BERTRAMO (Tramo) di Lonardo
Nato probabilmente intorno al 1375, abitò a Orvieto, esercitandovi la professione di notaio: suoi rogiti, recanti date dal 1404 al 1447, sono conservati nell'Archivio storico notarile. A Orvieto probabilmente morì in un anno immediatamente prossimo alla metà dei secolo.
Entrato il 16 apr. 1396 nella confraternita orvietaria di s. Francesco (cod. V. E. 528, c. 16 v), nell'aprile del 1405 iniziava a copiare per volontà dei superiori - o, più probabilmente, ne affidava l'incarico a qualche confratello meno istruito, il che spiegherebbe i non pochi errori di ortografia e di senso - una serie di "ripresentatione la quale si degono fare l'anno per le fraternite d'Orvieto" (c. 21r).
Si tratta di tutto un complesso di rappresentazioni che, tranne qualche eccezione, si succedono secondo l'ordine cronologico degli avvenimenti sacri che hanno come soggetti dalla creazione del mondo all'assunzione di Maria in cielo e alla festa di Ognissanti; seguono questo ciclo, nell'ultima parte della raccolta (ultima a noi rimasta, ché il codice è mutilo), dopo un necrologio della confraternita portato innanzi fino al 1398, alcune sacre rappresentazioni santoriali. Di tutta la raccolta di B. (evidentemente un florilegio di laudari di varie compagnie) la rappresentazione più interessante è indubbiamente quella che ha per soggetto il miracolo di Bolsena (cc. 42r-44r): si tratta infatti della più antica che sull'argomento ci sia pervenuta; secondo il Lazzarini (Il miracolo di Bolsena,pp.34-35), essa risalirebbe a una tradizione databile tra il 1325 e il 1330, ad appena una sessantina d'anni dal miracolo avvenuto nel 1263.
Nulla si conosce dell'autore o degli autori di queste sacre rappresentazioni orvietane; l'unica notizia al riguardo viene da B. fornita nella rubrica premessa alla "nuova" rappresentazione della Immacolata Concezione di Maria, ch'egli dice "compilata per lo proposto di sancta Cristina" (c. 23r), da identificare, assai probabilmente, con Bernabuccio di Cecco. Quanto all'esatto significato di "compilare", che potrebbe significare sia comporre, sia copiare, sia trascrivere, l'aggettivo "nuovo" farebbe supporre che si trattasse sostanzialmente di opera di rammodernamento.
Fonti e Bibl.: Orvieto, Arch. Capitolare, Constitutiones Capituli Urbevetani, cc.4v-5; G. Mazzatinti, Gli Archivi della Storia d'Italia, I, Rocca S. Casciano 1897-98, p. 248; A. Tenneroni, Sacre rappresentaz. per le fraternite d'Orvieto nel cod. Vitt. Em. 528, Perugia 1916; V. De Bartholomaeis, Le origini della poesia drammatica italiana, Bologna 1924, pp. 288 ss.; Id., Laudi drammatiche e rappresentaz. sacre, Firenze 1943, I,pp. 335 ss., 368 ss.; A. Lazzarini, Il miracolo di Bolsena, Roma 1952, pp. 33 ss.; Id., Ilcod. Vitt. Em. 528 e il teatro musicale del Trecento, in Archivio stor. ital., CXIII(1955), p. 521.