Spaventa, Bertrando
Filosofo, storico della filosofia e politico (Bomba, Chieti, 1817-Napoli 1883), fu il principale diffusore della filosofia hegeliana in Italia, convinto assertore della necessità di studiare e interpretare, in relazione a essa, la tradizione filosofica italiana moderna dal Rinascimento in avanti. Ne derivò uno dei più rilevanti contributi alla sprovincializzazione della cultura italiana in concomitanza con il processo di unificazione politica della Penisola. Dopo avere insegnato matematica e retorica nell’abbazia di Montecassino, si trasferì a Napoli dove nel 1846 aprì una scuola di filosofia assieme al fratello Silvio, presto chiusa per imposizione delle autorità accademiche. Nel 1850 emigrò in Piemonte e qui sostenne battaglie pubblicistiche rispetto a problemi importanti come quello della libertà di insegnamento (pubblicò a questo proposito articoli nel Progresso, 1851). Altra polemica, e di più vasta portata, fu quella che S. condusse contro i gesuiti della Civiltà cattolica. Assunse dapprima posizioni democratiche avanzate, poi si spostò su posizioni più moderatamente liberali. Ebbe stretti contatti con Francesco De Sanctis, che nel 1861, essendo ministro dell’Istruzione, lo fece nominare professore di filosofia all’università di Napoli, dove, con la ripresa della teorizzazione dello Stato etico di matrice hegeliana, S. divenne l’ideologo della . Mentre teneva nel 1862 la sua Prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nell’Università di Napoli e pubblicava nel 1867 la sua opera maggiore, Principi di filosofia, svolse sempre vita politica attiva venendo eletto deputato della destra storica per tre legislature fino al 1876.