BERTARIO di Montecassino
Fu discepolo prediletto e successore del dotto abate Bassacio. Eletto abate nell'848, fortificò Montecassino per difenderlo dalle incursioni dei Saraceni, e fondò, al basso, un borgo, forse S. Germano. Invocò contro i Saraceni l'aiuto dell'imperatore Ludovico, e, quando questi scese nell'Italia meridionale, l'accolse regalmente, secondo le tradizioni dell'ordine favorevoli alla politica imperiale nel mezzogiorno. B. cercò anche di conciliare i principi longobardi tra loro e col papa, e d'indurre le città marittime ad abbandonare l'alleanza con i Musulmani, ma non riuscì nel suo intento. Nell'883 i Saraceni, movendo dal Garigliano, saccheggiarono Montecassino e ne uccisero l'abate.
B. fu uomo dotto ed erudito; scrisse un elogio di S. Benedetto in versi elegiaci ed altre poesie che dedicò all'imperatrice Engelberga e a varî suoi amici; compose molti sermoni ed omelie e si occupò di grammatica e di medicina, raccogliendo un gran numero di ricette per le diverse malattie. Leone Marsicano e Pietro Diacono gli attribuiscono anche un'opera esegetica, in cui si adopera a conciliare passi controversi della Bibbia; sembra però che B. non ne sia l'autore, ma l'abbia fatta copiare solamente.
Edizioni e fonti: Oltre alle fonti per la storia dell'Abbazia di Montecassino e la Disertatio apologetica di L. Bovio, Napoli 1805, vedi E. Dümmler, Die handschriftliche Überlieferung der latein. Dichtung aus der Zeit der Karolinger, in Neues Archiv. der Gesellsch. für ält. deutsche Geschichtskunde, IV (1879), pp. 527-40; specialmente Traube, Poetarum Lat. Medii Aevi, in Monum. Germ. Hist., III, pp. 389-93. I Versus de vita, obitu et miraculis S. Benedicti (93 distici e 13 esametri), già editi da P. Martinegius, Roma 1590, e dal Mabillon, Acta S. Ordinis S. B., I, 29, sono riprodotti nel Migne, Patrol. Lat., 176, 975-78. Ma questi dànno una recensione ritoccata; una più antica fu edita dal Traube, op. cit. Sulle omelie e sermoni, cfr. Bibliotheca Casinensis, II, 464; III, 40, 253; IV, 28; sulle opere mediche cfr. H. Koebert, De pseudo-Apulei herbarum medicaminibus, Beirut 1888; L' 'Αυτικειμένων fu edito anonimo a Basilea 1530 e a Colonia 1533 nella Bibliotheca Patrum: cfr. S. Senese, Bibliotheca sacra, IV, 371.