BERRY (A. T., 32-33-34)
Regione con carattere geografico nettamente definito, situata al centro geometrico della Francia e comprendente presentemente i dipartimenti del Cher e dell'Indre, con una superficie di circa 13.500 kmq. È costituita da una pianura poco accidentata, che si estende tra il Massiccio Centrale e la Sologne ed è attraversata dall'Indre e dal Cher. Al margine del Massiccio Centrale, l'erosione delle marne poco coerenti del Pliocene ha creato dalla Loira al Cher la zona delle valli, la cui parte centrale è chiamata Le Val; paese ricco di pascoli e di colline coltivate a vigneti, che ha per capoluogo la piccola e pacifica città di Saint-Amand-Mont-Rond. Ad ovest, tale zona continua attraverso il Boischaut (Boschetum), non soverchiamente umido, il cui nome ricorda l'aspetto d'un piccolo bosco.
Al nord di questa zona depressa, comincia il vero Berry o Champagne berrichonne, prevalentemente calcare, che fronteggia il Boischaut con una costa alta da 190 a 140 metri. Esso deve la propria fertilità al limo ond'è ricoperto: è il paese uniforme di Bourges, d'Issoudun e di Châteauroux; il paese delle belle distese fertili, che si contrappongono alla sterile Sologne del nord. Tra la Creuse e l'Indre, i depositi argilloso-sabbiosi strappati al Massiccio Centrale rivestono il calcare e hanno formato la Brenne, regione di lande e di stagni, che dal 1860 si tenta di bonificare.
Finalmente, al nord, tra il Berry calcare e le sabbie della Sologne, si distinguono tre piccole regioni: la Forêt, dalle colture accurate e dagli orti famosi; il Pays Fort, attorno a Vailly, le cui terre argillose e ricche si contrappongono alle terre leggiere della Sologne e hanno colture di cereali e di meli; il Sancerrois, dove dislocazioni tettoniche, in relazione col formarsi della valle della Loira, hanno creato un rilievo più accidentato, e dove la vigna riveste i pendii bene esposti. Il clima del Berry è simile al clima parigino; ne differisce tuttavia per gli sbalzi di temperatura un po' più accentuati (la media della temperatura di luglio è di circa 20°,5, quella di gennaio di 3°), e anche per l'esistenza di due massimi di piovosità, l'uno d'estate e l'altro d'inverno. La media annuale delle piogge raggiunge i 650 mm. Il Berry è irrigato dal Cher, che a Vierzon riceve la Yèvre, , ingrossata a sua volta, a Bourges, dalle acque dell'Auron; dall'Indre e dalla Creuse, alla quale la Claise porta una parte delle acque della Brenne.
Il Berry, regione soprattutto agricola, produce frumento (oltre 2.500.000 ettolitri nel 1924), che nella Brenne tende a sostituire la segala, e inoltre avena ed uve. Le pingui praterie della zona piana ingrassano mandre di buoi (circa 300.000 capi nel 1925), e gli altipiani offrono estesi pascoli a numerose greggi di pecore (circa 395.000 capi nel 1925). Ogni gregge, che comprende da 150 a 500 animali, ha formato oggetto d'una rigorosa selezione, per la quale si è potuta creare una razza "berrichonne" ricercata per la robustezza e per la bontà delle sue carni.
La densità della popolazione è inferiore alla media sull'altipiano asciutto della Champagne berrichonne, dove gli abitanti si concentrano nelle borgate, che sono assai distanti l'una dall'altra; nella Brenne, invece, la popolazione è molto sparsa. Le città sono sorte a preferenza nelle valli: Saint-Amand e La Châtre, città commerciali; Sancerre, ricca di ricordi del passato; Issoudun; Châteauroux; Vierzon, favorita dalle vie di comunicazione che vi s'incrociano; e, infine, Bourges, antica città interessante e centro d'industrie moderne.
La linea ferroviaria Parigi-Tolosa e quella Nantes-Lione hanno il loro punto d'incontro a Vierzon; il Canal du Berry dirige i suoi due bracci su Bourges per Vierzon e su Montluçon per Saint-Amand.
Il Berry ha da lungo tempo industrie locali: fucine che hanno tratto origine dal ferro contenuto negli strati giurassici; fabbriche di lanerie, che utilizzano la lana delle pecore. L'industria tessile si è sviluppata a Châteauroux, mentre la facilità delle comunicazioni ha dato a Vierzon e a Bourges la possibilità di divenire centri industriali moderni, con fabbriche di macchine e fonderie di cannoni. Bourges possiede anche uno stabilimento pirotecnico.
Bibl.: Vacher, Le Berry, Parigi 1909.
