FOGLIANO (da Foliano), Bertolino (Bartolino) da
Figlio di Ugolino (II), nacque intorno alla metà del sec. XIII dalla illustre e potente famiglia reggiana; fu fratello di Niccolò e Matteo.
Le fonti fanno menzione di almeno altri due da Fogliano, attivi tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, che portarono il nome di Bartolomeo. D'altro canto sì può ammettere - anche se ciò non appare indiscutibile - che il F. potesse venir indicato, specialmente in occasioni o in documenti ufficiali, con il nome di Bartolomeo. Così stando le cose, è per noi impossibile distinguere il F. dai suoi quasi omonimi contemporanei, a meno che il suo nome e il suo cognome non appaiano accompagnati dal patronimico. Restano pertanto dubbie le conclusioni in proposito raggiunte dal Tiraboschi.
Nel luglio del 1277 un Bartolomeo da Fogliano, figlio del fu Matteo, è menzionato come testimone nel testamento del padre del F. (questi era a quel tempo ancora minore): tale personaggio è da identificare probabilmente con l'omonimo ricordato nella storiografia letteraria reggiana del Settecento come oratore di grande facondia.
La prima notizia in nostro possesso relativa al F. risale al 1280, quando insieme con il fratello Niccolò cedette al nipote Bonifacio, figlio di Matteo da Fogliano, i diritti che vantava, in Ravenna e in Romagna, sull'eredità Traversari: tali diritti erano pervenuti ai da Fogliano in seguito alla morte prematura di Paolo da Fogliano, figlio di Tommaso e di Traversara Traversari. Nel 1282 il F. venne creato cavaliere - insieme con Simone da Fogliano - da Pietro, conte di Artois, fratello del re di Francia, fermatosi a Reggio il 21 ottobre di quell'anno. Nel luglio del 1283 ricevette, insieme con i fratelli Matteo e Niccolò, dallo zio Guglielmo da Fogliano, vescovo di Reggio, l'investitura del castello di Gesso, tolto ai Malapresi perché si rifiutavano di prestare la dovuta fedeltà al loro legittimo signore, il vescovo di Reggio, appunto. Quando nel 1284 il predominio della parte guelfa - che aveva sino allora gestito unitariamente il governo della città - entrò in crisi e la stessa parte guelfa si scisse in due fazioni (che furono dette "superiore" l'una ed "inferiore" l'altra) nelle quali confluirono variatamente i diversi uomini politici, il F. entrò nella prima insieme con il fratello Matteo; altri esponenti della sua stessa casata - come Bernardo da Fogliano, prevosto di Carpineti, e suo fratello Francesco - si schierarono per la seconda. Due anni dopo il F. svolse un ruolo importante nell'impedire mali peggiori alla sua città, allorché Reggio fu agitata da un moto insurrezionale e si temette uno scontro annato fra le fazioni dopo il fallimento del colpo di mano tentato da Bonifacio Boiardi, da elementi della famiglia da Bismantova, da esuli reggiani e da cittadini modenesi contro il monastero di S. Prospero, allo scopo di ucciderne l'abate, Guglielmo Luvisini. Nel giugno del 1286, infatti, il F. riuscì a stipulare - in nome e per conto dei "superiori" - con il prevosto di Carpineti, divenuto esponente di spicco della fazione avversaria, un accordo che per il momento allontanò il pericolo di violenze. Per poco tempo, tuttavia, perché ben presto esse ripresero: nell'aprile del 1287, infatti, il F. insieme con i suoi fratelli Matteo e Niccolò si impadronì della rocca di Carpineti e del castello di Paullo, strappandoli a Bernardo e Francesco da Fogliano, che si erano schierati con la fazione "inferiore". Il 9 aprile i da Fogliano aderenti alla "superiore" espulsero dalla città i da Fogliano che avevano aderito alla fazione avversaria; poi furono saccheggiate e distrutte le case dei Canossa e quelle dei Panzeri, pure "inferiori". Quando il podestà ed il capitano del Popolo - i quali avevano per altro mantenuto, in occasione di tali eventi, una condotta così anodina da dar adito al sospetto d'una loro complicità - abbandonarono la città, il F. fu chiamato a far parte della giunta di otto rettori cui venne affidato il governo di Reggio.
