecento,Bologna 1947, pp. 7, 10, 33, 36, 45, 49, 54, 61, 62; C. Ricci-G. Zucchini. Guida di Bologna, Bologna 1952, pp. 45, 98, 197, 198, 199; G. Zucchini, Le tempere della Sampiera, in Studi storici in memoria di Luigi Simeoni, II, Bologna 1953, pp. 336 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 519 (sub voce Bertucci Nicola).