Storia. - Il Berry deve il suo nome alla tribù celtica dei Biturigi, che abitava la regione all'epoca romana; ma numerosi dolmen, che ancora vi si vedono, attestano che il paese era popolato già in epoca molto anteriore. Il Berry fu uno dei centri della resistenza contro la conquista romana: Vercingetorige tentò di resistere in Avaricum (Bourges) alle legioni di Cesare, ma la città fu presa e saccheggiata. Durante la dominazione romana, numerose strade attraversavano il paese, promovendo lo sviluppo del commercio. Le iscrizioni romane e le rovine di quel tempo i bastioni, le arene e il teatro di Bourges, gli anfiteatri di Levroux, ecc.) attestano la prosperità di quella provincia.
Poco si sa del Berry durante il Basso Impero, né maggiori notizie si hanno sulla penetrazione del cristianesimo in questa regione. Clodoveo s'impadronì del Berry, che nelle successive molteplici divisioni restò all'uno o all'altro dei re merovingi, finché passò ai Carolingi. La regione fu aspramente contesa fra gli ultimi di essi e passò di mano in mano da Lodovico il Pio ai suoi figli, a Carlo il Calvo, a Luigi il Balbuziente, i quali tutti la concessero come contea all'uno o all'altro dei loro fedeli, fino al 928. Poi il Berry rimase diviso fra varie signorie, spesso in lotta fra loro, e Bourges, la città principale, ebbe un visconte, che nel 1120 vendette la sua signoria al re di Francia, il quale, del resto, era già riconosciuto, anche se non sempre pacificamente, come sovrano dagli altri signori del Berry.
Avendo Luigi VII divorziato nel 1152, il Berry fu portato in dote dalla sua ex-moglie ad Enrico Plantageneto, che nel 1154 divenne re d'Inghilterra. Di qui interminabili dispute; il B., come altre terre francesi, entrò nelle lotte tra Francia ed Inghilterra e passò di mano in mano, fu devastato, corso dalle compagnie di ventura. Filippo Augusto lo riebbe per trattato nel 1200 e il Berry fu la dote di Bianca di Castiglia. Il re, per esercitarvi direttamente e fortemente la sua autorità, vi insediò dei baillis, con funzioni dapprima finanziarie, poi anche giudiziarie, e per conciliarsi la provincia, confermò un grande numero di carte comunali.
Nei primi tempi della guerra del Cent'anni il Berry fu preso e devastato dagli Inglesi. La pace di Brétigny (1360) lo rese alla Francia e il re lo donò, come ducato, a suo figlio Giovanni (v. oltre). Quando il paese, dopo nuove devastazioni, fu sgombrato dagli Inglesi (1371), il nuovo duca di Berry s'installò a Bourges nel suo castello. Ma la guerra ricominciò ben presto e il Berry fu corso dagli Armagnacchi, alleati del duca, e dai Borgognoni. Poco dopo la morte di Giovanni duca di Berry, nel 1416, la provincia passò a Carlo (il futuro Carlo VII) il quale se la dovette conquistare palmo a palmo, scacciandone gl'Inglesi. In quel tempo il Berry ebbe una particolare importanza, perché fu il centro della resistenza nazionale francese, anche se è vero che non tutti gli abitanti erano favorevoli al re Carlo VII; Bourges, dove il re risiedeva, si contrappose, come capitale, a Parigi, allora in mano degl'Inglesi.
Luigi XI diede il ducato di Berry a suo fratello Carlo, ma glielo tolse quando il duca entrò nella Lega del bene pubblico: il ducato ritornò così alla corona, che fece sentire con durezza la sua autorità, sopprimendo le autonomie municipali, riconcesse poi, nel 1484, dalla reggente Anna de Beaujeu. In seguito il B. fu dato in appannaggio a varî membri della famiglia reale; nel 1498 a Giovanna di Valois, poi a Margherita d'Alençon, sorella di Francesco I, e a Margherita di Valois, sorella di Enrico II e moglie di Emanuele Filiberto di Savoia, le quali non vi risiedettero che di rado, ma, ad ogni modo, affidarono il paese ad amministratori capaci.
La riforma vi prese piede presto: il principe di Condé, durante la prima guerra di religione, occupò Bourges, che fu ripresa e saccheggiata dalle truppe reali: ma Sancerre rimase ai riformati fino al 1573. Continuarono per molti anni ancora le lotte religiose, di cui il Berry fu uno dei teatri principalissimi; ma, assoggettato ormai al potere reale, la sua storia si confonde con quella della Francia.
Bibl.: G. Th. de La Thaumassière, Questions et réponses sur la coutume de Berry, avec les arrêts, Bourges 1691; Reynal, Histoire de Berry, voll. 4, Bourges 1844-45; H. de Mazières, Le régime municipal en Berry des origines à 1789, Parigi 1903; Th. de Brimont, Le XVIe siècle et les guerres de la Réforme en Berry, voll. 2, Parigi 1905.