Il giudizio che i cronisti reggiani coevi danno dell'opera svolta dai membri di questa giunta è del tutto negativo ed i rettori stessi vengono definiti ladri e profittatori dei beni del Comune. La giunta ebbe ad ogni modo vita breve.
Negli anni successivi - ignoriamo esattamente quando, per il silenzio delle fonti note, comunque prima della fine del 1294 - il F. sposò Zilina di Guido Roberti "de Tripoli", appartenente ad una famiglia di parte guelfa che nel 1284 si era schierata con la fazione "superiore".
Non conosciamo quale atteggiamento abbia assunto il F. nei confronti del regime instaurato da Obizzo (II) d'Este quando nel 1289 divenne signore anche di Reggio. Certamente conflittuali, invece, furono, almeno all'inizio, i rapporti del F. con il di lui figlio Azzo (VIII), succeduto nella signoria di Ferrara, di Modena e di Reggio al padre scomparso nel febbraio del 1293. Siamo infatti informati che nel 1296 egli, insieme con i fratelli Matteo e Niccolò e con il suocero Guido Roberti, era detenuto nelle carceri di Modena e che da lì riuscì in quello stesso anno ad evadere insieme con i congiunti. Nel 1297, ad ogni modo, riuscì a trovare un accordo con Azzo.
Siamo informati che a partire dal secondo semestre del 1300 un Bartolomeo da Fogliano fu per un anno capitano del Popolo a Perugia e che un Bartolomeo da Fogliano fu capitano del Popolo a Gubbio nel secondo semestre del 1301. Dato che le fonti non indicano i patronimici, è per noi impossibile dire se tali notizie si riferiscano al F. o ad altro dei suoi quasi omonimi contemporanei.
Nel 1302 il F. venne investito del feudo di Querciola, nel Reggiano. Nel secondo semestre di quell'anno fu nominato capitano del Popolo a Parma, venendo confermato in tale incarico anche per il primo semestre del 1303.
Parma era allora divisa tra coloro che allora ritenevano opportuno far rientrare in città soltanto i fuorusciti della "parte del vescovo" e quanti miravano invece a far ritornare anche gli aderenti alla fazione filoimperiale. Di tali contrasti cercarono di approfittare sia Alberto Scotti sia Azzo (VIII) d'Este, in lotta tra loro per il predominio sulla città emiliana. In questo clima di accese contrapposizioni il F. ricevette, insieme con il podestà in carica, il compito di giungere ad una pacificazione generale della città e del suo distretto. L'obiettivo fu raggiunto con successo.
Nel 1306, dopo la rivolta contro Azzo (VIII) e la caduta - che si sarebbe rivelata effimera - del dominio estense in Modena, il F. venne eletto capitano del Popolo di quella città ed entrò in carica il 1° agosto. L'importanza dell'azione da lui svolta è testimoniata dalla circostanza che egli nel 1307 venne confermato per altri tre mesi nell'ufficio e dal fatto che gli fu attribuita anche la podesteria della città. In tali vesti provvide alla stesura degli statuti di quella che fu detta "Res publica Mutinensis", nei quali lasciò larga impronta di sé, e diresse la difesa del Comune, tornato a "libertà", e del suo territorio quando, il 22 febbraio, contro di essi fu sferrato l'attacco delle milizie bolognesi e degli armati dei Guidoni e dei da Savignano. Sotto la guida del F. gli invasori vennero respinti. Dopo la vittoria dodici Modenesi, riconosciuti colpevoli di alto tradimento per aver collaborato con il nemico, furono da lui puniti con esemplare rigore.
