BERRETTINO
È, in ceramica, uno smalto di color grigio-celeste (da distinguersi come tonalità dallo smalto azzurrino, che porta generalmente decorazioni in azzurro sopra azzurro), del quale si ricopre, a bagno, il biscotto, ossia l'argilla cotta di cui è foggiato un oggetto da smaltare, in una data classe di maioliche dal 1525 circa in poi. Fu specialmente usato dalle fabbriche faentine (vedi i tipi di Cà Pirota), ma anche da quelle di Casteldurante; ignoto alle maioliche urbinati, ha abbondante impiego anche a Venezia, dove caratterizza il genere ornamentale, un po' sommario, chiamato a foglie, a due toni di turchino con lumetti di bianco di stagno dato a corpo. La tonalità più azzurrina porta generalmente decorazioni in azzurro sopra azzurro; il berrettino più comunemente era ornato a monocromo. Sovente ambedue le varietà servivano da fondo a ornati generalmente policromi, in color giallo di due toni, turchino di cobalto, verde e bianchetto, cioè bianco di stagno dato a corpo; o anche a figurazioni, delle quali costituivano le parti in ombra. Il Piccolpasso lo chiamò bertino (cfr. la voce dialettale romagnola bartên) e ne diede la ricetta (unire 24 libbre di bianco al mulino, che è una miscela di stagno e marzacotto, ad once 3 di zaffera). Invece la speciale ricetta di Venezia fu, secondo il Piccolpasso, 25 libbre di marzacotto, 5 di stagno, oncie 1 1/2 di zaffera (cobalto). L'impiego di tale smalto fu vasto: le maioliche che lo portano si chiamano a berrettino.
Bibl.: O. v. Falke, Majolika, 2ª ed., Berlino 1907, p. 111; G. Ballerdini, in Rass. d'arte, 1916, p. 66; E. Hannover, Pottery and Porcelain (trad. inglese di B. Rackham), Londra 1925, I, p. 113; V. Giunti, La maiolica italiana, Milano 1927, p. 22.