Nel novembre 1308 il F. fu uno degli artefici della concordia allora giurata tra i due rami della famiglia Canossa. È questa l'ultima notizia a lui relativa che ci sia fornita dalle fonti note. Non conosciamo la data precisa della morte, che dovette in ogni caso avvenire in epoca anteriore al 13 luglio 1315, quando è dichiarato defunto in un atto relativo alla vendita ai Canossa, compiuta dal figlio Ugolino, di Bianello e di altri beni allodiali siti in diverse località subappenniniche del Reggiano.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Reggio nell'Emilia, Pergamene Canossa, busta 38: 1308 nov. 15; 1315 luglio 13; S. Levalossi - P. Della Gazata, Chronicon Regiense, in L.A. Muratori, Rerum Italic. Script., XVIII, Mediolani 1731, coll. II A, 14 B, 18 E; Chronicon Parmense, a cura di E. Bonazzi, in Rer. Ital. Script., 2 ed., IX, 9, p. 84; Iohannis de Bazano Chronicon Mutinense, a cura di T. Casini, ibid., XV, 4, pp. 57 s.; A. Milioli, Liber de temporibus et aetatibus et Cronica imperatorum, a cura di O. Holder Egger, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXXI, Hannoverae 1903, pp. 560, 573 s.; Respublica Mutinensis (1306-1307), a cura di E.P. Vicini, in Corpus Statutorum Italicorum, XI, Milano 1929, pp. 222, 225, 227, 229, 235, 247, 255, 269, 281, 292, 297, 302, 304, 306 s., 313, 319, 327 ss., 334; XIV, ibid. 1932, pp. 1, 4, 7 ss., 11 s., 14 s., 19, 26, 28, 30, 33-36, 38, 42, 54, 57, 60 s., 63, 70, 73, 77, 81, 85, 89, 93, 96, 98, 102 s., 109, 112, 115 s., 124, 129 s., 135, 142, 149, 156, 164, 166, 173, 177, 180 s., 184, 197, 199, 201, 211, 213, 217, 233, 239, 244 s., 249, 254, 257 s., 261; Liber grossus antiquus Comunis Regii (Liberpax Constantiae), a cura di F.S. Gatta, VI, Firenze 1963, docc. 646 pp. 59-63, 649 pp. 77-82; Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, Bari 1966, 11, p. 749; P. Pellini, Dell'historia di Perugia, I, Venetia 1664, p. 326; G. Guasco, Storia litteraria, Reggio 1711, p. 11; N. Tacoli, Memorie stor. della città di Reggio di Lombardia, II, Parma 1748, pp. 118, 124, 131, 133, 508 s., 512 s.; III, Carpi 1869, pp. 57, 131, 167, 176, 374, 559 s., 567; G. Tiraboschi, Mem. stor. modenesi…, II, Modena 1793, pp. 116, 137, 155, 168; A. Mariotti, Catalogo dei podestà, capitani del Popolo... della città di Perugia e suo contado, I, 2, Perugia 1806, pp. 209 s.; G.B. Venturi, Storia di Scandiano, Modena 1822, pp. 39, 41; G. Tiraboschi, Diz. topografico-storico degli Stati Estensi, I, Modena 1824, pp. 299 s.; A. Crispi, Elogi degli uomini illustri della città di Reggio in Lombardia, Reggio Emilia 1874, pp. 7, 9, 93; E.P. Vicini, I podestà di Modena (1156-1336), Roma 1913, pp. 219 ss.; A. Balletti, Storia di Reggio nell'Emilia, Reggio Emilia 1925, p. 144; C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni, I, Milano 1936, pp. 398 s.; E.P. Vicini - O. Siliprandi, I capitani del popolo di Reggio e di Modena e il loro palazzo in Reggio, Reggio Emilia 1943, pp. 49 s.; M. Mazzaperlini, Repertorio bio-bibliogr. dei Reggiani illustri, in Reggio Emilia. Vicende e protagonisti, II, Bologna 1970, p. 397; P. Litta, Le famiglie celebri ital., s. v.Fogliani, tavv. PII.